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L’iniziativa spontanea e di massa dello sciopero del 22 Settembre

Il 22 Settembre si è verificato un evento importantissimo in tutta Italia: uno sciopero squisitamente politico, su questioni internazionali, indetto in sostegno della Global Sumud Flottiglia ed in contrasto con ogni forma di collaborazionismo del Governo italiano sul genocidio operato dallo Stato D’Israele nei confronti della popolazione civile di Gaza, si è concretizzato in un azione di massa che ha coinvolto centinaia di migliaia di lavoratori e studenti in moltissime città d’Italia.


L’iniziativa spontanea e di massa dello sciopero del 22 Settembre Credits: Caputo Angelo

Un fenomeno di questo tipo non accadeva da decenni ed il sottoscritto, nei suoi 30 anni di militanza politica non aveva mai visto un fenomeno del genere. Riconosco che, pur avendo partecipato a moltissime manifestazioni in difesa del popolo palestinese e, nonostante avessi riscontrato un enorme salto di qualità da quando la Global Sumud Flottiglia ha annunciato il progetto internazionale di organizzare una spedizione internazionale che portasse aiuti alla popolazione stremata di Gaza, ho avuto un iniziale momento di scetticismo quando è stato indetto lo Sciopero Generale da parte dell’USB. Riconosco inoltre che, nonostante avessi apprezzato moltissimo l’iniziativa dei portuali di Genova di sostenere attivamente la Global Sumud flotiglia e la determinazione con cui hanno espresso la volontà di bloccare tutto qualora fosse stata attaccata, la fissazione di una data precisa indetta più di due settimane prima mi aveva lasciato un po' perplesso. Nonostante ciò si è capito da subito che la macchina era partita e che la parola d’ordine “blocchiamo tutto” in pochissimo tempo era diventata di dominio pubblico; interiorizzata da decine di migliaia di attivisti che riempivano le manifestazioni in sostegno della causa palestinese. In quel momento tutti noi della redazione della Città futura, in un passaggio comune e spontaneamente condiviso abbiamo capito che avremmo dovuto accogliere lo sciopero e sostenerlo attivamente in tutti i posti di lavoro. La Global Sumud flottiglia aveva messo in luce tutta l’ipocrisia dei doppi standard dell’occidente ed in un afflato di spirito umanitaristico aveva posto, nei fatti, la contraddizione intrinseca a tutto il sistema dei valori occidentali: “la difesa dei diritti umani, che fino ad oggi, per mezzo di un controllo dei sistemi d’informazione internazionali veniva sistematicamente piegata agli interessi particolari dell’imperialismo si convertiva nel suo speculare opposto: la negazione dei diritti basilari della persona umana tradotta in un progetto di sterminio genocida attuato e rivendicato dal principale alleato dell’occidente: Lo Stato sionista e razzista d’Israele.

L’indignazione determinata dal sentimento per l’ipocrisia ormai sfacciata delle classi dominanti occidentali nei confronti di Israele, non ha coinvolto solo i settori della sinistra radicale e comunista che si mobilitavano su queste tematiche da tempo, ma una parte consistente di quel ceto medio riflessivo (insegnanti, artisti, intellettuali, ma anche molti studenti) che, negli ultimi trent’anni avevano condiviso – più o meno coscientemente – i fattori ideologici  di quella cultura illuministica su cui si fonda il meccanismo giuridico, logico e concettuale che poggia sul rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo in ogni luogo del mondo. La violenza scatenata da Israele e legittimata politicamente ed economicamente da Trump ha scosso nel profondo la coscienza civile, etica e politica di questi settori, spingendoli ad una radicalità e ad una determinazione impensabili fino a qualche tempo fa. Questo elemento andrebbe considerato con attenzione ed approfondito poiché svolge una funzione importantissima e risente a sua volta dei meccanismi molecolari di formazione di un’opinione pubblica generale potenzialmente contraria non solo al genocidio in Palestina ma anche a tutti i progetti di guerra e riarmo dell’UE. Un dato che ha veramente colpito tutti è la solidarietà manifestata dai cittadini bloccati nel traffico quando i manifestanti di Roma hanno deciso di bloccare la tangenziale, segno del sostegno di una parte consistente dell’opinione pubblica al popolo palestinese vittima di un genocidio ferocissimo.

