Stampa questa pagina

Economia Turismo e Terrorismo

Attraversiamo giornate nelle quali la tensione della gente è elevata a causa del timore di attentati e della paura di una guerra.


Economia Turismo e Terrorismo Credits: danjo paluska CC 2.0

Attraversiamo giornate nelle quali la tensione della gente è elevata a causa del timore di attentati e della paura di una guerra.

di Guido Capizzi

Nelle analisi economiche di questi fenomeni si sottolinea come un nuovo attentato terroristico non è considerato avvenimento singolo, a sé stante ed eccezionale.

Da qui vediamo come l’imperativo della sicurezza diventi un’opzione condivisa da Stati e addetti ai lavori nell’ambito del turismo.

Qualcuno tenta di adattare l’offerta alla domanda: una regola ovvia che pare richieda una più approfondita analisi.

Sono stati pubblicati studi sui flussi turistici e previsioni che tengono conto della situazione geo-politica del globo. Il Paese ritenuto più sicuro per andare in vacanza è la Svizzera, come pure è considerato più sicuro andare in località lontane dai grandi centri abitati.

La classifica dei Paesi più sicuri vede, dunque, la Svizzera in testa, seguita dai Caraibi, da Cuba, da Portorico, Costarica, Singapore e Vietnam.

In questi giorni le città meno sicure sono considerate Parigi, Roma, Londra e Bruxelles, mentre i Paesi meno sicuri – dopo, ovviamente, le zone di guerra – sono le Maldive e l’Egitto.

Un’altra considerazione, al limite della banalità, riguarda il Mediterraneo: da meta turistica più rilevante a complesso di siti da evitare per i turisti.

Se ci soffermiamo sulla Francia e sulla sua capitale in particolare, tra le prime mete visitate con 83 milioni di turisti all’anno, evidenziamo che è già in atto una forte riduzione di arrivi e presenze: a Parigi in quindici giorni meno 10%. Le disdette arrivano dal sud-est asiatico che rinuncia a Parigi e a Roma.

Già, Roma. Le previsioni indicano in 33 milioni gli arrivi per il Giubileo. Considerando che le analisi di mercato ci dicono che non meno del 40% di chi intraprende un viaggio tiene conto se e dove andare, è abbastanza corretto ridurre il previsto numero di turisti in arrivo per l’Anno Santo.

Non andrebbero, poi, sottaciuti – anzi occorrerebbe ben sottolinearli – i disagi economici e sociali di un numero sempre più alto di persone, giunte alla soglia della povertà e sopravvivenza non per responsabilità del terrorismo internazionale né della guerra in divenire, ma per colpa della crisi economica innescata dalla cattiva finanza, dalla mai attenuata voglia di imperialismo dei Paesi capitalisti e liberisti. 

 

27/11/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: danjo paluska CC 2.0

Condividi

L'Autore

Guido Capizzi
<< Articolo precedente
Articolo successivo >>