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Siamo minoranza!

Nel consiglio regionale delle Marche il PD ha presentato una interpellanza sulla povertà, ma l’Assessore Paolo Calcinaro non ha dato una risposta e la si attende non orale sulle scelte che farà che sono necessarie in questa regione.


Siamo minoranza!

Nel consiglio regionale delle Marche del 2 dicembre il PD ha presentato una interpellanza sottoscritta da 6 consiglieri regionali e letta da Antonio Mastrovincenzo. L’interpellanza “Politiche regionali per contrastare la povertà nelle Marche” non è stata quasi per nulla all’attenzione dei media e sono mancati gli approfondimenti che di solito su altri temi nelle Marche abbondano: ne diamo dunque ragione in questo articolo anche perché nelle Marche la situazione  economica e sociale non è buona e c’è una tendenza mediatica ad oscurare la distanza enorme che esiste tra le problematiche che agitano le economie delle famiglie che hanno redditi bassi e chiaramente insufficienti per condurre una esistenza soddisfacente e il rilancio mediatico continuo di statistiche ad hoc come quella sulla piena occupazione che sarebbe stata quasi raggiunta grazie alle performance della Meloni e del suo governo di estrema destra.

Teniamo in conto che l’interpellanza presentata nel Consiglio regionale delle Marche è simile per forma ad altre che vengono presentate in altri organi istituzionali ed è, come dire, un atto ispettivo con lo scopo di chiedere formalmente all’assessore di chiarire i motivi, gli intendimenti, gli  orientamenti oppure le ragioni di una specifica azione politica o anche soltanto di conoscere nei dettagli una scelta amministrativa. L’Assessore che ha ricevuto la delega sulla gestione della materia oggetto dell’interpellanza deve rispondere in tempo reale ma in questo caso l’Assessore Paolo Calcinaro non l’ha fatto nonostante che il tempo per preparare la risposta lo abbia avuto, essendo l’interpellanza stata presentata il 21 novembre e il consiglio in questione si è tenuto il 2 dicembre. Va ricordato che un assessore è un componente della Giunta regionale e  nelle Marche, oltre al Presidente della Regione, ci sono 6 assessori e l’insieme rappresenta la Giunta che è l’organo di governo della Regione. 

L’interpellanza mirava ad ottenere informazioni sull'indirizzo politico-amministrativo della Regione su un tema cruciale. Una interpellanza è differente da una interrogazione che è, invece, finalizzata a fatti specifici. L’interpellanza, in termini politici, è finalizzata ad un controllo sulle politiche che si vogliono realizzare e permette (o dovrebbe permettere) ai consiglieri di verificare l'indirizzo politico complessivo sul tema ed eventualmente conoscere le scelte strategiche della Giunta che al momento non sono note. L’interpellanza, letta da Mastrovincenzo [1], ha presentato in premessa i dati che caratterizzano il tema, in breve: il 5,6% delle famiglie marchigiane (circa 25.800 nuclei) vive in povertà assoluta; l'11,9% delle famiglie marchigiane si trova in una condizione di povertà relativa (dato più alto sia alla media nazionale al 10,9%, sia a quella del Centro Italia che è del 6,5%); l'aumento della povertà colpisce soprattutto le famiglie con minori, i lavoratori precari e gli immigrati; nel 2024, sono stati 16.000 le persone che si sono rivolte ai centri della Caritas, 800 in più rispetto all'anno precedente; 13 famiglie ogni 1.000 residenti sono assistiti dalla Caritas (dato più alto tra le regioni italiane); cresce la povertà alimentare: nel 2024 oltre 43.000 persone hanno ricevuto aiuti dal Banco Alimentare (+32% rispetto al 2023); un marchigiano su dieci rinuncia a curarsi perché è in difficoltà economica. 

I numeri sono stati verificati e sono statisticamente affidabili (come è stato verificato) anche se il dato sulla rinuncia alle cure riflette una statistica alquanto dinamica perché, sempre statisticamente, sarebbero di più del numero riportato; inoltre questo dato andrebbe articolato nelle province e soprattutto nei comuni almeno con oltre 40.000 residenti che sono maggiormente urbanizzati e andrebbe verificato soprattutto con le attese, alte nelle Marche, per le analisi e cure mediche generali e visite specialistiche nonché in relazione all’erogazione di cure specifiche per malati gravi e terminali; si dovrebbe altresì verificare anche se interessa anziani e vecchi o anche i giovani e gli immigrati. Diretta oltre che all’assessore competente anche al Presidente della Giunta regionale delle Marche, l’interpellanza ha chiesto di sapere quali politiche si intendono in concreto attivare per contrastare la povertà progressiva nella regione affinché si eviti che la situazione economica e sociale delle famiglie marchigiane peggiori ulteriormente. Sia chiaro, niente in relazione a queste richieste nella risposta è stato riferito da parte dell’assessore Paolo Calcinaro e s’invita a visionare il video della presentazione dell’interpellanza, la risposta e la replica (da 1: 53: 12 a 2: 02: 40) [2].

