Economia e Lavoro

Secondo l’Inps nei primi 10 mesi del 2015 abbiamo ottenuto 415.577 posti di lavoro in più rispetto allo stesso periodo del 2014.

Uno scenario importante dello scontro interimperialistico in atto si sta giocando nella realizzazione di alcuni grandi trattati sovranazionali.

Il referendum sulla piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale e le contraddizioni in casa Fiom.

La creazione delle grandi istituzioni sovranazionali del capitale si può far partire dalla fondazione del Fmi e della Bm.

Il Poletti-pensiero si può riassumere così: studiare tanto, e soprattutto farlo bene, vuol dire solo perdere tempo.

La disoccupazione è una piaga che sta distruggendo il futuro di milioni di giovani.

Sono quasi 5 milioni i lavoratori in attesa del rinnovo del contratto secondo l’Istat.

Viaggio nella crisi.Parte V.Le mutazioni strutturali che caratterizzano il passaggio dalla fase multinazionale a quella transnazionale dell’imperialismo.

Un corteo sottotono della piattaforma "Unions" che testimonia comunque di un popolo che ha voglia di tornare protagonista.

La vicenda di Uber è veramente emblematica e lascia intravedere l'avvento di un nuovo paradigma nei rapporti di lavoro in questa fase evolutiva del capitalismo.

"Essere di sinistra – e ancora prima essere per la giustizia sociale e per l’uguaglianza – significa lottare contro il precariato".

Viaggio nella Crisi. Parte III.

I lavoratori e le lavoratrici della grande distribuzione hanno scioperato in massa contro gli ulteriori tagli al salario.

Il 29 e 30 ottobre c’è stato uno sciopero generale che non ha avuto grande risalto nella stampa.

Viaggio nella crisi parte II. Il carattere dell'odierno imperialismo transnazionale

La lotta contro le politiche “attive” del lavoro del Governo Renzi.

Intervista a Francesco Schettino, ricercatore di economia politica alla Seconda Università di Napoli e redattore della rivista La Contraddizione.

Iniziamo con questo articolo un serie dedicata alla crisi, al suo sviluppo, e ai suoi aspetti concreti.

Seconda parte dell’analisi del fenomeno dei morti sul lavoro e delle malattie professionali.

Parte 1 di 2. Ogni giorno in Italia muoiono in media 3 lavoratori per infortuni sul luogo di lavoro.

Migliaia di lavoratori e lavoratrici sono alle prese con i cambi di appalto, alla mercé delle amministrazioni locali del PD e della destra che ormai parlano linguaggi simili e assumono, rispetto ai lavoratori meno tutelati, politiche improntate a logiche di mercato.

La bocciatura del rinnovo contrattuale dei lavoratori FCA negli Stati Uniti, parla anche a noi, in Italia.

Sin dagli anni ‘70 si consumano tra diversi economisti le più bizzarre dispute tese a contrapporre alla teoria del valore di Marx argomentazioni di un “marxismo senza Marx”.

La storia recente della costante erosione dei diritti dei lavoratori.

Se la crisi sconfessa le teorie liberiste, meglio dare la colpa a Marx e Keynes.

Il nuovo corso politico di Syriza è ancora più evidente dopo l’ultima affermazione elettorale.

Troppo spesso l’essenza del fenomeno dell’immigrazione è data per scontata ma proprio perciò non è realmente conosciuta

“L’Italia deve tornare a competere”. Una affermazione che industriali e capi di governo in questi anni continuano a mettere un po’ ovunque.

Un pensiero divergente per non addormentarsi.

Una riforma dell’UEM per attribuire alla BCE gli stessi poteri di prestatore di ultima sostanza nei confronti degli stati membri, non può rappresentare la via d’uscita dal regime di austerità.

La lotta degli operai alla Marcegaglia Buildtech di Milano contro licenziamenti e deportazione. Bilancio di una prima battaglia vinta.
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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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