Negli ultimi tre decenni, la produzione dei principi attivi farmaceutici (API, Active Pharmaceutical Ingredients) e degli intermedi chimici essenziali è migrata massicciamente dall’Occidente verso l’Asia, in particolare Cina e India. Questo spostamento, dettato da motivi economici e ambientali, ha generato una dipendenza strategica strutturale delle economie occidentali dalla capacità produttiva cinese. Il fenomeno riguarda tanto gli Stati Uniti quanto l’Unione Europea, ma con effetti differenti. Gli USA, in quanto ancora partner complesso verso la Cina, riescono a ottenere forniture più economiche e stabili, che il paese di mezzo accetta, mentre l’Europa, per il suo essere divisa e senza una guida affidabile, non ottiene. L’Europa con il suo essere ondivaga e spesso legata ad umori del leader europei, appare alla Cina più vulnerabile a interruzioni e rincari. Insomma la Cina con gli USA opera in un mercato temprato dal bisogno di farmaci mentre verso un’Europa agli occhi cinesi, in stato confusionale, opera rincari.
La Cina è oggi il principale produttore mondiale di API e materiali di base per farmaci di uso comune. Secondo una stima del Brookings Institution, Pechino “controls 80–90% of the global supply of active pharmaceutical ingredients”. Analogamente, il centro di ricerca China Observers in Central and Eastern Europe (CHOICE) osserva che “China currently produces about 40% of APIs, India about 20%”. Un rapporto della European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations (EFPIA) ha stimato che il 23% degli API importati nell’UE proviene direttamente dalla Cina. Durante la pandemia di COVID-19, l’impatto di questa concentrazione è emerso chiaramente: quando Pechino e Nuova Delhi limitarono l’export, molti Paesi europei si trovarono a corto di antibiotici e analgesici, evidenziando una fragilità di sistema.
Grazie alla potenza contrattuale delle grandi multinazionali (Pfizer, Johnson & Johnson, Merck), Washington ha mantenuto una dipendenza “gestibile”, fondata su partnership dirette con l’industria cinese e un mercato domestico di dimensioni tali da imporre condizioni vantaggiose. Un rapporto del U.S.-China Business Council (2024) contesta le cifre estreme del “80%”, precisando che “the FDA does not know whether Chinese facilities are actually producing APIs, how much they are producing, or where the APIs are distributed”. Tuttavia, fonti indipendenti come Exiger (2025) e CIDRAP (Università del Minnesota) stimano che tra il 60 e il 90% degli antibiotici statunitensi si basi su principi attivi prodotti in Cina.
L’Unione Europea, al contrario, ha perso la gran parte della propria capacità interna di sintesi chimica e API, a causa di normative ambientali stringenti, alti costi e frammentazione industriale. Secondo il Mercator Institute for China Studies (MERICS), “Europe’s increasing reliance on China for critical drugs” è ormai un fatto compiuto, con la chiusura di stabilimenti europei incapaci di competere con i prezzi cinesi. Un’inchiesta di Euronews (ottobre 2025) mostra che “three-quarters (76%) of all active ingredients for antibiotics imported to Germany now come from China”. La Commissione Europea stessa, in una nota interna del 2019, ha avviato un “dialogo strategico sulla dipendenza dell’UE dagli API prodotti in Cina”, riconoscendo la perdita di sovranità sanitaria.
Tre elementi spiegano perché gli Stati Uniti riescono a ottenere forniture più economiche e stabili. I motivi sono: 1. Joint ventures industriali: molte aziende statunitensi producono direttamente in Cina o controllano partecipazioni locali. 2. Mercato sanitario redditizio: la Cina ha interesse strategico a non ostacolare il flusso verso gli USA, per garantirsi entrate in valuta e partnership tecnologiche. 3. La forza geopolitica. Gli USA restano un cliente strategico troppo importante per essere penalizzato, anche in contesti di tensione. In Europa, invece, le normative ambientali e il decentramento decisionale fra Stati membri rendono difficile negoziare a condizioni paritarie.
Quali sono stati i tentativi europei di risposta? Dal 2022 la Commissione Europea ha promosso iniziative come, la Critical Medicines Alliance (2023) e la proposta di un Critical Medicines Act. Si sono organizzati programmi di re-shoring e incentivi per la produzione locale di farmaci. Tuttavia, i costi di riconversione sono elevati e i tempi lunghi. Nel frattempo, l’Europa resta fortemente dipendente da catene esterne, e ogni interruzione in Cina o India si riflette quasi immediatamente sui prezzi e sulla disponibilità dei farmaci di base.
In sintesi, quasi ogni farmaco occidentale contiene una componente cinese, diretta o indiretta, nella sua catena produttiva. Ma mentre gli Stati Uniti beneficiano di accordi più vantaggiosi e di maggiore flessibilità industriale, mantenendo prezzi più bassi. L’Europa, invece, paga costi più alti e resta più esposta a crisi di fornitura.
La dipendenza farmaceutica, lungi dall’essere un dettaglio tecnico, rappresenta una questione di sicurezza nazionale e geopolitica. Il “decoupling” totale è improbabile, in special modo per l’Europa, intgesa come continente oltre che UE. La diversificazione delle fonti, la trasparenza delle filiere e il rafforzamento della produzione europea sono passaggi essenziali per ridurre la vulnerabilità del continente europeo. La possibilità di un successo europeo in tale direzione è quanto meno impervia. Uno dei punti nodali è la normativa UE sulla sostenibilità ambientale, che andrebbe modificata. Ma se lo si facesse l’Europa demolirebbe il castello di regole di sostenibilità ambientale costruito negli ultimi decenni e che negli USA non sono così stringenti. Alla fine saranno i consumatori/pazienti a pagare l’essere nel continente più regolato del mondo.
Fonti principali:
- Brookings Institution: https://www.brookings.edu/articles/us-drug-supply-chain-exposure-to-china
- CHOICE: https://chinaobservers.eu/how-to-address-europes-dependence-on-medicine-imports-from-china
- EFPIA: https://www.efpia.eu/media/602699/production-import-dependencies-and-export-vulnerabilities-of-pharmaceuticals-for-the-eu27-final.pdf
- FDA: https://www.fda.gov/news-events/congressional-testimony/safeguarding-pharmaceutical-supply-chains-global-economy-10302019
- U.S.-China Business Council: https://www.uschina.org/wp-content/uploads/2024/10/Is-the-United-States-Dependent-on-China-for-Pharmaceuticals.pdf
- Exiger: https://www.exiger.com/perspectives/a-bitter-pill-america-dependence-on-china-made-pharmaceuticals
- MERICS: https://merics.org/en/merics-briefs/europes-increasing-reliance-china-critical-drugs-foreign-investment-china-africa
- Atlantic Council: https://www.atlanticcouncil.org/blogs/econographics/sinographs/pharmaceuticals-are-chinas-next-trade-weapon
- Euronews: https://www.euronews.com/2025/10/29/this-is-how-dependent-germany-is-on-chinese-medicines
- European Commission (DG SANTE): https://health.ec.europa.eu/system/files/201912/ev_20191217_788_en_0.pdf