I repubblicani al Senato hanno bloccato i fondi a Kiev: quali prospettive?

Il 12 dicembre alla Casa Bianca c’è stato un incontro tra Zelensky e Biden e quasi in contemporanea il senatore repubblicano Vance, in un’intervista alla CNN, ha dichiarato che l’Ucraina deve avviare trattative con la Russia e concedere territori. Non si tratta soltanto di soldi, le relazioni tra USA e Ucraina sono cambiate.


I repubblicani al Senato hanno bloccato i fondi a Kiev: quali prospettive?

Zelensky, nella sua seconda visita in tre mesi negli Stati Uniti, ha ricevuto un no esplicito dal Senato statunitense, a causa di una rigida posizione di una minoranza dei repubblicani. Hanno votato a favore in 51 contro 49. Al momento la legge straordinaria che avrebbe stanziato 111 miliardi di dollari di finanziamenti è quindi bloccata al Senato e l’Ucraina non riceverà il noto pacchetto di 61 miliardi di dollari. La legge straordinaria prevede anche finanziamenti a Israele e aiuti umanitari a Gaza, questo voto è stato all’attenzione dei media internazionali. E’ da segnalare che con la minoranza dei repubblicani ha votato anche il senatore indipendente Bernie Sanders.

Sarebbe però fuorviante pensare che il conflitto in corso, che è iniziato nel febbraio del 2022, tra l’Ucraina e la Russia possa bloccarsi per le motivazioni dei mancati finanziamenti dagli USA. Peraltro una situazione similare si è verificata, ne parlerò più avanti, anche con l’UE, anche se l’Ucraina è stata accettata come candidato all’ammissione nell’UE, e i negoziati per il suo ingresso sono stati avviati da poco. 

Quasi in contemporanea e con grande attenzione mediatica, mentre Zelensky al National Defense University di Washington diceva che i finanziamenti sono  "una questione di vita o di morte per l'Ucraina e i tempi sono cruciali", ribadendo anche che i mancati aiuti degli USA sarebbero un regalo alla Russia, il senatore repubblicano James David Vance, rappresentante dell'Ohio, in una intervista alla CNN ha dichiarato: “chiunque abbia un cervello sa come finirà il conflitto in Ucraina. Quindi a suo avviso, la fine del conflitto sarebbe possibile solo attraverso negoziati tra le parti e sempre nell’intervista ha dichiarato anche: “l'interesse dell'America è di accettare che l'Ucraina debba cedere un po' di territorio ai russi e che questa guerra si concluda".

Zelensky non ha fatto dichiarazioni, almeno pubblicamente, sul mancato finanziamento USA, comprendendo che almeno dagli Stati Uniti finanziamenti per armamenti non sono al momento possibili. Quindi se non si avvieranno negoziati di pace con la Russia le condizioni belliche dell’Ucraina potrebbero peggiorare con evoluzioni che condurrebbero questo Stato in un vicolo cieco, comunque senza prospettive di vittoria contro la Russia. 

Ora, premesso che il conflitto Ucraina-Russia, al di là di come è nato e si è sviluppato e delle motivazioni che sono state all’origine, è, come è stato definito, una guerra per procura contro la Russia da parte della Nato e degli Stati Uniti. L’Ucraina non ha ponderato che la Russia non è un paese emergente senza risorse economiche e soprattutto belliche ma una Federazione di Stati che si estende tra l’Europa e l’Asia ed ha una popolazione di circa 150 milioni di abitanti. Al di là delle sue alleanze ha una capacità bellica molto elevata, inoltre è stato riconosciuto, da non pochi commentatori, che non è obiettivo di Putin attaccare i paesi Nato. Un esempio eloquente viene da Federico Tremarco, Assessore al Comune di Pantelleria, che, citando Vance e seguendo i risvolti della politica internazionale, ha scritto: “Se si considera la dimensione delle forze armate russe, se si considera ciò che sarebbe necessario per conquistare tutta l’Ucraina, e ancor meno per spingersi sempre più a ovest verso l’Europa – ha affermato Vance – non credo che quest’uomo abbia mostrato alcuna capacità di essere in grado di realizzare questi obiettivi imperialistici, ammesso che li abbia avuti”. Vance ha, inoltre, ribadito di ritenere che, se fossero aperti negoziati, l’Ucraina dovrebbe essere disposta a cedere almeno parte del suo territorio per porre fine alla guerra, iniziata nel febbraio 2022. Finirà nel modo in cui è finita quasi ogni singola guerra: “le persone negoziano e ciascuna parte rinuncia a qualcosa a cui non vuole rinunciare” - ha dichiarato Vance - “nessuno può spiegarmi come andrà a finire senza alcune concessioni territoriali rispetto ai confini del 1991”.

