Stampa questa pagina

Attualità della rivoluzione cubana

Intervista a Claudia Morgade, responsabile Affari Politici Ambasciata di Cuba in Italia.


Attualità della rivoluzione cubana

La redazione del giornale La Città Futura è onorata di offrire ai propri lettori questa importante intervista, realizzata grazie alla disponibilità, cortesia e competenza della Consigliera Politica dell’Ambasciata Cubana che ringraziamo infinitamente per il livello di approfondimento col quale ha trattato le varie questioni che Le abbiamo sottoposto. Grazie a questa intervista diviene più agevole comprendere le complesse dinamiche, politiche ed economiche, che riguardano la rivoluzione cubana nell’attuale contesto mondiale: dalla lotta al blocco economico (embargo) alla lotta alla pandemia, dalle “rivolte” sociali delle scorse settimane al futuro della rivoluzione. Ringraziando nuovamente la Consigliera Politica, invitiamo tutti i lettori a leggere e commentare questa intervista, facendo pervenire alla nostra redazione osservazioni, spunti, pareri, domande, insomma quanto possa essere utile a tenere vitale e aperto il dibattito politico.

[D] Cuba è sottoposta ad un terribile blocco economico da  molti anni, non tutti sanno cosa questo significhi e cosa comporti sul piano economico e culturale. Ce lo può spiegare?

[R] Il blocco contro Cuba è iniziato con la cancellazione della quota di zucchero cubano nel mercato statunitense nel giugno 1959, solo cinque mesi dopo il trionfo della Rivoluzione Cubana. Successivamente, nel settembre 1961, l'allora presidente John F. Kennedy vietò completamente l'importazione di merci cubane. Nel febbraio 1962, il blocco a Cuba è stato ufficializzato con l'attuazione della Sezione 620 della Legge sugli Aiuti Esteri, e da allora, il numero di divieti è andato aumentando. Il blocco è stato rafforzato da un totale di 11 leggi e altre misure presidenziali. Per esempio, Donald Trump, nel suo mandato presidenziale, ha adottato 243 misure di inasprimento. Tutte queste leggi e azioni presidenziali rimangono in pieno vigore con la presidenza Biden.  In termini giuridici, il complesso di 11 leggi che compongono la politica di blocco proibisce, tra gli altri aspetti: le transazioni commerciali e finanziarie degli Stati Uniti con Cuba, i viaggi turistici degli statunitensi a Cuba, l'uso del dollaro statunitense in tutte le transazioni, il commercio con Cuba da parte di filiali statunitensi in paesi terzi, la vendita di beni a Cuba che abbiano più di un 10% di produzione statunitense, e il libero attracco di navi straniere in territorio cubano. In termini economici, il blocco ha causato a Cuba danni quantificabili in $147.853.300.000, che, tenendo conto del deprezzamento del dollaro rispetto all'oro sul mercato internazionale, rappresenta $1.000.377.998.000 dollari. Per citare un solo esempio concreto: 1 giorno senza il blocco sarebbe equivalente all'insulina necessaria per 5 anni a tutti i cubani che soffrono di diabete.

 

[D] Nonostante il pesante fardello dell'embargo, durante la pandemia Cuba non solo ha inviato medici in tutto il mondo per dare supporto nella prima fase ma poi è riuscita anche  a sviluppare  diversi  vaccini. Anche le olimpiadi con le tante medaglie conquistate dagli atleti cubani, al pari delle maggiori superpotenze mondiali, dimostrano le capacità organizzative del governo cubano e l'alto senso di umanità, abnegazione e solidarietà raggiunto dal popolo della grande isola. Cuba non ha mai attaccato nessun popolo al mondo allora perché questo blocco?

