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A diversi mesi dall’entrata in vigore dell’ennesima riforma del mercato del lavoro, i dati mostrano chiaramente la mistificazione dei proclami governativi. L’occupazione non cresce affatto, si trasformano soltanto i contratti che mantengono sostanzialmente invariata la precarietà dei rapporti di lavoro, in ossequio ai desiderata del padronato nazionale e della sua strategia di uscita capitalistica della crisi.

Grazie al Jobs act ora i padroni possono svolgere senza paura di essere denunciati la loro attività prediletta e cioè controllare, istante per istante, la posizione e il rendimento del lavoratore. E’ possibile “per ragioni di sicurezza” entrare nei suoi strumenti di lavoro che siano essi tablet, pc, smartphone per verificarne la produttività e la fedeltà.

Sabato, 03 Gennaio 2015 16:45

La coerenza reazionaria di Matteo Renzi

Era lecito domandarsi a che servisse togliere la tutela dell'articolo 18 quando non si creano nuovi posti di lavoro e la disoccupazione aumenta. Il decreto natalizio del governo Renzi supera questa contraddizione.

Sabato, 03 Gennaio 2015 16:36

Jobs Act 2. La lotta è appena iniziata

Conoscere e combattere la legge che restaura il potere padronale assoluto. La lotta contro il Jobs Act continua, anzi è appena iniziata.

Lo sciopero generale del 12/12 ha visto milioni di lavoratori e lavoratrici in lotta e 54 cortei in altrettante città italiane. Tutto ciò non deve segnare la conclusione ma un nuovo inizio della lotta contro il Jobs Act, una lotta che ora deve constrastarne i decreti attuativi, per il ritiro delle indegne misure sul lavoro di questo Governo e per farlo cadere da sinistra.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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