Qualche giorno fa la CNN ha aggiornato il bilancio  ufficiale" dei feriti causati dell'attacco missilistico dell'Iran sulla  base americana di Ein Al Assad, in Iraq il 9 gennaio 2020 portandolo a 64 [0].  Come tutti ricorderete l’attacco fu effettuato come risposta al proditorio assassinio di Suleiman Qassem. La notizia sarebbe poco  significativa se non fosse che dal primo momento si negò che vi fossero stati  feriti e poi il comando americano ammise man mano 11, 16,37, 50 ed ora 64  feriti. Se si pensa che gli iraniani al momento degli attacchi dissero di aver  causato 80 feriti [1], le due cifre sono significativamente molto vicine e non  è escluso che in futuro coincideranno. Si aggiunga che questi attacchi  missilistici sono stati preannunciati dagli iraniani tramite i canali ufficiali  dell’ambasciata svizzera di Berna che cura gli interessi degli USA in Iran. Non  è escluso che si siano seguiti altri canali non ufficiali, ma più rapidi ed  efficaci. La risposta iraniana ci dice però due cose. La prima che la missilistica iraniana è molto avanzata.  La precisione del tiro iraniano non è una vanteria del paese mediorientale, ma  un timore, non infondato degli occidentali, in primis gli USA [2]. Specialmente  se l’accuratezza deriva da un sistema russo molto temuto in occidente  denominato Glonass. [3] Ciò spiega  la proposta di Trump di un negoziato con  l’Iran che oltre al nucleare iraniano dovrebbe interessare anche la potenza  missilistica di Teheran, con l’ovvia risposta negativa iraniana. Nelle  università scientifiche di Teheran da sempre si sviluppa una formidabile  conoscenza della Fisica applicata. Si ricordi che l’ex presidente Amadinejad  era docente di Fisica all’università di Teheran [5].
  Appare chiaro che il confronto tra la superpotenza, (sia pur  declinante, con modi e velocità di difficile comprensione), e il paese  governato dagli Ayatollah si sia incanalato, dopo l’uccisione del Generale  Suleiman Qassem,[5] verso nuovi rapporti e non tutti chiari. Cercheremo di  coglierne almeno le linee essenziali.
  Per comprendere l’esistente è necessario partire dalla  considerazione che l’assassinio di  Soleimani ha mutato la situazione in campo nel Medio Oriente in un senso marcatamente  sfavorevole agli USA. Ma naturalmente nel mainstream informativo  occidentale tale cosa non ha avuto riscontri di sorta. I mezzi di informazione  del primo mondo hanno cominciato con lo sminuire l’approvazione della legge a  forte maggioranza che dispone la partenza di tutte le forze straniere presenti  in Iraq, a partire dalle forze americane [6]. La risposta dei soliti  commentatori occidentali è stata quella di sostenere che il governo iracheno  non avrebbe applicato la disposizione del parlamento di Bagdad, alcuni  commentatori hanno aggiunto che al voto non avevano partecipato i curdi,  dimenticandosi poi di dire che la maggioranza era stata raggiunta  abbondantemente oltre il quorum richiesto e che il governo non ha sollevato  obiezioni di sorta. Nell’occidente democratico se le maggioranze convengono a  chi comanda sono buone, se non convengono non lo sono. La democrazia ad un  tanto al chilo oramai si impone in Occidente. 
  Però la forma peggiore di disinformazione è avvenuta pochi  giorni fa a seguito di imponenti manifestazioni di massa del popolo iracheno  contro la permanenza delle truppe USA nel paese. In Iraq si sono svolte  manifestazioni oceaniche con più di un milione di partecipanti che hanno  chiesto la partenza delle forze americana dal paese [7]. Come sono state  accolte in America queste manifestazioni si chiederanno i lettori? Beh sono  state derubricate dall’Associated Press a manifestazioni di centinaia di  persone, in presenza di immagini che mostrano ben più che centinaia di migliaia  di manifestanti, anzi si può parlare di milioni. Meno scorrettamente ha  commentato la CNN, che ha parlato di centinaia di migliaia di manifestanti [8].
  Alla data del 2 febbraio 2020, alle 10:01 UTC l’Associated  Press ha twittato che "centinaia" si radunano nel centro di Baghdad  per chiedere alle truppe americane di lasciare il paese. Bisogna tenere conto  che a capo di queste manifestazioni vi è Muqtada al-Sadr che non è certo uno  sciita radicale, casomai il contrario. I grandi centri di analisi geopolitica  filoamericani rispondono che se gli USA se ne andassero dal paese, esso  ritornerebbe sotto la minaccia dell’ISIS. Ovviamente la minaccia è più  apparente che reale, non fosse altro per il fatto che nel 2014 le forze di  Katheb Hezbollah che a quel tempo erano sprovviste di armi moderne, ma oggi non  difettano di esse a cominciare dei carri Abrahmas di costruzione americana,  senza contare altre armi sofisticate ottenute grazie al sostegno iraniano [9].  In definitiva nel il paese mesopotamico, sia la componente scita, sia quella  sunnita non vede nell’Iran un nemico, ma bensì un alleato. L’Iran altresì  oggi sta rafforzandosi sempre più militarmente e politicamente. Di questa  realtà ne ha parlato Rajab Safarov che ha sostenuto che l’Iran è divenuto una  potenza più che regionale, quasi internazionale. Precisando che se la Russia e  la Cina hanno interesse a mantenere le proprie forze nel Golfo Persico devono  saldare sempre più l’alleanza con l’Iran [10]. 
