Il Mare d’Irlanda è ancora il confine tra il Regno Unito e l’Irlanda?

Quali cambiamenti per l’Irlanda, Sud e Nord, dopo la Brexit? Si presentano gli accordi del 27 febbraio 2023, il Quadro di Windsor, e il Concordato del 24 gennaio del 2020 tra il premier di allora del Regno Unito, Boris Johnson, Charles Michel, presidente del Consiglio europeo e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea.


Il Mare d’Irlanda è ancora il confine tra il Regno Unito e l’Irlanda?

L'Irlanda del Nord è una delle quattro nazioni del Regno Unito, insieme a Inghilterra, Scozia e Galles. Nel 1921 l’Irlanda fu divisa tra Irlanda del Nord e Irlanda del Sud con una legge del 1920. Oltre che come nazione, l’Irlanda del nord è variabilmente descritta come uno stato, regione o provincia del Regno Unito a seconda dei contesti. Copre un'area di 13.843 km² nella parte nord-orientale dell'isola e confina a sud con l'Irlanda del Sud nata il 6 dicembre del 1922 come Stato libero e dal 1949, è una Repubblica.

Nell'ambito del più ampio accordo di recesso dell’UK dall’Ue, noto anche come Accordo Brexit. Il 24 gennaio del 2020 è stato raggiunto  dall'UE e dall’UK un Protocollo sull’Irlanda del Nord, votato favorevolmente dal Parlamento europeo, che ha permesso di non riattivare la frontiera fisica dopo il recesso dell’UK dall'UE. 

Questo concordato doveva essere applicato il 1° gennaio del 2021 ma non lo è stato a causa dei disordini nell’Irlanda del Nord del 2021 che sono stati ritmati da sommosse che hanno avuto come causa principale l'insoddisfazione dei giovani filo-britannici per una parte dell'accordo sulla Brexit del 2019. In particolare proprio per questo concordato, il governo dell'Irlanda del Nord per alleggerire le tensioni ha deciso di non perseguire i leader del Sinn Féin, che avevano violato le norme di prevenzione sul Covid-19

Anche l’Irlanda del sud ha protestato, ma i protagonisti sono stati in questo caso i pescatori i quali ritenevano inaccettabili le nuove quote di pesca fissate dall'accordo sul commercio post Brexit tra Ue e Regno Unito, che hanno penalizzato l’area della pesca con una riduzione delle quote per i pescherecci europei su alcuni degli stock ittici più importanti con perdite stimate in oltre 40 milioni all'anno, tanto che i pescatori irlandesi hanno dichiarato di essere stati sacrificati sull'altare dell'accordo commerciale post-Brexit.

I lealisti e gli unionisti dell'Irlanda del Nord ritenendo che gli accordi commerciali sulla Brexit costituivano una barriera per separare l'Irlanda del Nord dal resto dell’UK si sono opposti mentre i rappresentanti dell'Ulster Volunteer Force e dell'Ulster Defence Association insieme ad altri gruppi paramilitari della comunità lealista hanno annunciato il ritiro al sostegno dell'Accordo del Venerdì Santo fino a quando il “confine del Mare d'Irlanda” non sarebbe stato rimosso, per queste ragioni Ue e UK hanno deciso nell'ambito del Quadro di Windsor, e in relazione ad alcune norme del concordato,  nel febbraio del 2023, nuove disposizioni per affrontare questioni pratiche come ad esempio quelle delle merci che viaggiano dalla Gran Bretagna all'Irlanda del Nord. 

La storia dell’Irlanda [1] è complessa e presenta aspetti che sono ancora attuali. Verso la fine degli anni Sessanta, i conflitti tra le due comunità e l’UK sfociarono per tre decenni in violenze note come "Conflitto nordirlandese" che hanno causato la morte di oltre 3.000 persone e di oltre 50.000 vittime. 

L'Accordo del Venerdì Santo [2] del 1998 fu un grande passo in avanti nel processo di pace, firmato a Belfast il 10 aprile del 1998, giorno di Venerdì Santo dal governo dell’UK e da quello irlandese con l'approvazione dalla maggior parte dei partiti politici nordirlandesi, ma con l'eccezione del Partito Unionista Democratico (DUP), il quale ha stabilito una serie di disposizioni in vari settori: status e sistema di governo dell'Irlanda del Nord nell’UK (parte 1); relazione tra l'Irlanda del Nord e la Repubblica d'Irlanda (parte 2); la relazione tra la Repubblica d'Irlanda e l’UK (parte 3); questioni relative alla sovranità, ai diritti civili e culturali, allo smantellamento degli armamenti, alla smilitarizzazione, alla giustizia e alla polizia.

Il Quadro di Windsor è un accordo politico fondamentale per le relazioni tra l'UE e l’UK e riguarda diversi settori come le disposizioni comuni per l'interpretazione dell'accordo, i diritti dei cittadini nell'UE e nell’UK, le disposizioni relative alla separazione. Gli incontri sono tutt’ora in corso. 

Le disposizioni riguardano: dogane, introdotte per agevolare gli operatori economici affidabili; IVA e accise, per evitate le conseguenze indesiderate dell'applicazione delle norme UE in materia di IVA e accise in Irlanda del Nord; agroalimentare, norme sanitarie e fitosanitarie, facilitando l'ingresso di merci al dettaglio nell'Irlanda del Nord;

medicinali, garantendo la fornitura di nuovi medicinali all'Irlanda del Nord; aiuti di Stato, chiarendo in quali casi gli aiuti di Stato sono applicabili alle sovvenzioni che hanno un legame reale e diretto con l'Irlanda del Nord; trasporto di animali da compagnia, facilitando il trasporto di animali da compagnia tra l'Irlanda del Nord e la Gran Bretagna.

