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“Buona Scuola”. Un bluff firmato Renzi-Giannini

In 40 piazze italiane è in atto la contestazione del mondo della scuola contro il DDL Renzi-Giannini, con cui s’intende riorganizzare la scuola italiana, privatizzandola, in ubbidienza alle politiche liberiste. Nella Capitale si sono riuniti a Montecitorio, per protestare contro la riforma della scuola, molte sigle fra cui gli Autoconvocati, Rifondazione comunista, i comitati No-Invalsi e i comitati per la Lip


“Buona Scuola”. Un bluff firmato Renzi-Giannini

 

Contestazioni in 40 piazze italiane. A Montecitorio, nella capitale insieme a studenti e autoconvocati della scuola, scende anche Rifondazione. L’altra scuola dell’Uds, in alternativa alla “Buona scuola”. I punti fondamentali della riforma della scuola e della controriforma degli studenti. Molto lacunoso il ddl approvato dal cdm. Precariato a rischio.

di Alba Vastano

È il 12 marzo. In 40 piazze italiane è in atto la contestazione del mondo della scuola contro il DDL Renzi-Giannini, con cui s’intende riorganizzare la scuola italiana, privatizzandola, in ubbidienza alle politiche liberiste. Nella Capitale si sono riuniti a Montecitorio, per protestare contro la riforma della scuola, molte sigle fra cui gli Autoconvocati, Rifondazione comunista, i comitati No-Invalsi e i comitati per la Lip. Sindacati di base, movimenti delle scuole di Roma e l’Uds. Nel frattempo il Cdm approvava il ddl “La Buona scuola”. “La riforma della scuola è quella principale per il Paese, ne siamo orgogliosi. Ora la palla passa al Parlamento. Le proposte sulla scuola sono realizzabili abbastanza rapidamente, con grande intensità, se il Parlamento vorrà lavorare con senso d'urgenza. Sono molto ottimista.” dichiara il premier in conferenza stampa.

Nel rapporto “La buona scuola”, quel trattatello rosso partorito dalle menti buontempone del fantasioso duo di palazzo Chigi, c’é tutta l’Italia che non va. Quella dei governi dalle facili promesse, dalle riforme incomprensibili e incongruenti, dell’ottimismo strumentale, della ricerca del consenso ai castelli di carta. Qualcosa si agita, però, in questo eterno paese di Pulcinella. Sarà forse l’eco dei fibrillanti movimenti dei paesi europei della sinistra radicale. La realtà di casa nostra é che gli italiani stanno male. Lavoro non ce n’é. Qualcuno vende casa, perché non può pagare più il mutuo. Qualcuno dà via i tesori di famiglia per la sussistenza. Altri il lavoro lo perdono e non lo ritrovano più. Ci sono tutti i presupposti per ingenerare un forte movimento di protesta, come in Grecia, come in Spagna. A salvarci forse potrebbe ancora la promozione della cultura investendo sulla scuola. Ripristinando quella di una volta, quella in cui si insegnava a pensare autonomamente e il pensiero critico portava ad indignarsi e al coraggio delle scelte. Ma é in atto almeno da un ventennio lo smantellamento della scuola pubblica e nessun governo, nessun ministro dell’istruzione sa metterci mano. La “Buona scuola” di Renzi non convince chi nella scuola ci vive, chi spera di entrarci e sta in anticamera da anni, nell’ansiogena veste da precario.

La Buona scuola. I sei punti fondamentali del DDL Renzi-Giannini

Assumere tutti docenti di cui la scuola ha bisogno, proponendo un nuovo modello d’insegnante che non comporti necessariamente l’insegnamento e la lezione in classe (ma se un insegnante non insegna che fa?). Nuove opportunità per tutti i docenti. Insegnanti in carriera e premi di produzione ai più “bravi” (e vai con la meritocrazia!). Valutazione, trasparenza, apertura, burocrazia zero: Per migliorare, capire e amministrare la scuola. Digitalizzare per diventare efficienti. Diventare efficienti per migliorare la scuola - intanto si propongono i test Invalsi e piovono calcinacci e polveri di amianto. Manca la carta per le fotocopie e persino la carta igienica. “No alla connessione internet, perché costa troppo”. Così “sparano” alcuni Ata dalle segreterie delle scuole.

Ripensare ciò che si impara. Musica, storia dell’arte e sport. Alfabetizzazione in lingue straniere ed economia (magari, e non come optional, anche qualche ora di nostrana lingua, ché gli allievi hanno dimenticato cos’é la morfologia e la sintassi, e invadono la rete di “K”). 

Scuola al lavoro. Saper fare (sì e dopo? Li assumiamo con contratti a tempo indeterminato. Tanto ora ci pensa il Jobs act a rendere stabile il lavoro).

