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Como, ora e sempre resistenza!

A Como, città di frontiera con la Svizzera extra-UE, flussi migratori con tanti respingimenti, una rete di accoglienza sotto mira dei gruppi fascisti, la manifestazione nazionale degli antifascisti.


Como, ora e sempre resistenza!

Como. Il 9 dicembre migliaia di persone hanno raggiunto il Monumento dedicato alla Resistenza europea che fu inaugurato dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Posizionato sulla riva del lago nei giardini pubblici dove ci sono anche il Mausoleo dedicato ad Alessandro Volta e il Tempio ai Caduti disegnato dal futurista Antonio Sant’Elia. Una manifestazione nazionale a sostegno della rete “Como senza frontiere”: che, mentre svolgeva una riunione di attivisti nella sede dell’associazione qualche sera prima, è stata invasa da un gruppo di skinhead che hanno letto un delirante volantino di stampo nazifascista, uscendo poi dalla sala e lasciando basiti i presenti.

Immediata la mobilitazione antifascista, elevata la risonanza mediatica dell’intrusione delle teste rasate che sono state identificate perché già note a diverse questure lombarde e venete. Uno dei nazifascisti ha già una pesante condanna per violenze. Il ministro Martina (PD) e il segretario del suo partito, Renzi, hanno subito colto l’occasione della rilevanza strategica elettoralistica: così è nata la convocazione della manifestazione nazionale a Como. Due deputati (Chiara Braga e Mauro Guerra) che sono di queste parti, insieme al milanese Emanuele Fiano hanno interpellato il ministro Minniti. Insomma, tutta una cosa in casa PD, che si è mobilitato a livello regionale e provinciale. Una sconveniente mossa, decine di messaggi whatsapp sull’opportunità di esserci con o senza bandiera del partito.

Antonello Patta, segretario regionale Prc/SE Lombardia ha subito dichiarato: “il 9 dicembre Rifondazione Comunista sarà in piazza con la Rete Como Senza frontiere della quale siamo tra i fondatori. Ci saremo senza adesione politica alla manifestazione del Pd che sfoggia un antifascismo dal sapore elettorale”. Aria di polemica, dunque, nei giorni precedenti la manifestazione, in questa città di frontiera con la Svizzera, Paese extra-UE che respinge al confine tanti migranti che vorrebbero entrare o attraversarla per andare in Germania. Dunque, il 9 dicembre il Partito della Rifondazione Comunista della Lombardia si è trovato in piazza a Como “per rivendicare l’applicazione della Costituzione Antifascista nata dalla Resistenza, e per denunciare ancora una volta la pericolosissima deriva neofascista che da anni attraversa il nostro Paese e la nostra Regione”, come ha dichiarato Antonello Patta.

Sui social agli inviti di iscritti al Pd in molti hanno risposto che “la responsabilità dei rigurgiti fascisti è anche di istituzioni, prefetture e ministri degli interni di governi guidati o sostenuti dal Pd perché da anni, invece di garantire il Dettato Costituzionale, applicare le leggi esistenti e sciogliere le organizzazioni neofasciste, mostrano inerzia e tolleranza verso le tantissime manifestazioni di apologia”.

Così sabato scorso il luogo scelto per la manifestazione nazionale antifascista “E’ questo il fiore” rischiava di apparire il tappeto rosso per la sfilata di qualcuno, la presenza di contorno di altri e l’assenza di molti.

La cronaca ci fa raccontare, invece, di una mattina con tante bandiere (del PD, della CGIL, della CISL, dei Socialisti, di Rifondazione Comunista, dell’ANPI, dell’Arci, di Possibile, di Sinistra italiana), con slogan diventati canzoni della nostra storia, come “bella ciao” della “Canzone del Partigiano”, con il complesso dei “Settegrani” sul palco dove alle loro ballate si sono intercalati gli interventi di giovani, a partire dalla portavoce dell’associazione “Como senza frontiere” che da quasi due anni ha l’obiettivo di contribuire a modificare la percezione attualmente distorta del fenomeno migratorio.

Il segretario del PD Renzi, i ministri Martina, Pinotti, Del Rio, Orlando, Fedeli, la segretaria della CGIL Camusso, la presidente della Camera Boldrini sono rimasti sotto il palco, dove si sono visti anche il candidato a presidente della Lombardia per il centro-sinistra Gori, il mediatore del PD Fassino, alcuni sindaci di comuni della provincia di Como.

Assente il sindaco di Como, centrodestra, irrispettoso riguardo la presenza della presidente della Camera e di alcuni ministri e coerente con la politica dei partiti che lo hanno candidato ed eletto: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia. Assente anche il M5S. Assente gente che sottovaluta le provocazioni dell’estrema destra, gli atti di squadrismo fascista e xenofobo, che è razzista e non accogliente, che ha messo in sonno la ragione. Tra questi occorre citare anche quei commercianti che con una loro associazione non hanno detto o scritto una parola di solidarietà a “Como senza frontiere” e quei commercianti che con un’altra loro associazione, oltre a non aver detto o scritto una parola di solidarietà a “Como senza frontiere”, si sono rivolti al Prefetto perché non autorizzasse la manifestazione antifascista nella giornata di sabato nel “ponte” della Madonna a loro troppo utile per riempire il cassetto.

Forza Nuova ha svolto una contromanifestazione in un lussuoso albergo sul lungolago, pronunciando grossolane menzogne che alimentano odio e violenza in nome di una presunta difesa degli italiani.

Insomma il crescente numero di atti nazifascisti contro la dignità umana va fermato in nome del sacrificio di quanti hanno animato la Resistenza e consentito di avere la Costituzione che andrebbe difesa.

16/12/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Guido Capizzi
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