È stato attivato un nuovo meccanismo di gestione delle criticità per garantire alla popolazione dell'Irlanda del Nord di far sentire maggiormente la propria voce, naturalmente poi è da vedere se sarà così. Sarà istituito un sistema di garanzia denominato "freno d'emergenza" di Stormont (Stormont, dal nome della sede del Parlamento nordirlandese). Consentirà al governo dell’UK, in circostanze eccezionali e su richiesta di 30 membri dell'Assemblea legislativa dell'Irlanda del Nord, di interrompere l'applicazione di disposizioni giuridiche che potrebbero avere ripercussioni significative e durature sulla vita quotidiana delle comunità dell'Irlanda del Nord. Il primo ministro britannico Rishi Sunak lo ha definito un "veto", la Commissione europea un' "opzione per circostanze eccezionali". A chiederne l'attivazione dovrà essere il parlamento dell'Irlanda del Nord.

Al momento non si sa se l’applicazione di questo Quadro di Windsor presenterà ancora delle criticità, sappiamo che tutte le merci e i prodotti che arrivano in Irlanda del Nord dovranno essere trattate non come se fossero entrate nell'Unione Europea, proprio per queste ragioni ci sono state le proteste. Si tenga conto che l’'Ue ha insistito molto su questo punto per garantire l'integrità del mercato unico e dell'unione doganale, in quanto si erano create delle frontiere a vari livelli a riguardo delle merci sulle coste dell'isola e il Mare d’Irlanda, e di fatto hanno rappresentato una frontiera. Non è chiaro se, seppur in modo ridotto, continuerà ad essere così. 

Secondo il piano di Sunak, primo ministro dell’UK, le imprese che aderiranno a un "sistema di commercio fiduciario" potranno evitare tutti i controlli quando spostano merci dal continente all'Irlanda del Nord e dovranno semplicemente dichiarare se le merci sono destinate alla vendita in Irlanda del Nord oppure all'esportazione nell’Irlanda del Sud. Nel primo caso i controlli saranno praticamente inesistenti, nel secondo più accurati; tuttavia come sarà questo commercio fiduciario non è chiaro. Supermercati e produttori alimentari verranno controllati? L'Ue potrà accedere ai dati britannici sui flussi commerciali che attraversano il Mare d'Irlanda? Il controllo è importante per contrastare il contrabbando.  

In conclusione, l’UK sta in crisi economica non lieve con un debito pubblico che ha superato il 100% del Pil, l’Irlanda del Sud pur essendo considerato un paradiso fiscale ha un debito pubblico stimato per il 2023 del 40,5%

A parte l’economia, una fase della storia dell’Irlanda ritmata dalla pace, sembra finita con la Brexit: è stato attivato, quasi in tempo reale, in confine marittimo, il Mare dell’Irlanda, e si è rinunciato a un confine terrestre dopo il referendum [3], che si è svolto il 23 giugno 2016 con un risultato allora giudicato a sorpresa. Oggi i  giudizi sono diversi, con il 51,9% favorevole all'uscita dall'UE contro il 48,1%. Come si vede la differenza è stata davvero minima e si tenga conto che il clima politico di allora per l’uscita, orchestrato dall’estrema destra, ha avuto un ruolo importante. 

Il testo ufficiale del quesito sulla scheda recitava:

(EN) «Should the United Kingdom remain a member of the European Union or leave the European Union?»

(IT) «Il Regno Unito dovrebbe restare un membro dell'Unione europea o dovrebbe lasciare l'Unione europea?». Le due risposte consentite a tale domanda erano, rispettivamente, "Restare un membro dell'Unione europea" ("Remain a member of the European Union") e "Lasciare l'Unione europea" ("Leave the European Union").

David Cameron, premier conservatore di allora, si schierò per restare e invitò a votare per la permanenza, per l'uscita si formò  un ampio fronte, detto il Brexit Party, con l'ex sindaco di Londra Boris Johnson, Partito Conservatore, e Nigel Farage, leader del Partito per L’Indipendenza. La parlamentare laburista Jo Cox schierata a favore del restare fu uccisa a Leeds il 16 giugno del 2016, mentre stava per partecipare ad un incontro per il Referendum, da Thomas Mair, sostenitore dell’uscita e per i media forse un aderente al gruppo dei neonazisti statunitensi

Oggi, grazie alla Brexit, i danni sono solo per l’Irlanda, le norme che abbiamo descritto potrebbero migliorare con le elezioni politiche dell’UK previste fra la fine del 2024 e gennaio 2025. Il Labour è sull'onda di un ottimismo grazie ai sondaggi e ai risultati delle suppletive che accreditano 15-20 punti di vantaggio sui conservatori del premier Rishi Sunak. L’Irlanda, con il Labour al governo (dopo le sconfitte del 2010, 2015, 2017, 2019), potrebbe inaugurare una nuova fase della sua storia.



Note:

[1] R. Michelucci, Guerra, pace e Brexit. Il lungo viaggio dell'Irlanda, Prefazione E. Terrinoni.,2022 pp.288.

[2]  Patrick McCarthy, Irlanda del nord: l’accordo del Venerdì Santo, Il regno: mensile di attualità cattolica, 43/10, 1998, p.299-302.

[3] C. Martinelli, La Brexit e la Costituzione britannica: come e perché il Regno Unito è uscito dall'Unione, 2023 pp. 326.

 

12/11/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Felice di Maro

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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