Le risorse per la buona scuola, sia per le pubbliche che per le private: continuiamo a dar fondi alle private. Renzi, Robin Hood al contrario. Toglie ai poveri per dare ai ricchi.

L’Altra Scuola. La protesta dell’Uds (Unione degli studenti)

È stato presentato dall’Uds un documento, in alternativa al rapporto Renzi. Lo discutono alla Camera: Landini (Fiom), Vendola (Sel), Pantaleo (Flc Cgil). D’Errico (Unicobas), Boscaino (Lip). Si articola su sette punti fondamentali.

“Diritto allo studio: trasferire i 50 milioni annui concessi alle private ai finanziamenti per il diritto allo studio, esenzione delle tasse scolastiche per gli studenti a rischio dispersione, borse di studio da attribuire senza merito agli studenti con una soglia Isee inferiore ai 25 mila euro annui. 

Agevolazioni per trasporti, musei e iniziative culturali. Misure per favorire l’integrazione degli immigrati e per i portatori di handicap.

Alternanza scuola-lavoro: introduzione di uno statuto che garantisca la qualità dell’esperienza lavoro nelle aziende. Possibilità per tutti gli studenti delle scuole superiori e non solo per gli istituti tecnici. Aumenti dei fondi per creare un progetto scuola lavoro più esteso. Finora ne usufruiscono sono il 9% degli studenti italiani e appena 2000 scuole professionali.

Valutazione: L’altra scuola propone un modello alternativo all’Invalsi (valutazione dei saperi standardizzati). Gli studenti chiedono una valutazione narrativa che comprenda tutto lo storico dell’apprendimento dello studente. Che siano strumento per favorire la crescita e la motivazione e non punitivo.

Edilizia scolastica: pensare alle emergenze per mettere in sicurezza gli edifici più in degrado, realizzare scuole ex-novo, reperire aree per le attività studentesche.

Programmi: superamento delle lezione frontale, passando dalla didattica alla partecipazione come progetto educativo. Sostituzione dell’insegnamento della religione con la storia delle religioni. Introduzione di testi bilingue da distribuire agli studenti stranieri.

Lip: Potenziamento e ampliamento della LIP, la Legge di Iniziativa Popolare sottoscritta da oltre centomila cittadini per abrogare la riforma Moratti

Insegnanti: gli studenti chiedono che il ministro Giannini informi dettagliatamente sulla modifica dei corsi abilitanti all’insegnamento

E in ultimo gli studenti chiedono un maggior investimento sull’istruzione, fino al 6,5 % del Pil per avere una scuola gratuita e al passo con L’Europa.”

Un’efficiente riforma dovrebbe avere nel cuore l’assunzione di tutto il precariato, secondo i dettami della commissione europea. Dei 150 mila precari da traghettare dalle GAE al ruolo, a conti fatti, con la riforma Renzi, ne entreranno solo 50 mila. E gli altri? E i 450 mila docenti senza abilitazione che sono impiegati nella scuola per le supplenze annuali? Rimandati a tempi migliori. A quando entreranno in cassa altri fondi. Un budget corrispondente almeno a tre miliardi di euro. Per ora nel portafoglio del governo la legge di stabilità ha versato un miliardo che dovrà rispondere a diverse voci. Non solo all’immissione in ruolo di una parte del precariato, ma anche al progetto del rapporto presentato da Renzi che prevede l’alternanza scuola-lavoro per gli ultimi anni degli istituti professionali (modello deutsch). La formazione dei docenti e le attività per favorire il tempo pieno E si ventila la possibilità di un concorso entro il 2015, per l’assunzione diretta di un’altra tranche di precari fuori dalle graduatorie. Ma arrivano a raffica le contestazioni: “che senso ha indire un nuovo bando, quando i 12 mila docenti vincitori del concorso del 2012 non sono ancora stati assunti?”. 

Così Anna Maria Santoro della Flc-Cgil. Una serie infinita di incongruenze, di riforme non pienamente attuabili. Un affondare impietoso su punti nevralgici per renderli ancor più dolenti. Come l’enorme popolo del precariato che in buona parte tale resterà ancora per qualche anno. La formazione dello staff manageriale che ruota attorno all’ad, l’ex preside, e che sarà motivo di faide intestine fra docenti, in barba all’equità e a favore del falso merito, che sarà attribuito e compensato in busta paga, per lo più in misura discrezionale. E i fondi alle private, violazione plateale dell’art. 33 della Costituzione. Si evince che l’operazione “Buona scuola” é un atto di sadismo ed è figlia legittima delle politiche liberiste che stanno distruggendo la democrazia e smantellando lo stato di diritto.

14/03/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Alba Vastano

"La maggior parte dei sudditi crede di essere tale perché il re è il Re. Non si rende conto che in realtà è il re che è il Re, perché essi sono sudditi" (Karl Marx)


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