Risultati della ricerca per: jobs act
“L’Italia deve tornare a competere”. Una affermazione che industriali e capi di governo in questi anni continuano a mettere un po’ ovunque.
Nel corso dell’ultimo decennio le “riforme” Moratti e Gelmini hanno avuto un impatto a dir poco devastante sulla composizione e l'organizzazione del lavoro all'interno degli atenei italiani.
Il 10 settembre scorso si è svolta a Roma l’assemblea nazionale della Coalizione per lo Sciopero Sociale, un momento di convergenza importante per riproporre, estendere e rafforzare l’opposizione sociale.
Il secondo importante momento nel percorso di costruzione di coalizione sociale registra il positivo avvio delle prime coalizioni territoriali e la definizione di alcune grandi mobilitazioni su temi fondamentali per il futuro della sinistra italiana.
Nella strategia liberista di attacco ai servizi pubblici ed alla pubblica amministrazione, la demonizzazione mediatica dei lavoratori pubblici gioca un ruolo centrale per assicurarsi un adeguato consenso popolare.
Le rassicurazioni e i dati diffusi un po’ a caso dal governo non arrestano la crescita della disoccupazione in Italia. L’ultimo rilevamento Istat, diffuso alla fine di luglio sottolinea che a giugno gli occupati sono diminuiti di 22 mila unità rispetto al mese precedente; rispetto a giugno 2014, l'occupazione è risultata essere in calo di ben 40 mila unità.
Nonostante un crescendo di lotte durate un anno intero, la controriforma della scuola di Renzi è passata. Ma il mondo per la scuola non si dà per vinto, forte è il desiderio di riscatto e la volontà di trasformare la temporanea sconfitta in una futura vittoria.
I giovani attualmente costituiscono il punto di osservazione privilegiato dei ricercatori sociali. Non è da molto tempo, però, che nel nostro paese viene prestata la giusta attenzione alle loro aspettative e potenzialità, non solo ai fini di una eventuale crescita individuale, ma anche in relazione alla società nel suo insieme.
La grande mistificazione dello “straordinario” piano di assunzioni nella scuola del governo Renzi: più che l’eliminazione del precariato la distruzione della dignità e dei diritti dei lavoratori.
Un anno di Social Strike e opposizione al Programma Nazionale delle Riforme del governo Renzi: Legge Poletti, Jobs Act e Buona Scuola e all'austerity imposta dalla Troika.
Le conseguenze dell’esito delle trattative tra Grecia e creditori potrebbero provocare una stretta sui governi dei Paesi dell’eurozona maggiormente indebitati, tra cui l’Italia, e mettere in difficoltà il governo Renzi, il quale sta mostrando i primi segni di logoramento.
Con il Documento economico finanziario (DEF) dello scorso aprile, il Governo Renzi ha pianificato lo strangolamento della sanità pubblica. Sui 2.637 miliardi di tagli previsti, 2.352 miliardi verranno tolti al sistema sanitario mentre 285 milioni saranno tagliati all’edilizia sanitaria.
Il tema della precarietà e della solitudine del lavoratore precario andrebbe approfondito e tenuto in debita considerazione, affinché si possa adeguatamente organizzare la lotta. La lotta, sì, perché, per dirla con Gallino, è necessario “modificare il modello produttivo al presente dominante”.
Il 5 Luglio scorso si è svolta l’assemblea nazionale annuale della Coalizione per lo sciopero sociale. Tanti i soggetti politici e sociali coinvolti, compresa la FIOM e il sindacalismo di base. Tutti gli attori presenti stanno lavorando a uno spazio pubblico di discussione capace di innescare un conflitto che possa coinvolgere tutti i settori sociali colpiti dalle politiche di austerity
Per una riflessione critica sulla mobilitazione della scuola contro la riforma in chiave liberista imposta dal governo Renzi. Dopo aver analizzato le conquiste di una lotta che ha coinvolto per un intero anno i lavoratori sensibili alla necessità di difendere la qualità della scuola pubblica, ne analizzeremo anche i limiti. Infine, a partire da questi ultimi, proveremo a ragionare sul Che fare?
Il No alla proposta della Troika scaturito dal referendum deve diventare un fattore di lotta e di legame con le classi oppresse dalla Troika e dai governi nazionali che ne fanno le veci. Le classi subalterne in Grecia hanno dimostrato la volontà e la forza di lottare. Ma hanno bisogno del sostegno di un movimento internazionale che sappia sviluppare un'analisi e una coscienza della lotta di classe. In sostanza, di un movimento internazionalista.
Prosegue l’analisi della prof. Ciattini sulla controriforma in chiave liberista dell’università, architettata dal governo. La “buona università” mira a far uscire l’università dalla Pubblica Amministrazione e a introdurre anche in quest’ambito il “jobs act”, la conseguente privatizzazione del rapporto di lavoro per il personale docente.