Cultura

Quando un ordinamento politico-sociale non riesce a controllare e a incanalare l’insopprimibile spinta al mutamento, quando non riesce a padroneggiare la #negatività che circola inevitabilmente nelle sue strutture, è allora condannato a essere #spazzato via.

Come mostra #Lukács, Marx, appropriandosi della categoria della mediazione e svolgendola materialisticamente, attua nella sua teoria rivoluzionaria il superamento-inveramento del pensiero di #Hegel.

Per Gramsci occorre superare la distinzione propria degli intellettuali tradizionali fra filosofia, monopolio di pochi addetti ai lavori, e ideologia quale strumento pratico di governo di masse considerate eternamente fanciulle.

Anche l’ultima figura della fase eroica della borghesia, #Napoleone, è votato al fallimento, perché invece di limitarsi a soddisfare con la guerra i bisogni egoistici della società civile che lo aveva portato al governo, aveva preteso di sacrificare il mondo degli #affari a un fine politico superiore.

Hegel polemizza contro chi dall’astratto principio di non contraddizione pretende di dedurne leggi riguardanti la realtà.

Per lo sviluppo della teoria socialista si è rivelato determinante, secondo Lukács, il fatto che Marx si riallacci sul piano metodologico direttamente a Hegel; e per quanto sia debitore verso Feuerbach, egli respinge il preteso “miglioramento” feuerbachiano di Hegel.

Occorre, secondo Gramsci, lavorare incessantemente per elevare intellettualmente sempre più vasti strati popolari, cioè per dare personalità all’amorfo elemento di massa.

La libertà a fondamento del #diritto dell’uomo è effettuale solo in quanto si coniuga alla proprietà

La scienza ha ormai definitivamente accertato che non esistono razze umane, essendo anzi Homo sapiens una specie molto omogenea. Ciononostante, il mito della razza è ancora largamente diffuso, retaggio storico di un pregiudizio che ha rappresentato e tuttora rappresenta un potente fattore di discriminazione funzionale ai sistemi economici basati sulla diseguaglianza e sullo sfruttamento della forza lavoro, servile e salariata.

La tradizione marxista, per Losurdo, avrebbe teso a sottovalutare la dimensione formale-astratta della libertà; Hegel, al contrario, avrebbe sottovalutato all’interno della stessa libertà formale le clausole di esclusione, razzistiche, di genere o censitarie, che storicamente l’hanno inficiata.

Non sono fascisti solo coloro che inneggiano al Duce ma anche tutti coloro che violentano la Costituzione, attentano all’uguaglianza  e negano i diritti civili.

La flessibilità biologica, geneticamente predisposta, degli orientamenti sessuali tende a adattarsi storicamente ai modelli culturali a loro volta espressione delle strutture socioeconomiche sottostanti.

Nella cosiddetta anglosfera si sta diffondendo la pratica di impedire agli studenti delle scuole e delle università di leggere libri ritenuti “provocatori”. È una nuova manifestazione dell’autoritarismo neoliberale?

Lukács mette in guardia nei confronti del soggettivismo teorico e politico, contro il quale funge da valido antidoto la comprensione realistica di ciò che è, colto nel suo divenire, già presente nel giovane Hegel in opposizione al dover essere kantiano.

Le discariche della poesia sono piene di lirica intimistica. Aggrediamo piuttosto gli oppressori degli uomini e della natura. Non scendiamo a compromessi con le necessità culturali del potere editoriale e di quello più in alto. Come ha scritto Pablo Neruda, la poesia a cui è estranea la passione civile non solo è inutile ma addirittura è dannosa.

Secondo Gramsci le élite rivoluzionarie del partito proletario, essendo composte da intellettuali organici alla loro classe di riferimento, non hanno valore di per sé, ma mirano a divenire “funzioni specializzate” di organismi di massa “complessi e regolari”, che non mirano a perpetuare la loro funzione direttiva, ma sono organiche a una massa sociale resa omogenea e compatta, al punto da potersi costituire in intellettuale collettivo.

