Editoriali

In piena continuità con Trump. l’amministrazione democratica Biden continua negli “omicidi mirati” dei membri della resistenza, impegnati in prima linea a contrastare l’Isis, per rafforzare l’alleanza con un regime dispotico, guidato dal mandante dell’omicidio Khashoggi, e con una potenza occupante che continua a rafforzare il suo arsenale atomico

Un ardito parallelo: Mario Draghi assomiglia a Gobseck, lo straordinario personaggio di Balzac?

Dopo l’assoluzione da parte del Senato Trump promette di tornare alla politica. La rivolta del 6 gennaio si configura come una minaccia che è stata raccolta.

Non essendo stati eletti da nessuno e non dovendo rispondere del proprio agire politico dinanzi alla sovranità popolare, i governi cosiddetti tecnici non hanno nemmeno il bisogno dell’occultamento dietro le forme della rivoluzione passiva.

La crisi di governo aperta da Renzi mira a rappresentare pienamente gli interessi dei poteri forti, in altre parole una dittatura ancora più aperta del grande capitale senza nemmeno quelle misere misure di rivoluzione passiva necessarie al governo Conte per mantenere l’egemonia sulle classi dominate.

Chi oggi nella Commissione Ue ha la responsabilità di negoziare i termini dei contratti segue una logica neoliberale che porta l’istituzione a interagire alla pari con le case farmaceutiche, quando invece il rapporto dovrebbe essere fondato sulla subordinazione nel nome dell’interesse pubblico.

La gravità della crisi acuisce la lotta tra borghesia e proletariato e tra grandi e piccoli capitali, sottomette ancora di più lo Stato al mercato e accentua la trasformazione bonapartista della politica. Per questo serve un programma minimo che unisca gli sfruttati e dia impulso alla costituzione del partito comunista.

La pretesa statunitense di esportare la democrazia è ideologica e nasconde la volontà di imporre la propria democrazia, quella per il popolo dei signori.

I lavoratori dotati di un minimo di coscienza di classe dovrebbero essere consapevoli che il lavoro a distanza comporta un’occupazione tendenzialmente a cottimo, a progetto, un tasso più elevato di autosfruttamento e, quindi, una riduzione del tempo da dedicare alla riproduzione della propria forza lavoro.

Lo scenario di fine anno presenta un’accelerazione, con le tensioni indotte nella maggioranza da Italia Viva al presidente del Consiglio che esprimono una lotta interna alla borghesia in vista di nuovi equilibri. Necessario un programma minimo dei comunisti per riaggregare un blocco sociale e un fronte politico anticapitalista.

I socialpacifisti condannano astrattamente ogni forma di guerra, senza distinguere fra aggressioni imperialiste, guerre di popolo, guerre per difendere l’indipendenza nazionale, guerre partigiane e guerre civili rivoluzionarie.

L’ultimo libro di Emiliano Brancaccio illustra che la legge generale di riproduzione e tendenza del capitalismo lo rende una minaccia perfino per la democrazia liberale. L’alternativa è la pianificazione collettiva come propulsore della libera individualità sociale.

Ancora non siamo riusciti a liberarci del tutto dall’incubo Trump e già non possiamo dormire tranquillamente riflettendo sui sempre più inquietanti scenari che si profilano all’orizzonte con l’amministrazione Biden.

Il tanto esaltato, dal governo, “modello Italia” è ormai fortemente criticato in tutto il mondo. Anzi un eminente virologo tedesco ha condotto uno studio per dimostrare che il virus diffuso in tutto il mondo in questo momento non è quello di Wuhan, ma piuttosto quello del nord del nostro paese.

La manovra di bilancio 2021, elude la questione dirimente: una legge patrimoniale per abbattere le diseguaglianze crescenti imposte dal neoliberismo attraverso la riduzione delle aliquote. Sfatiamo il mito della riduzione delle tasse come volano dell’economia.

Una delle principali differenze fra la dominante concezione idealista e borghese della politica e la concezione marxista e rivoluzionaria del materialismo storico concerne la definizione della natura classista o meno dell’apparato statale.

La sinistra statunitense e i settori delle classi subalterne, che si sono giustamente mobilitate contro Trump, non debbono credere di aver favorito l’affermazione di un governo amico, né dovranno schierarsi in sua difesa dinanzi all’opposizione della destra radical.

Le privatizzazioni e i tagli di sanità, istruzione e mezzi pubblici, la mancanza di prevenzione e di pianificazione, il porre al primo posto il profitto privato, l’individualismo competitivo e la sistematica distruzione della ragione non possono che favorire la diffusione della pandemia.

Sulla base dell’analisi del differente ruolo storico i comunisti devono concentrare il loro interesse sullo sviluppo dei consigli dei lavoratori, sebbene partecipino attivamente al sindacato.

La mancata volontà politica di risolvere il problema delle classi pollaio, della carenza di docenti e del sovraffollamento dei mezzi pubblici rende impossibile realizzare la vera didattica, necessariamente in presenza, garantendo al contempo l’indispensabile sicurezza nei luoghi di lavoro e di studio

Un programma minimo di classe organico per rilanciare dal basso, dal conflitto capitale-forza lavoro, l’unità dei comunisti.

Risposta alla proposta di costituente comunista avanzata dal compagno Mustillo sulle pagine dell’Ordine Nuovo.

Più il capitalismo entra in crisi è più ha necessità di fomentare il razzismo per dividere gli oppressi e fomentare la guerra fra poveri
I nomi dei partiti al governo cambiano, ma non le loro politiche: in primo luogo quelle economiche applicate alla didattica dimostrano che si tratta, nel concreto, di diverse fazioni del partito unico della restaurazione liberista.
Come possiamo valutare adeguatamente gli esperti e le informazioni sulla pandemia? Purtroppo interessi politici e finanziari interferiscono nella divulgazione scientifica.
Numerosi stratagemmi sono volti a disgregare e contrapporre gli sfruttati fra di loro, favorendo la guerra fra poveri che distrae dall’unica guerra realmente liberatoria per tutti: la guerra agli sfruttatori.
Dopo mesi di resistenza popolare e repressione il presidente filo-atlantista Keïta è deporto e l’Occidente prepara una nuova offensiva imperialista in Sahel. Ma il popolo maliano non ci sta.
Per far pagare la crisi ai padroni è indispensabile rilanciare dalle lotte sui posti di lavoro la costituente comunista e rianimare le strutture consiliari.
A partire dalla definizione del programma minimo di classe, occorre ricostruire un blocco sociale dei subalterni, a cominciare dalla realizzazione di un fronte anticapitalista, in grado di indicare una via d’uscita da sinistra dalla crisi.
È indispensabile nel programma minimo di classe legare la lotta per il salario sociale a quella per la riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario e ritmi di sfruttamento della forza lavoro.
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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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