Una bella piazza per la protesta contro la chiusura della Casa Internazionale delle donne. Nella piazza del Campidoglio, tante le voci ascoltate e i discorsi che si sono intrecciati, con testimoni reti giornalistiche Rai e di privati. Personaggi più noti, politici come Fassina o Livia Turco, prof dei vari gradi d’istruzione, anche universitari, tante donne e uomini di ogni età, compagni e compagne, bambini, sigle sindacali, qualche segnale di presenza da Pap.
Dopo il ridicolo cordone delle forze di polizia in via di campo di Giove, ci si raccoglie nella piazza del Marco Aurelio, sotto una pioggia leggera. Tra canti e slogan, vari i discorsi che si scambiano tra chi si sente sfrattata da casa propria, come altri che hanno subito già le scelte di questa amministrazione, con una guida che si dimostra ‘vuota’ dal punto di vista storico-culturale-politico.
Chi ha frequentato la Casa sa che cosa è stata e cosa ha rappresentato negli anni. Quanti e quali incontri ed eventi vi si sono realizzati e quante hanno potuto trovare accoglienza e sostegno. Non ci sono abbastanza parole, la sua storia si può leggere nel sito e in tanti materiali pubblicati.
Quello di espropriare i luoghi dell’incontro, i luoghi aperti alle attività sociali e culturali, che aggregano e consentono di fare politica e riempire spazi importanti che in questa città risultano vitali, molti dei quali in edifici che altrimenti sarebbero abbandonati all’incuria, diventa una scelta politica precisa e deleteria con cui dall’alto si aggredisce non solo una classe sociale con la sua spinta all’accoglienza, ma la società nel suo insieme e nelle sue componenti culturalmente e politicamente attive.
Per la prima volta Roma ha una sindaca… già… dimostrazione che la presenza di donne nei luoghi della politica non è garanzia di consapevolezza della storia e della politica delle donne, di quelle donne che hanno attraversato deserti e scalato montagne di pregiudizi per conquistare diritti per tutte e per combattere il patriarcato.
E così gira anche la copia di una Bella ciao in versione aggiornata femminista da cantare insieme per l’occasione:
Una  mattina mi son svegliata
o  bella ciao, bella ciao,
bella  ciao ciao ciao
una  mattina mi son svegliata
ed  ero stanca di morir.
Morir  per caso, per falso amore
salvar  l’onore o per fame di libertà
sempre  un motivo me lo trovate
ma io  non ci credo più.
Io  muoio perché son donna
o  bella ciao,bella ciao, 
bella  ciao, ciao, ciao
so  che muoio perché son donna
e non  mi voglio rassegnar.
Alle  sorelle, alle compagne
o  bella ciao,bella ciao,
bella  ciao, ciao, ciao
alle  compagne, sorelle e figlie
questa  canzone porterò.
E  nelle strade e sulle piazze
o  bella ciao,bella ciao,
bella  ciao, ciao, ciao
ascolterete  la nostra voce
che  non vogliamo più morir
ascolterete  la nostra voce
che  siamo stanche di morir.
 
													  
							