Nella società capitalista la preminenza dei diritti del cittadino su quelli dell’uomo è propria esclusivamente dello stato di emergenza che vive la società borghese all’epoca della sua gestazione rivoluzionaria. In effetti, sulla base dell’ideale di superare il dualismo fra cittadino e borghese nella ricostruzione dell’unità antica di soggetto e cittadino in armi [10], il comitato di salute pubblica violò praticamente la costituzione del 1793, che comunque teoricamente sanciva ancora i diritti naturali dell’uomo come fondamento dei diritti di cittadinanza.

Quando il giovane Marx condanna Hegel per il fatto che il suo idealismo finirebbe col rovesciarsi in un “positivismo falso” ovvero in un “positivismo acritico” che sussume surrettiziamente e senza vaglio critico quei contenuti empirici rispetto ai quali esso pretende di proclamare la propria incontaminata purezza, quando argomenta in tal modo è chiaro che il discepolo ritorce contro il Maestro la lezione da lui appresa.

Con l’esaurirsi della contrapposizione ideologica della Guerra Fredda, l’individuazione di un nemico esterno appare funzionale a preservare l’identità nazionale, etnica o religiosa, per difendere la coesione interna del gruppo di appartenenza, sostituendo i perduti valori etici del mondo precedente.

Nel centocinquantenario della morte di Mazzini si impongono alcune riflessioni sull’identità culturale e politica della crepuscolare Italia contemporanea e del ruolo che nella costituzione della sua identità collettiva ha il patriota genovese.

Le associazioni politiche e sociali costituiscono il principale antidoto ai rischi di derive demagogiche, ponendosi quale indispensabile termine medio fra l’esecutivo e le masse

Vegetti ha cercato di mostrare come non solo Platone ritenesse il suo progetto di società, tendenzialmente comunista, come il migliore dei mondi possibili, ma si sia costantemente sforzato di dimostrare come non si trattasse di un progetto campato in aria

Il punto di vista del proletariato è parte della società capitalista ma, contemporaneamente, è totalità riproducente l’interezza dei rapporti sociali

Come denuncia Marx mediante l’emancipazione politica solo la società civile si libera realmente, mentre l’uomo si emancipa astrattamente, contrapponendo la cittadinanza ideale alla subordinazione reale a dei rapporti di produzione che lo disumanizzano.

Hegel, di fronte ai critici della rivoluzione come astrazione che rompe il naturale sviluppo, non si limita come Kant e Fichte a difendere il ruolo dell’astrazione teorica, ma ripensa in riferimento alla Rivoluzione francese e, più in generale, all’agire politico la dialettica che si instaura tra le categorie di astratto e concreto.

Storia e coscienza di classe è responsabile della concezione della reificazione come condizione ontologica dell’uomo. L’errore fondamentale consiste nell’eccessivo hegelismo, che ha portato l’autore a identificare l’oggettivazione, essa sì condizione universale e ineliminabile dell’attività dell’uomo, con l’alienazione che ne è invece la forma storica, transeunte e specifica del modo di produzione capitalistico.

Per quanto paradossale possa apparire, il più grande platonico è stato certamente Aristotele

Come mostra Gramsci, la filosofia della praxis, cioè il marxismo, ha dato prioritaria rispetto a un nuovo Rinascimento, ovvero alla formazione di una concezione del mondo per i propri intellettuali, a una novella riforma in grado di divenire senso comune in larghi strati delle masse popolari.

Marx, a partire dalla Questione ebraica, ritiene che nello Stato politico borghese l’uomo si pone come indipendente dalla religione, dal dualismo fra esistente ed ideale, che però si riproduce nella società civile in cui l’individuo è contrapposto alla sua essenza, alla sua attività vitale come a un estraneo: il capitale, ovvero il lavoro morto che comanda sul lavoro vivo.

Lo Stato, la nazione, la lingua, la religione, la molteplicità delle civiltà e il mercato attendono ancora di essere indagate ontologicamente dal marxismo

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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