Il fatto che l’Ucraina all’inizio del conflitto, dopo qualche incontro con delegazioni, abbia scelto successivamente soltanto lo scontro bellico pesa come un macigno su questa nazione, proprio in termini di morti e di distruzioni di intere città. Ormai il conflitto, se non iniziano incontri per formalizzare un accordo di pace, resta così com’è stato fino ad oggi. L’Ucraina prende qualche piccola zona di territorio ma poi viene di fatto bloccata dall’esercito russo. Come è stato anche rilanciato da Biden nell’incontro con Zelensky, il fatto che Putin dopo l’Ucraina potrebbe attaccare i paesi Nato è soltanto propaganda spicciola e non è realistico, almeno in assenza di ripensamenti sul fatto che gli Stati Uniti e la Nato potrebbero, eventualmente, sempre intervenire nel conflitto.   

A dimostrazione che le relazioni tra Usa e Ucraina non si stanno incrinando soltanto per i soldi, è da considerare che la Camera, come ha spiegato il repubblicano Mike Johnson, Speaker della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, ha già approvato una legge sull'immigrazione, ma i democratici non l’hanno votata.

Ormai per i finanziamenti è  impossibile una svolta entro fine anno.  Quando finiranno i fondi a disposizione dell’Ucraina, Biden potrebbe decidere di finanziare l’Ucraina  provvisoriamente a spese dell'esercito USA, il che potrebbe essere possibile ma peserebbe politicamente su Biden e sulle sue elezioni presidenziali del 2024. Comunque, il fatto che il no, anche se di una minoranza dei repubblicani, ai finanziamenti all'Ucraina sia reale e politico è evidente, poiché i repubblicani vogliono  ottenere, in cambio, maggiori concessioni sulle politiche della sicurezza verso i confini con il Messico. 

C’è un’altra questione che rappresenta un nodo che pesa sulle relazioni tra USA e Ucraina. Una questione che Zelensky non riuscì nella sua precedente visita a settembre a sciogliere positivamente, ovvero la mancanza da parte dell’Ucraina di un piano bellico realistico per vincere la guerra mediante il denaro degli Stati Uniti. Si tratta di strategie militari che costituiscono un nodo non sciolto, all’attenzione degli USA. Sono circa 111 miliardi di dollari che gli Stati Uniti hanno finanziato per armamenti e il conflitto di fatto, come appare, è praticamente bloccato, ma mentre la Russia può resistere all’infinito l’Ucraina no. Se non ottiene successi, Zelensky non può continuare a chiedere finanziamenti agli Stati Uniti. 

Se l’intervista della CNN al senatore repubblicano Vance ha messo nelle relazioni tra USA e Ucraina carne al fuoco, Zelensky fuori dagli Usa non è sconfitto. Il suo viaggio a Washington non gli ha fatto sbloccare i finanziamenti che Biden gli aveva promesso, al momento sono obiettivamente soltanto bloccati dalle politiche anti-immigrazione dei Repubblicani e non bocciati ufficialmente. E’ andata decisamente meglio in Norvegia, paese confinante con la Russia, che, com’è noto, è maggiormente sensibile verso l’Ucraina perché teme la potenzialità bellica della Russia. Ad Oslo Zelensky ha ricevuto dal primo ministro Gahr Store la conferma di un nuovo versamento da 225 milioni di euro, che sarà parte di un pacchetto di 6,3 miliardi per cinque anni. Dai media sappiamo che un altro miliardo arriverà dalla Danimarca, per un nuovo piano di aiuti, paese che dal 24 febbraio ha già versato oltre 3 miliardi di euro. È noto che Zelensky ha anche incontrato la premier islandese e il premier finlandese che hanno in produzione per l'Ucraina proiettili d'artiglieria. Al riguardo Zelensky ha dichiarato: “Non siamo in crisi”

C’è da osservare però che a Washington ha dichiarato, invece, che per i finanziamenti USA "è una questione di vita o di morte per l'Ucraina e i tempi sono cruciali". Quindi da Biden ha mentito, oppure ha recitato da attore conclamato?