  Per comprendere come i fatti accaduti in Medio Oriente non  abbiano ottenuto il successo sperato dagli USA bisogna avere una conoscenza sia  pur per linee generali dell’Iran. L’Iran ha un sistema statale e di governo  molto simile alla Repubblica Platonica. La cosa non deve sorprendere e il  motivo è semplice: Khomeini, il  padre della rivoluzione islamica degli anni ’70 del XX secolo, era un docente  di Filosofia e ha insegnato per anni, fino a tarda età la filosofia platonica.  In occidente lo si vuole ignorare, ma i guardiani della rivoluzione questo  sono, sono gli Arconti di platonica memoria. Naturalmente il paese è complesso  e sfaccettato sia etnicamente che socialmente e religiosamente. Le classi  sociali sono decisamente  stratificate. Ma il cosiddetto regime, (uso questa parola per meglio essere  compreso, ma la ritengo non esattissima nel descrivere il sistema di potere  iraniano), riesce perseguendo la piena occupazione a riscuotere un vasto  consenso tra le masse, al netto della propaganda occidentale che ce lo descrive  perennemente sull’orlo del rovesciamento. Sarebbe appena il caso di notare che  gli studenti iraniani che hanno l’aspirazione di studiare all’estero non hanno  impedimenti di sorta, fossero anche donne e di fatto la componente femminile  nelle università è maggiore di quella maschile. Lo è a tal punto che in patria  il governo ha dovuto emanare una legge per la tutela delle quote maschili nelle  università Basti andare al Politecnico di Milano e si scoprirà che diverse  donne dell’alta borghesia di Teheran studiano li. Il solo limite che hanno sono  le possibilità economiche della famiglia di appartenenza, come del resto da noi  in occidente. Non mi dilungo molto, ma se la crisi monetaria iraniana non è  terminata, non è nemmeno peggiorata, anzi è lievemente migliorata, come  conferma il grafico nel link messo in nota [11].
  In conclusione, l’Iran  non è alle corde come ci vogliono far credere, ma diviso al suo interno si  compatterebbe come un sol uomo al momento di un attacco militare sul suo suolo  mirato a distruggerlo. Cosa stanno facendo gli Stati Uniti per addivenire ad  una soluzione del problema iraniano e del rischio reale di dover lasciare  l’Iraq per la  seconda volta? Ben poco, il piano di pace di Trump è fallito miseramente e  nemmeno i più stretti alleati degli Stati Uniti lo hanno realmente perorato.  Una ipotesi si potrebbe fare sulle azioni di Washington verso il paese. Essa  consisterebbe in una proposta, per adesso, molto ipotetica, di un ritiro  concordato delle forze USA e di quelle iraniane dall’Iraq e dalla Siria.  Proposta decisamente molto in aria, ma che potrebbe salvare la faccia a Trump.  Essa però prevede la fine in Siria della guerra e la conseguente vittoria di  Assad. Tutto è molto fumoso, ma cosa non è fumoso con Trump e il governo  americano? Poche cose. Speriamo che fra queste poche cose ci si in futuro un  ritiro reale da Siria e dall’Iraq dello Zio Sam.
  Apprendo in conclusione di questo articolo che gli USA, al  di la delle dichiarazioni strombazzate da Trump di non volersi ritirare, di un  parziale ritiro che Washington sta effettuando in maniera silenziosa, avendo  evacuato 15 basi nel paese per riposizionarle nelle basi di Ein al-Assad ed  Erbil.
  Sono convinto che entro l’anno non avremo soldati USA in  Iraq e conseguentemente nemmeno in Siria perché non è possibile per l’esercito  americano mantenersi in Siria se non ha truppe di supporto in Iraq. Il Medio  Oriente va verso una nuova risistemazione oggi ignota, ma è certo che essa non  precederà gli Stati Uniti. 
  Note
  [0] https://edition.cnn.com/2020/01/30/politics/pentagon-tbi-injuries-iran/index.html 
  [1] https://parstoday.com/it/news/iran-i205971-attacco_iran_alla_base_usa_80_terroristi_americani_uccisi_e_altri_200_feriti 
  [2] https://www.repubblica.it/esteri/2020/01/08/news/missili_iran_e_raggio_d_azione-245238706/?refresh_ce 
  [3] https://www.meta-defense.fr/it/2020/01/22/L%27accuratezza-dei-missili-iraniani-si-baserebbe-sul-sistema-glonassico-russo/ 
  [4] https://ilmanifesto.it/trump-offre-un-nuovo-negoziato-sul-nucleare-alliran-secco-no-di-tehran/ 
  [5] per  questo rimando al mio articolo su La Città futura: https://www.lacittafutura.it/esteri/iran-usa-dietro-la-facciata 
  [6] https://www.lastampa.it/esteri/2020/01/05/news/il-premier-iracheno-al-parlamento-truppe-straniere-fuori-dal-paese-prima-possibile-1.38290737 
  [7] https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/24/iraq-marcia-milionaria-a-baghdad-contro-gli-usa-il-leader-sciita-ritiri-le-truppe-e-paese-ostile/5683748/  https://ilfarosulmondo.it/iraq-fiume-umano-chiede-fine-presenza-americana/ 
  [8] https://edition.cnn.com/2020/01/24/middleeast/iraq-protests-us-troops-intl/index.html https://twitter.com/AP/status/1220647701391532033 
  [9] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/americani-fuori-dalliraq-24746 
  [10] https://theiranproject.com/blog/2019/12/28/iran-has-turned-into-a-superpower-in-intl-arena-safarov/ 
  [11] https://cambio-euro.it/valute/IRR-rial-iran/