[R] Come Lei sottolinea, Cuba ha cooperato nella lotta contro la Covid-19 e ha fatto importanti progressi in settori chiave. Nella lotta contro la Covid-19, 57 brigate mediche cubane hanno fornito assistenza in 40 paesi. Ma la cooperazione medica cubana è di lunga data ed è precedente alla pandemia. Nel corso di 56 anni, più di 400.000 collaboratori sanitari cubani hanno prestato servizio in 164 nazioni. I medici cubani, per citare solo alcuni esempi, sono stati presenti nelle inondazioni in Guatemala, nei terremoti in Pakistan e Haiti, nella lotta contro l'Ebola in Africa e il colera ad Haiti. Tra i risultati dello sviluppo biotecnologico, oltre ai vaccini contro la Covid-19, sono stati prodotti anche farmaci unici, come Heberprot-P (per la cura del piede diabetico) e il vaccino CIMAvax-EGF (contro il cancro ai polmoni). Nel campo dello sport, siamo arrivati al 14° posto nel medagliere dei Giochi Olimpici appena conclusi, che è un merito enorme per una piccola isola in via di sviluppo. Nel campo culturale e del patrimonio, Cuba può contare su 10 siti iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO e 4 elementi nelle liste del patrimonio culturale immateriale.Tutto ciò è solo un esempio di come la Rivoluzione Cubana si sia caratterizzata per il perseguimento dello sviluppo del suo popolo e per la condivisione di questo sviluppo con altri popoli del mondo. E allora Lei domanda: perché il blocco? Il blocco statunitense contro Cuba non ha alcuna giustificazione. È semplicemente un'espressione di arroganza, di odio, d’intolleranza; di non accettare che, a 90 miglia dal suo territorio, nel suo cosiddetto "cortile di casa", è stata fatta una Rivoluzione che cerca un futuro migliore, una Rivoluzione che ha messo fine al saccheggio delle risorse cubane da parte delle transnazionali statunitensi. Il blocco cerca di soffocare il popolo cubano con la fame e la miseria affinché si sollevi contro il suo governo, per questo lo chiamiamo un atto di genocidio. Ma dopo 60 anni non hanno raggiunto il loro obiettivo, la grande maggioranza del popolo cubano continua a sostenere la sua Rivoluzione. Non so quanti anni ancora ci vorranno al governo degli Stati Uniti per accettare che il blocco è una politica fallimentare. È vero: il blocco danneggia, è il principale ostacolo allo sviluppo di Cuba; ma non è riuscito a penetrare lo spirito del popolo cubano, che è profondamente impegnato nel processo rivoluzionario, compresa la grande maggioranza della gioventù, che naturalmente vuole apportare le proprie esperienze e visioni e questo è una garanzia di rinnovamento e di forza.

 

[D] In sede internazionale la diplomazia cubana da anni ha costruito una vasta rete di relazioni e un fronte ampio favorevole alla rimozione del blocco economico. Purtroppo gli USA e Israele continuano ad opporsi all'eliminazione del blocco. È necessario perseverare sulla strada della diplomazia ma cosa altro si può fare?

 

[R] Dal 1992, Cuba presenta all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite la risoluzione intitolata: "Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d'America contro Cuba". Da quella data, la risoluzione che chiede la rimozione del blocco è stata adottata in 28 occasioni con il voto favorevole di una grande maggioranza di paesi. Dei 193 paesi membri delle Nazioni Unite, solo gli Stati Uniti e Israele continuano a sostenere il blocco. Ecco perché questa schiacciante vittoria, che dimostra il rifiuto unanime del blocco da parte della comunità internazionale, deve essere preservata. Inoltre, ci sono molte altre azioni che possiamo fare, per esempio: rafforzare le relazioni commerciali con altri paesi e far sì che questi paesi adottino posizioni più energiche di condanna del blocco; rendere la società civile internazionale e, soprattutto, quella statunitense, consapevole dell'illegalità e della disumanità del blocco, in modo che esigano dal governo degli Stati Uniti di porre fine a questa politica genocida; far capire al settore imprenditoriale, specialmente a quello statunitense, come il blocco limiti le sue possibilità di fare affari con Cuba e, quindi, prendere anche una posizione più critica contro il blocco. Alla fine, il blocco contro Cuba è sostenuto solo dal settore più conservatore della Florida. Più alto è il costo del mantenimento del blocco per il governo degli Stati Uniti, più è probabile che alla fine venga tolto. Incrementare questo costo politico, lavorando su più fronti, è ciò che si deve ottenere.

Il blocco ha colpito aziende e banche italiane perché hanno rapporti con Cuba, solo nel 2019 potremmo citare in quella lista banche come UNICREDIT e Intensa San Paolo, la compagnia di crociere MSC e ALCENERO tra le altre.