Giovedì 14 dicembre l’UE ha approvato l’apertura dei negoziati con l’Ucraina e la Moldavia per l’adesione all’Unione. Al riguardo è da segnalare un sondaggio dello European Council on Foreign Relations che ha rivelato come gli europei sarebbero generalmente a favore dell'adesione dell'Ucraina alla UE, nonostante i rischi economici e di sicurezza, anche se in alcuni paesi, tra cui Austria, Germania, Francia e Danimarca, si è registrato scetticismo per accogliere nuovi membri. Il sondaggio è stato diffuso e reso pubblico mentre iniziava e  si stava svolgendo il Consiglio europeo di giovedì 14 e venerdì 15 dicembre, nel quale i Ventisette paesi dell’UE dovevano decidere se e come accogliere l’Ucraina, la Moldavia, la Georgia e la Bosnia-Erzegovina. 

Com’è noto l’Ucraina è candidata all’adesione all’UE dal 28 febbraio del 2022, data in cui ha presentato la domanda di adesione, e il riconoscimento da parte dell’UE è avvenuto il 23 giugno del 2022. A sorpresa, Viktor Orbán ha tolto il veto su quello che era uno dei punti cruciali del Consiglio. La decisione è stata presentata dal presidente del Consiglio UE, Charles Michel, alla nona ora di vertice, proprio mentre tutti temevano una lunga nottata di negoziati, ma davvero si è trattato di  una vittoria per l’Ucraina e per tutta l’Europa come ha dichiarato Zelensky? Vedremo. 

Certo Orban a quanto pare continua ad essere contro Zelensky e, almeno al momento, non ha concesso finanziamenti all’Ucraina, ponendo il veto al fondo di 50 miliardi per l’Ucraina, mentre gli altri 26 paesi hanno votato favorevolmente. L’Unione Europea aveva previsto di concedere all’Ucraina aiuti per 50 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, di cui trentatré di prestiti e diciassette di donazioni. La posizione di Orban è contraddittoria, in quanto per l’Ungheria è stato attivato lo sblocco di 10 miliardi dei fondi di coesione, finora vincolati al rispetto dello Stato di diritto, mentre altri 21 miliardi comprese le rate del PNRR sono restati congelati. 

Si tenga conto che l’Ucraina dovrà rispettare i Criteri di Copenaghen rispetto a quanto stabilito dagli articoli 6 e 49 del Trattato di Maastricht, anche e come successivamente rivisto e modificato, e soprattutto in seguito alla revisione avvenuta nel Consiglio Europeo del dicembre 1995 a Madrid, che ha previsto che gli stati che sono candidati ad entrare nell’UE debbano adattare la propria struttura amministrativa e giuridica per fare in modo che la legislazione europea possa essere efficacemente adottata nella legislazione nazionale in base a numerosi criteri. Un criterio politico, ossia la presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell'uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela; un criterio economico di esistenza di un'economia di mercato funzionante e con capacità di far fronte alle forze del mercato e alla pressione concorrenziale all'interno dell'Unione Europea; un criterio di adesione cioè di accettare gli obblighi derivanti dall'adesione e, in particolare, gli obiettivi dell'unione politica, economica e monetaria.

C’è una questione, molto importante che ci riguarda come comunisti in relazione all'apertura formale dei negoziati di adesione all’UE dell’Ucraina.  Sebbene questa adesione sarebbe di fatto già aperta, e secondo me da tempo, lo Stato candidato dovrebbe perlomeno rispettare il “criterio politico” mentre gli altri, obiettivamente, sono sempre oggetto di uno screening che condiziona la tempistica del negoziato. Quindi, in Ucraina, la democrazia, lo stato di diritto, i diritti dell'uomo, il rispetto delle minoranze e la loro tutela, dovranno essere osservati. Come? Non sarà semplice, ma è importante. Sappiamo bene come i comunisti in Ucraina sono stati trattati in questi anni, in particolare proprio da Zelensky.

In conclusione, la situazione in Europa è complessa ma si può dire che l’Ucraina comunque viene, e verrà, finanziata per sostenere la guerra con la Russia, anche se gli Stati Uniti non sono più determinanti almeno a livello di finanziamenti. L’eventuale ingresso dell’Ucraina nell’UE farà registrare un rafforzamento della Destra, che già è forte per conto suo in Europa, e in Italia. Non credo si chiuderà il conflitto con la Russia se, nella primavera del 2024, alle elezioni europee vincerà la destra, la quale aumenterà i problemi a livello di economia e diritti. Le armi continueranno ad avere il loro ruolo anche per l’economia e sarà devastante. 

 

22/12/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Felice di Maro

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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