Un dato che, invece, colpisce specularmente nell’altro senso è che, se si prescinde dai settori già impegnati nella lotta alla guerra (in primis i portuali che hanno veramente costituito l’avanguardia politica di questo movimento, ma anche gli operai della GKN) una parte consistente della classe lavoratrice nel settore privato, nelle fabbriche e nei trasporti, non riconoscendo contenuti concreti di natura rivendicativa e salariale ha deciso di non aderire allo sciopero. Parliamo di settori che in altri momenti (pensiamo ai trasporti) su vertenze specifiche legate al contratto hanno portato avanti vertenze anche decise e continuative nel tempo.

Il passaggio dalle questioni internazionali alle questioni sociali; dalle contraddizioni di fondo dell’imperialismo alla dinamica dello sciopero politico e sociale che mette in crisi il Governo non è ancora giunto, complice anche, ma solo in parte, l’errore della CGIl di aver prima sottovalutato il movimento in sostegno del popolo palestinese poi giungendo goffamente all’indizione di uno sciopero messo in altra data. Tuttavia, la forza del movimento contro il genocidio e la determinazione dei portuali di Genova è tale che da Genova è venuta l’indicazione di uno sciopero unitario qualora la Flottiglia venisse attaccata da Israele.

Il Governo Meloni, grazie a questa mobilitazione è stato messo in serie difficoltà, tuttavia, con il suo atteggiamento vittimista, tipico dei regimi di destra, non potendo recidere i suoi rapporti con Israele, ha concentrato tutta la sua attenzione sul trasferimento del clima di violenza innescato dalla gravità della situazione internazionale sui suoi oppositori e sui manifestanti. Inoltre, non potendo ignorare del tutto la portata delle manifestazioni, ha messo in difficoltà la Global Sumud Flottiglia e l’intero movimento proponendo una mediazione internazionale che ne svuotava in parte il significato simbolico riducendone l’azione a gesto puramente umanitario. Non credo sia stato facile per la Global Sumud Flottiglia respingere la proposta del Governo italiano. Non dimentichiamo mai che si tratta di persone, tra cui molti nostri compagni, che rischiano la loro vita per rompere l’assedio su Gaza. Ma l’hanno fatto; non era scontato e non lo sarà nei prossimi giorni. La CGIL è stata tardiva e goffa nel riconoscere la gravità del genocidio in atto, nel mettere completamente a disposizione la forza della sua organizzazione nello sciopero generale del 22 Ottobre e nell’indire uno sciopero tre giorni prima; tutte le iniziative che dividono la classe lavoratrice, da qualunque parte vengano, sono sbagliate; l’abbiamo sempre denunciato per i sindacati di base, lo facciamo tanto più con la CGIL; ma ora si tratta di stare uniti, evitare ogni tentativo di strumentalizzazione da parte del Governo e sostenere in pieno la Global Sumud Flottiglia. Grazie anche alla mediazione a Genova sostenuta dai portuali, nel caso di attacco ci sarà uno sciopero generale unificato. In questo momento è fondamentale tenere alta l’attenzione, mobilitarci in tutti i posti di lavoro e sperare che non si giunga al peggio. In futuro dobbiamo lavorare a far convergere le questioni internazionali con le vertenze sociali. Il terreno su cui operare sarà la finanziaria. E’ nostro compito implementare la più forte mobilitazione possibile per contrastare la deriva autoritaria e bellicista del Governo Meloni.

26/09/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: Caputo Angelo

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L'Autore

Francesco Cori
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