ZTL
 
 La geometria  disegna le città
 la storia le nutre  del suo nettare
 gli uomini le  abitano
 innalzati dalla  ricchezza
 in cima ai  grattacieli
 o respinti dalla  povertà
 nei dedali  periferici cantati da Tracy.
 Tra magnificenza e  orrore
 rimbalzano i loro  giorni.
 
 In ogni condizione  umana
 è naturale  stringere alleanze
 condividere i  problemi
 associarsi per  migliorare
 avere  rappresentanti
 che difendano  legittimi bisogni
 o scandalosi  privilegi.
 
 Una faccia del  mondo
 cerca nel lavoro
 il pugno di grano  quotidiano
 ma anche il mezzo
 dell’emancipazione  e del riscatto.
 L’altra gioca coi  destini
 costruisce o  distrugge
 a giorni alterni
 secondo una  convenienza spietata
 che si nutre nei  mercati
 e cura soltanto sé  stessa.
 
 E tutto si muove  sotto al sole
 secondo apparenti  logiche
 che non prevedono  l’inganno
 né contemplano il  tradimento.
 Ma l’uno e  l’altro
 sono mostri in  agguato
 sempre pronti a  materializzarsi
 nei fatti dipinti  di parole.
 
 Per questo mi  chiedo
 se sia più  importante il disagio sociale
 un diritto negato
 quel chicco di  grano
 essenziale come un  dio
 o la speculazione
 che vive dei  profitti puri del capitale
 e gioca coi numeri
 per nutrire se  stessa.
 E tutto si mescola
 si confondono i  ruoli
 tanto che chi  dovrebbe difendere
 chi ne subisce le  logiche
 oggi ha issato la  sua bandiera
 nelle ZTL soltanto
 e si è demandato a  un ambiguo soldato
 la giusta protesta  nei luoghi del potere.
Leggi le altre #poesie di classe di Giuseppe Vecchi
 
													  
							