 

[D]È possibile rilanciare il progetto di Patria Grande con paesi come Venezuela, Perù, Bolivia...?

[R] L'idea della Patria Grande, dell'unità latinoamericana, è radicata nell'indipendenza stessa dell'America Latina e ha avuto grandi esponenti tra gli eroi della liberazione come Simón Bolívar. A Cuba, uno dei principali precursori dell'unità latinoamericana è stato il nostro eroe nazionale, José Martí. Fidel Castro, che aveva un pensiero profondamente martiano, ha anche lavorato instancabilmente per il progetto Patria Grande, un esempio di ciò è stata la creazione nel 2004 dell'Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (ALBA) in collaborazione con l'allora presidente del Venezuela, il caro amico Hugo Chávez. Un altro sforzo che ha contribuito al progetto Patria Grande è stata la creazione nel 2011 della Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC). Questo meccanismo di concertazione promuove l'integrazione regionale e la concertazione politica nella sua grande diversità. Il progetto Patria Grande, che è alla base del pensiero latinoamericano, non ha bisogno di essere rilanciato, bensì di essere consapevoli della forza che avremmo come regione se raggiungessimo l'unità. Perché questo accada, è sufficiente che ci siano le condizioni. Come disse José Martí nel suo saggio La nostra America: "Gli alberi devono essere allineati in modo che il gigante delle sette leghe non passi".

 

[D]Leggendo i giornali di destra in italia sembra che a Cuba sia in corso una "rivoluzione",  noi invece pensiamo che  si tratti di movimenti egemonizzati da forze interne ed esterne controrivoluzionarie che hanno presa, specie tra i giovani, nei momenti critici come quello attuale in cui Cuba non solo sta affrontando la pandemia ma lo sta facendo sotto la pressione del blocco economico. Ci puoi spiegare meglio la natura e le ragioni di questi movimenti?

[R] Non c'è stata un’esplosione sociale a Cuba. La maggioranza del nostro popolo continua ad appoggiare la Rivoluzione e il suo governo, come dimostrano il rifiuto immediato delle manifestazioni e l'enorme raduno a sostegno della Rivoluzione che ha avuto luogo il 17 luglio sul Malecón dell'Avana, al quale ha partecipato un gran numero di giovani. Il messaggio che sono i giovani a guidare le proteste a Cuba è un messaggio fuorviante e disinformato. I giovani, come ho già detto, sostengono in modo maggioritario il processo rivoluzionario. I giovani cubani lavorano oggi nei centri di isolamento di Covid-19, hanno organizzato un massiccio lavoro di volontariato in omaggio al 26 luglio e sono scesi di nuovo sul Malecón dell'Avana il 5 agosto in appoggio alla Rivoluzione. È vero che domenica 11 luglio ci sono stati disordini a Cuba, ma non sono stati spontanei, sono stati motivati da una campagna di comunicazione politica in cui sono stati sfruttati due temi fondamentali: l'effetto e le carenze che la pandemia ha causato nella vita dei cubani e le difficoltà economiche che la nostra nazione sta affrontando a causa del blocco. Queste due questioni hanno un carattere trasversale e hanno ripercussioni sul sistema sanitario, il servizio elettrico, il cibo, le medicine, la mancanza di forniture e l'aumento dei prezzi. Anche la campagna di comunicazione politica SOS Cuba non è stata spontanea; è stata lanciata da una società statunitense con sede in Florida chiamata ADN Cuba, finanziata dall’USAID. Per questa campagna, sono stati utilizzati un gran numero di account falsi per lanciare tweet attraverso bot a una velocità che può avvenire solo in modo automatico. La conferenza stampa del ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez del 13 luglio ha spiegato molto bene queste questioni. Era un appello promosso dall’estero per sovvertire l'ordine e destabilizzare il paese, per fomentare l'odio tra i cubani, non per risolvere i nostri problemi attraverso il dialogo inclusivo e pacifico tra i cubani che il governo sta promuovendo. È stata un'aggressione non convenzionale e opportunistica che ha approfittato della complessa situazione che il paese sta affrontando in questo momento. 

 

[D] Il settore nato con le liberalizzazioni ha un ruolo nelle proteste?