L’assessore ha parlato, certo, ma ha dato una risposta formale appena accennata sulle enunciazioni generali senza neanche citare le richieste presentate e comunque senza riferire nulla proprio sui possibili interventi che la regione Marche potrebbe porre in essere. L’assessore Calcinaro ha di fatto snobbato l’interpellanza citando velocemente alcune leggi anche europee che riguardano questo tema, per giunta vedendosi levare la parola durante l’esposizione (non è chiaro se per un problema tecnico o per decisione della presidenza del consiglio, comunque è una caratteristica dei lavori del consiglio regionale delle Marche) e nella replica Mastrovincenzo ha chiesto di ricevere una risposta scritta. Chi firma questo articolo è convinto che, semmai dovesse pervenire una risposta, questa non sarà pubblica: tale, al momento, è l’oscurità politica che si intravede purtroppo sul destino di questa importante interpellanza. Sia chiaro. Avere il quadro completo delle leggi vigenti e se siano finanziate è un fatto cruciale ed è importante per formalizzare richieste sull’applicazione delle stesse perché l’equilibrio economico delle famiglie è molto precario e in alcuni casi drammatico; infatti, al di là dei numeri che Mastrovincenzo ha presentato, il processo di riduzione alla miseria nelle Marche risulta strisciante e continuo sia per i licenziamenti incessanti che caratterizzano i processi di disoccupazione nella regione - in parte con coperture di erogazioni di cassa integrazione - sia per l’aumento continuo del costo della vita in generale (gli affitti, la spesa alimentare che nelle Marche purtroppo aumenta progressivamente ed è fuori controllo).

Ormai da tempo la distribuzione alimentare avviene soltanto a livello dei supermercati ben forniti dove, in effetti, non manca nulla; ma alla cassa bisogna pagare con banconote o con il bancomat, e di fatto non esiste più da tempo il fatto di poter fare una spesa alimentare a credito nelle salumerie e nelle panetterie come a volte accadeva nel secolo scorso quando il rapporto tra il commerciante e il cliente stabile era basato anche sulla fiducia. Dalla fine del secolo scorso, ormai, quelle salumerie e quelle panetterie hanno chiuso i battenti e le loro attività non ci sono più.  Oggi, se si hanno i soldi e si paga la spesa in contanti ok, diversamente a casa non si ha niente da cucinare e si va alla Caritas più vicina. Questo genere di osservazioni non sembrano che siano state all’attenzione di Mastrovincenzo nell’analisi che ha riferito anche se ha presentato statistiche che denotano che il  fenomeno non ha alcuna sponda per essere arginato, come d'altra parte denotano gli stessi numeri. Ripeto ancora, il quadro delle leggi vigenti è fondamentale ma è chiaro che è necessaria la lotta politica su questi temi: l’assessore è un interlocutore istituzionale, i consiglieri del PD nel consiglio regionale sono una parte, anch’essa istituzionale, che chiede  interventi su questo fenomeno che è complesso in sé ed è anche dinamico perché cambia continuamente in relazione ai processi di economia urbana e di quella nazionale, entrambe in peggioramento - anche per la prossima finanziaria del 2026 che verrà votata in parlamento. Si tenga conto che la destra nelle Marche non si interessa di queste problematiche, fa come se non esistessero, ed è chiaro che in questa fase soltanto il PD che è rappresentato nel consiglio regionale può chiedere istituzionalmente interventi, intanto almeno per le 28.000 famiglie citate nell’interpellanza che sono in condizioni di povertà assoluta e quindi non possono permettersi quelle spese essenziali per condurre uno standard di vita minimamente accettabile. Cosa è previsto per loro? Chiediamoci, comunque, in linea generale quando una famiglia è considerata povera. Una famiglia, composta da una persona è considerata relativamente povera se ha un reddito medio inferiore a 640 euro al mese mentre una famiglia con un figlio a carico è considerata relativamente povera se ha un reddito medio netto mensile inferiore a € 1400 euro e quindi € 18,200 all’anno (€ 1.400 x 13). Guardando questi requisiti si pensa subito all’ex reddito di cittadinanza che è stato soppresso dal governo della Meloni e l’alternativa è stata un rilancio immediato della miseria che al momento appare irreversibile. La miseria in corso non ha interventi istituzionali nazionali e quindi è necessario che debba avere quanto meno attenzione a livello regionale.

