Interni

A pochi giorni dalla partecipata e colorata manifestazione a Coltano (circa 10 mila partecipanti) indetta dal comitato NO Base e dalla popolazione del Borgo abbiamo rivolto alcune domande al Comitato No Camp Darby sulla militarizzazione del territorio.

Si profila un aumento dei carichi di lavoro per i docenti e una decurtazione del potere d’acquisto dei salari, insieme al taglio di migliaia di cattedre. Se insegnanti e sindacati non sapranno rendere efficace lo sciopero del 30 maggio, rischiano una sconfitta da cui sarà difficile rialzarsi.

Timeo Danaos et dona ferentes, temo i greci anche quando portano i doni. La militarizzazione dei territori, anche quando mascherata da investimenti di rigenerazione urbana, non porta benefici ai territori.

“Ribellarsi è giusto”, diceva Mao, soprattutto se il nostro popolo non intende essere risucchiato nel vortice globale determinato dall’ineluttabile fine dell’Occidente che ci trascina in un drammatico contesto di aumento della miseria, devastazione ambientale e guerra totale

Forse il più grande servizio sociale che possa essere reso da chiunque al paese e all'umanità è formarsi una famiglia (George Bernard Shaw)

Nostra intervista a Federico Giusti, esponente del Comitato No Camp Darby, dopo il presidio davanti alla base militare Usa. Urge costruire un nuovo movimento che metta insieme il no alla guerra, alla Nato, all’impoverimento delle classi popolari, al governo Draghi e all’Unione Europea.

Piccolo ritratto di Franco Ammendolia, compagno e educatore di tante generazioni di giovani, militante nelle lotte sociali e ambientali e appassionato animatore culturale.

Il mese scorso si è tenuto a Milano – analogamente ad altre città nello stesso periodo – un dibattito pubblico organizzato dal Centro culturale Cumpanis sul tema dell’unità dei comunisti e della ricostruzione di un partito comunista in Italia. Pubblichiamo una sintesi dell’intervento del presidente del centro culturale Cumpanis milanese, Vladimiro Merlin, che ha delineato le necessarie caratteristiche non elitarie e non di testimonianza del partito comunista futuro tutto da costruire, unendo i cocci dell’attuale frammentazione.

A Livorno, il 25, 26 e 27 marzo scorsi si è tenuto il secondo congresso del Partito comunista italiano: al centro dell’attenzione l’unità dei comunisti e la costruzione di un fronte unico della sinistra di classe, entrambi temi cari al nostro collettivo. “La Città Futura”, presente ai lavori, ha portato il suo saluto.

L’Anpi che esce dal suo 17° congresso assume la fisionomia di un nuovo soggetto politico della sinistra a cui i comunisti dovrebbero partecipare con idee e proposte in grado di favorire profondi cambiamenti sociali.

Come collettivo politico “La Città Futura” stiamo seguendo con notevole interesse, voglia di partecipazione e spirito di disponibilità ed apertura, il percorso che si è avviato con l’occupazione della fabbrica GKN e che ha visto già una serie di appuntamenti in tutta Italia, sino all’ultima manifestazione organizzata per il prossimo 26 Marzo.

Esprimiamo la nostra piena e incondizionata solidarietà al professor Angelo d'Orsi che negli ultimi giorni è stato fatto oggetto di infamanti nonché patetici commenti dal direttore de La Stampa Massimo Giannini che non perde occasione per mostrare quanto il giornalismo italiano sia ridotto ad uno stato di deplorevole servilismo in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo.

Sullo sfondo della revisione del sistema catastale le problematiche dell’abitare e le questioni irrisolte legate alla tassazione.

Quali risultati può dare alla collettività un servizio educativo per i più piccoli che sia accessibile e di qualità?

Il lavoro agile non è un nemico di classe, ma una modalità di lavoro differente da altre come il telelavoro o il lavoro in presenza: breve storia del fenomeno, rischi e benefici per i lavoratori. Va contrastato in generale il processo di cottimizzazione delle retribuzioni.

Lo smart working nella Pa, “grazie” al covid, è un processo in fieri per comprendere il quale dobbiamo partire dalle modalità concrete della sua introduzione per poi inquadrarne il quadro di riferimento normativo e i rapporti di forza che cela.

Naturalmente il capo di uno Stato imperialista non può essere di sinistra, d’altra parte la sinistra perde la sua ragione di essere se non è in grado, attraverso il conflitto sociale, di avere peso nello scenario politico.

Il fine (rivoluzionario) giustifica i mezzi necessari alla sua realizzazione, anche per quanto concerne il complesso rapporto dialettico fra spirito di scissione e indispensabile politica delle alleanze, funzionale alla costruzione di un blocco sociale in grado di sostituirsi con successo al blocco sociale attualmente dominante.

Come si spiega il paradosso dell’impossibilità di attuare le politiche classiche di redistribuzione della socialdemocrazia e la perdurante nostalgia per questo movimento da parte di intellettuali e classi medie? Il compito dei comunisti per la Rivoluzione in Occidente.

Per quanto si viva indubbiamente in una fase di restaurazione, restano aperte delle contraddizioni che potrebbero essere foriere di sviluppi positivi non del tutto trascurabili per chi si batte per l’emancipazione del genere umano.

La sindemia da Covid-19 ha messo ancor più in rilievo l’oppressione particolare riservata al genere femminile. Il capitalismo ha ereditato le strutture patriarcali e le utilizza per assicurarsi lavoro gratuito di riproduzione sociale che agevola l’estrazione di plusvalore.

Il Disegno di legge del governo sul mercato e la concorrenza spalanca le porte per privatizzare quel poco dei servizi locali che ancora è rimasto in mano pubblica. Occorre costruire un vasto movimento per il ritiro del disegno.

Nella presentazione del Centro Politico-Culturale Cumpanis di Milano, gli spunti (tratti dal libro di Cunhal Il partito dalle pareti di vetro) per un cammino verso l’unità dei comunisti e la ricostruzione di un partito comunista all’altezza dei tempi in Italia.

Cambiano le normative in materia di appalti ma le ombre prevalgono sulle luci. Il subappalto viene liberalizzato consentendo una oggettiva tendenza alla contrazione del costo del lavoro che si tradurrà in riduzione orarie, salariali e contributive e, probabilmente, qualche morto in più.

Chi pensava al premier Draghi come alleato delle forze progressive ha dimenticato le ragioni per le quali è nato questo esecutivo e soprattutto gli interessi perseguiti. Il capitolo pensioni e delocalizzazioni impone ai sognatori del centro sinistra una full immersion nella realtà.

Dopo decenni di processi farsa e depistaggi, parlano i familiari delle vittime di una tragedia che grida ancora giustizia. E denunciano: “andiamo a cercare i soldi, e troveremo la verità su questa strage”.

Lo sciopero generale dell’11 ottobre dovrebbe essere l’inizio di un percorso conflittuale nei luoghi di lavoro e nella società. Una prima riflessione sulla giornata di lotta.

I massimi esperti in materia affermano che non abbiamo affrontato in maniera adeguata la pandemia e che se non cambiamo rotta fenomeni di questo genere potrebbero ripetersi.

Nel capoluogo piemontese la Sinistra si presenta compatta, proponendo un esempio di coalizione a cui guarda tutto il resto d’Italia.

Mentre i pasdaran confindustriali tornano a licenziare imperversa il dibattito sul green pass. Norme confuse e contraddittorie con il diritto sempre più lontano dall’obiettivo di salvaguardare la salute pubblica e invece assai attento alle ragioni del profitto.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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