[R] No. A oggi, non ci sono rapporti che indichino il settore privato con un ruolo predominante in queste proteste. In queste proteste c'era chi usciva per esprimere le proprie preoccupazioni per le carenze esistenti e ci sono stati anche criminali che hanno approfittato dei disordini per compiere atti di vandalismo. Ma non può essere segmentato per settori della società. La grande maggioranza del settore privato sostiene il processo rivoluzionario e le trasformazioni che si stanno intraprendendo. Questo settore si è unito alla condanna del blocco statunitense e delle nuove misure di assedio economico, che sono state pregiudizievoli per i lavoratori dei trasporti, i proprietari terrieri, gli artigiani e i lavoratori della ristorazione, che non solo hanno visto colpiti i loro redditi, ma anche le loro possibilità di accesso ai finanziamenti e ai beni materiali per sostenere la loro attività economica che, nel 2020, rappresentava già il 13% della popolazione attiva (circa 600.000 persone). L'anno scorso è stata approvata la politica di sviluppo delle micro, piccole e medie imprese del paese, così come la politica di sviluppo territoriale, che offrono un quadro sempre più favorevole allo sviluppo di questo settore e al suo contributo allo sviluppo del paese. Favoriscono, inoltre, gli investimenti che possono venire da paesi come l'Italia, che hanno un tessuto economico basato sulle PMI.

 

[D]Ci sono istituzioni finanziarie che possono sostenere l'economia cubana che ha bisogno di investimenti meno condizionati?

[R]Gli investimenti esteri per Cuba sono una necessità. Abbiamo un'economia molto aperta. Inoltre, non siamo un paese ricco di risorse naturali e il risparmio nazionale non è sufficiente per fare gli investimenti necessari al nostro sviluppo economico e sociale. È per questo che dobbiamo ricorrere a finanziamenti esterni, sia attraverso crediti sia attraverso investimenti esteri diretti. Ci sono molti settori in cui le istituzioni finanziarie e gli uomini d'affari potrebbero investire a Cuba e ci sono anche molti aspetti favorevoli per questi investimenti, come: un quadro giuridico sicuro e trasparente; la presenza di infrastrutture portuali, stradali, ferroviarie e di comunicazione adeguate alle necessità degli investimenti esteri; la rappresentanza di istituzioni al servizio degli investitori, con personale altamente qualificato; la stabilità politica, sociale e giuridica; una posizione geografica favorevole; alti indicatori in termini di istruzione, sicurezza sociale e salute della popolazione; tra gli altri. Siamo aperti agli investimenti e agli investitori, sempre nell’ambito della legalità, senza condizioni e proteggendo gli interessi della Nazione.

 

[D] Infine, con un occhio rivolto al futuro, ti chiediamo come si sviluppa il pensiero delle nuove generazioni che non hanno vissuto la rivoluzione: a cosa mirano e quali sono oggi i loro modelli?

[R] È sbagliato dire che le nuove generazioni non hanno vissuto la Rivoluzione. La Rivoluzione non è la storia di un movimento che ha assunto il potere politico a Cuba nel 1959; la Rivoluzione è un processo ancora in costruzione, ancora in movimento. Di conseguenza, i giovani di oggi possono vivere la Rivoluzione proprio come hanno fatto i giovani della generazione di Fidel Castro. Ognuno nel proprio tempo e con le proprie sfide. I giovani di oggi stanno conducendo la battaglia contro la Covid-19. Gli atleti che hanno reso orgogliosa Cuba alle Olimpiadi di Tokyo appena concluse sono anche, per la maggior parte, giovani. Il parlamento cubano ha 80 deputati tra i 18 e i 35 anni, cioè giovani, che rappresentano il 13% di tutti i deputati. L’Unione dei Giovani Comunisti di Cuba ha più di 600.000 membri. In sintesi, il lavoro della Rivoluzione Cubana si basa sui giovani, senza l'appoggio dei giovani non ci sarebbe futuro. I giovani della Cuba di oggi aspirano a un futuro migliore. Aspirano a vivere senza blocco, in un paese indipendente e sovrano, a lavorare per sviluppo migliore, per una democrazia sempre più partecipativa e per un socialismo più prospero e sostenibile.

29/08/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

Condividi

<< Articolo precedente
Articolo successivo >>