In Italia nel 2025, la soglia di povertà in relazione all’ISEE è variata a seconda del beneficio, ad esempio per l'Assegno di Inclusione (ADI) il limite è di € 10.140 (da € 9.360) a beneficiarne sono soltanto i richiedenti che fanno parte di nuclei familiari al cui interno siano presenti determinati soggetti come persone disabili e minori; la Carta Dedicata a Te, che è un aiuto economico di € 500 per acquistare generi alimentari di prima necessità e viene erogata su una Postepay nominativa, è destinata alle famiglie con ISEE sotto € 15.000 e regolarmente iscritte all'anagrafe che sono senza altre forme di sostegno al reddito e si ottiene senza fare domanda, grazie alle liste INPS e comunali: il primo utilizzo va fatto entro il 16 dicembre e i beneficiari devono essere cittadini appartenenti a nuclei familiari composti da almeno tre persone residenti nel territorio italiano. Il contributo è destinato esclusivamente all'acquisto di beni alimentari di prima necessità con esclusione di qualunque bevanda alcolica, carburanti e di abbonamenti per il trasporto pubblico locale. il supporto Formazione e Lavoro è di circa € 6.000 all’anno e nel 2025 la soglia ISEE familiare è stata elevata a € 10.140 con la durata massima di 12 mesi e può essere prorogata per ulteriori 12 mesi se si continua un percorso formativo, il tutto per i soggetti occupabili tra i 18 e i 59 anni con domanda da presentare online tramite la piattaforma SIISL [3] e dopo aver firmato il Patto di Attivazione Digitale (PAD) e la Dichiarazione di Immediata Disponibilità (DID); l’Assegno unico e universale (AUU) [4] è una misura economica destinata a tutte le famiglie con figli a carico, è definito unico perché riunisce e semplifica vari interventi a sostegno della genitorialità e della natalità ed è universale perché spetta a tutte le famiglie anche in assenza di ISEE o con un valore superiore alla soglia di € 45.939,56, ma per importi maggiori con ISEE più bassi c'è un bonus nascita di € 40.000.

Questi sono i benefici che in via ordinaria si possono ricevere avendone i requisiti, ma per le altre famiglie che hanno problemi per la diminuzione del potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni, nulla è previsto nonostante si assista ad un aggravamento delle crisi economiche di queste famiglie che si presentano con vari gradi di rilevanza in base al reddito che ha valori finanziari sempre più dinamici soprattutto per i mancati servizi sanitari: pagare le visite specialistiche ed esami clinici periodicamente sottrae inevitabilmente delle risorse finanziarie alla spesa alimentare che è sempre meno di qualità. Problema a parte sono i ticket sui medicinali che aumentano in silenzio e c’è poi il tema del “tempo libero” di cui non se ne parla mai per assistere a spettacoli dal vivo (Ci si chiede cosa sono? Esistono? Ma, chi sono i fruitori?). Non esiste poter fare una cena in un ristorante in quest'Italia in cui viviamo, oggi non è possibile, sono cose inesistenti per queste famiglie che vengono oscurate dai radar dei sociologi e dei politologi e chiaramente non soltanto dal sistema dei media: sono minoranza conclamata e rappresentano quell’area sociale che non viene neanche nominata.         

Note:

[1] (chrome-extension://efaidnbmnnnibpcajpcglclefindmkaj/https://www.consiglio.marche.it/banche_dati_e_documentazione/atti_di_indirizzo_e_controllo/interpellanze/pdf/intp2_12.pdf).

[2] (https://www.youtube.com/watch?v=hrR2bqufz2Q&list=PLytGvJn8Oo0ZVtLWMBu6Pgu-mw6_CoZ0V).

[3] (https://siisl.lavoro.gov.it/#/).

[4] (https://www.informazionefiscale.it/assegno-unico-2025-inps-isee-requisiti-pagamenti-domanda).






12/12/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Felice di Maro
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