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Il Taser ha colpito anche in Italia

Il primo ad essere colpito dal Taser è una persona in evidente stato di agitazione, proprio quelli che non dovrebbero essere presi di mira con la nuova arma.


Il Taser ha colpito anche in Italia

Chissà se il ventiseienne turco fermato a Firenze sarà fiero di essere il primo ad aver collaudato la nuova arma in uso alle forze dell'ordine da settembre di quest'anno. Probabilmente, trattandosi di un individuo in stato di agitazione, e quindi non in possesso delle sue facoltà di intendere e volere, non poteva neanche capire cosa gli stava per succedere.

La nuova arma (progettata negli anni settanta), detta anche “dissuasore”, “storditore”, “pistola elettrica” o “fucile elettrico” deve in realtà il suo nome al personaggio di racconti fantastici per ragazzi degli anni sessanta, Thomas A. Swift, in quanto ne è l'acronimo insieme a Electric Rifle (TASER). Spara due dardi con traiettorie non parallele per accrescere la distanza tra i colpi e quindi aumentarne l'intensità. I dardi sono collegati alla pistola da sottili fili elettrici lungo i quali si trasmette una scarica ad alta tensione e bassa intensità di corrente. L'impulso elettrico determina la paralisi neuromuscolare ed è in grado di immobilizzare il soggetto, determinandone la caduta. Talvolta questa caduta può anche determinare gravi danni nella persona colpita, come si è già verificato negli USA, dove il Taser è usato da molti anni.

L'arma agisce anche se i dardi colpiscono solo gli abiti. Però deve essere diretto solo su fianchi , schiena ed arti, evitando testa, collo e genitali. A questo scopo è dotata di puntatori laser che consentono di verificare dove colpiranno i dardi. Inoltre un sistema di memoria registra le operazioni effettuate.

Dopo la scarica l'agente può entrare in contatto col soggetto senza subire l'effetto della corrente elettrica. Quindi è un'arma che tutela perfettamente le forze dell'ordine, mettendole in condizione di fermare un soggetto senza l'uso di un'arma da fuoco convenzionale o di un contatto ravvicinato. Indubbiamente meno pericolosa, mette al riparo onesti lavoratori dalle “noiose inchieste” che possono seguire la morte di soggetti che subiscono fermi di polizia. Il nostro prode ministro dell'Interno auspicava di poterne dotare presto tutte le forze dell'ordine.

È evidente che non risolve tutti i problemi, forse ne creerà di nuovi, e non trasformerà i poliziotti in Superman: è inadatto ai conflitti a fuoco e comunque il soggetto deve essere a una portata di 8 metri. Nel 2004, negli Stati Uniti la Taser International sosteneva che l'arma era adatta per fermare individui agitati e neurologicamente disturbati. Nel 2013 invece si è concluso di non usarla su soggetti in stato di agitazione per disturbi mentali o, peggio, in seguito ad assunzione di droghe. Tutto ciò in seguito ai circa 1000 casi di morti, come conferma Amnesty International, dovute alle conseguenze della scarica elettrica. Ovviamente se poi si parla di persone cardiopatiche o dotate di pacemaker o addirittura donne in gravidanza, mi pare che sia evidente la pericolosità di un tale trattamento.

Il Taser è stato inserito dall'ONU nella lista degli strumenti di tortura. Infatti, il primo fermato in Italia è stato ricoverato in ospedale, dove è stato curato per gli esiti del colpo ricevuto, che avrebbero potuto essere anche più gravi. Bisogna augurarsi che i malviventi possano esibire quanto prima un certificato di sana e robusta costituzione e, per le donne in età fertile, un test di gravidanza negativo.

15/09/2018 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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