Perché, principessina,
  per onorare i tuoi domini
  bruci al calore del cero
  la verità scritta
  dei tuoi incontenibili vizi
  ed adorni il nascondiglio
  del tuo timido delirio
  con leggiadri petali
  di bianchicci gigli?
Perché nascondi,
  principessina,
  le ingiustizie
  e le penurie
  dietro l’oscura ombra
  della tua finta passività?
Perché lo fai, se già sappiamo,
  principessina,
  che sei ingiusta,
  viziosa, vanitosa e sporca,
  in quanto vediamo che il colore rosa
  della tenera carnagione
  che ricopre le tue viscere
  copre e tinge di menzogne 
  quelle imprese
  di questa gloria tua
  così piena di funesta invidia
  coperta di miseria augusta?
Ah, principessina!
  Non ti avvertì tuo padre re
  che quando si ha fame
  non c’è gerarchia
  né tantomeno legge?
Tuo padre non ti disse
  che non si alimentano
  gli stomaci vuoti
  con linguaggio barocco,
  bellissimi gigli
  e vincendo a scacchi?
Ah, piccola principessina!
  Te l’abbiamo detto: non vogliamo
  i diamanti del tuo anello,
  né l’argento che ricopre il tuo collo,
  non vogliamo l’oro della tua corona,
  che si confonde con il biondo sole dei tuoi capelli.
Vogliamo la tua testa
  dispiegando un manto
  sul suolo di Madrid
  del colore della nostra bandiera.
I tuoi gigli
  adorneranno la tua tomba
  tra i calori freddi
  del vuoto inferno.
Le tue ceneri
  saranno il sale
  di questi guerrieri,
  soldati romani
  e del mondo intero,
  che lavorarono
  la tua opulenza e le tue ricchezze
  e per i quali non hai mai avuto
  un minimo apprezzamento.
Le tue urla,
  che quando erano nostre
  erano frivoli suoni
  intrinseci nella natura,
  saranno l’armonia
  del nostro inno,
  la musica della nostra povertà
  alla quale solo facesti attenzione
  per non inciampare in quella
  con le tue scarpe nuove
  ostentando la tua regalità.
E le tue lacrime
  salvaguarderanno la cultura
  di modo che non ci sia mai più siccità
  in questo settore dell’agricoltura.
  Pioggia della nostra storia,
  con quelle ricameremo la tua sconfitta
  e sigilleremo la nostra fortuna!
(L’orologio rallenta il suo tic-tac
  sembra sia già giunta la sua ora.)
Si scioglie la tua corona,
  finalmente i lavoratori si liberano
  e gridano vittoria
  perché si sciolgono anche con essa
  il ferro e l’acciaio
  di catene, blocchi e manette.
Ah, principessina,
  noi volevamo
  sfilare come celebrità
  sul liquido delle tue cervella
  del colore di questa bandiera.
(Tutta l’ingiustizia
  sparisce nel fuoco
  e si sommerge tra le fiamme
  il profondo eco
  del suo eterno perdono.)
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Traduzione dallo spagnolo di Clara Gallego Rodríguez e di Simone Rossi
 
													  
							