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Non è che il debutto. Per la sinistra europea una nuova fase di lotta

Gli ultimi mesi hanno dimostrato che l'UE è pronta a difendere con tutti i mezzi la sua ipocrita scelta neoliberista.


Non è che il debutto. Per la sinistra europea una nuova fase di lotta

Le politiche neoliberiste hanno dimostrato il loro fallimento, addirittura non hanno consentito alle imprese europee un'uscita sostenibile dalla crisi. Eppure gli ultimi mesi hanno evidenziato che l'Unione Europea è pronta a difendere con tutti i mezzi la sua ipocrita scelta neoliberista.

di Guido Capizzi

BRUXELLES. Nella capitale della Commissione Europea, che non ha abbassato la guardia contro il terrorismo e a tratti compare come una città sotto assedio, il Gruppo Unitario della Sinistra è impegnato nella discussione sulle iniziative politiche da adottare nel nuovo contesto europeo - sempre liberista e populista - e per preparare il suo congresso che si terrà a Berlino dal 16 al 18 dicembre 2016.

Tre argomenti al centro del dibattito. l'approfondimento delle ipocrite risposte neoliberali alla crisi economica e sociale, la questione della pressione dell’estrema destra e la forte crisi dei rifugiati con indotta l'escalation della guerra di sicurezza come risposta dell'UE al terrorismo islamista. La storia accelerata e i mostri che emergono chiedono alla sinistra europea il fondamentale impegno per un cambiamento nei rapporti di potere, non solo ai livelli nazionali, ma proprio anche qui a Bruxelles per tutta l’Europa.

Grecia e raffreddamento di molte speranze, Portogallo e misure anti-austerità, Spagna e rimescolamento delle carte dopo le elezioni parlamentari: se la tendenza è la pressione delle forze di destra, la sinistra è chiamata a proporre con energia la necessità di nuove politiche sociali. La crisi è in un periodo di fallace ricostruzione generale, che impone alla sinistra di misurare gli ostacoli e il potere degli avversari, ma anche segnalare che la lotta contro l'austerità ha rafforzato le posizioni di sinistra in diversi Paesi. Come dire che ci troviamo in un processo di lotta purtroppo non lineare e del cui esito non si può ancora scrivere.

Il fallimento del liberismo solleva un dibattito sulla necessità di cambiare la logica di integrazione europea che fanno i suoi Trattati, le istituzioni, i poteri, le politiche, gli strumenti al servizio della globalizzazione capitalistica e non dei popoli europei. E' diventato chiaro come l’UE sia strettamente legata agli interessi del grande capitale e di come le sue politiche influenzano il giovane, il dipendente, il pensionato e qualsiasi destinatario delle politiche pubbliche. Anche le istituzioni europee sono obbligate a riconoscere la situazione di stallo in cui si trova l'Unione europea. A esempio, la Banca Centrale Europea che ha iniettato 60 miliardi di euro al mese nel sistema bancario europeo e 13 mila miliardi sono stati pagati alle banche dal 2008, senza alcun effetto sull'economia reale. Fino a quando non verrà decisamente sollevata la questione dell'uso di questo denaro, la spirale della recessione e il deterioramento delle nostre basi economiche continuano a farci compagnia e una nuova crisi finanziaria globale è prevedibile nel breve termine.

Con le scadenze elettorali, in Italia per le elezioni amministrative in importanti Comuni, si dovrebbe concentrare l’impegno sugli strumenti e sulle iniziative politiche per far progredire le idee e l’unione delle forze di sinistra antiliberista.

C’è il "Piano di azione contro l'austerità e il dominio del mercato" con 4 capitoli: i debiti da ristrutturare, la costruzione di una politica di sviluppo condiviso, i mezzi di investimenti pubblici, la trasformazione del sistema economico e monetario europeo. Ci sono appuntamenti per discutere di pace e sicurezza globale: non è facile mirare contro il regime di Erdogan in Turchia e l'accordo scandaloso firmato dall'UE con la dittatura turca. Non è facile trovare un modo efficace per costruire un blocco di proposte e idee forti per contrastare l'ascesa dell'estrema destra e del populismo. “Per costruire un nuovo blocco per la giustizia sociale, i diritti umani e la sovranità popolare occorre instaurare un dialogo con gli attori politici e sociali che si riconoscono nella cooperazione per l’edificio permanente di tutte le forze progressiste in Europa" sottolineano Anne Sabourin, Gilles Garnier, Vincent Boulet che rappresentano il PCF nel GUE. Tutto è sul tavolo, compresi i necessari cambiamenti profondi che in molti chiedono anche nella struttura del GUE.

In questo contesto il Partito della Sinistra Europea ha deciso di costruire un piano d'azione di rottura, di proporre cambiamenti ritenuti necessari per trovare benefici economici, sociali e ambientali per i popoli d'Europa in un quadro democratico e il rispetto della sovranità popolare. Si terrà una conferenza europea sul debito, la lotta contro l'austerità e per il recupero sociale.

12/02/2016 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Guido Capizzi
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