Assange: Australia batti un colpo

Abbiamo partecipato al presidio davanti al Consolato australiano di Milano, organizzato dal Comitato per la liberazione di Julian Assange – Italia, nell’ambito della campagna internazionale per sollecitare le autorità australiane a intervenire affinché al giornalista cittadino del loro paese venga restituita la libertà da una detenzione disumana che non ha fondamenti legali e si connota come pura persecuzione politica.


Da più di dieci anni il giornalista australiano Julian Assange, fondatore di Wikileaks, è incarcerato, negli ultimi quattro anni in condizioni disumane nel carcere di Belmarsh, definito “la Guantanamo britannica”.

Si tratta del risultato di una persecuzione politica iniziata dopo la rivelazione dei crimini di guerra che gli Stati Uniti hanno perpetrato durante le guerre in Medio Oriente, e attuata con accuse rivelatesi false, prima di stupro e poi di spionaggio. Gli USA chiedono, in seguito a questa seconda accusa, la sua estradizione, che significherebbe una probabile condanna a 175 anni di reclusione.

Una campagna internazionale sta sollecitando le autorità australiane a far sentire la propria voce contro questa detenzione contraria a ogni principio di giustizia e umanità.

Il presidio che si è svolto a Milano davanti al Consolato australiano rientra in questa campagna, e ha visto la partecipazione di organizzazioni e singoli cittadini che pensano che la libertà di Assange sia la libertà di tutti.

Nel corso dell'iniziativa è stata letta una lettera indirizzata al primo ministro australiano, che verrà consegnata alla console generale d’Australia a Milano.

08/09/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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