Napoli, terzultima in classifica, cambierà?

La 34a indagine del Sole 24Ore del 4 dicembre, presenta la provincia di Napoli al 105° posto. Il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha fatto dichiarazioni non in riferimento ai parametri dell’indagine, ma al turismo e all’offerta culturale da essa indipendenti, presentando interpretazioni che non possono passare inosservate.


Napoli, terzultima in classifica, cambierà?

Premesso che le indagini statistiche vanno sempre prese non in modo assoluto ma in relazione ai dati disponibili, ovviamente certificati e verificabili. Quella del Sole 24Ore ha posto la Provincia di Napoli terzultima in classifica, al 105° posto (https://lab24.ilsole24ore.com/qualita-della-vita/napoli). Come quelle di ogni anno vengono dialetticamente accolte non solo dal mondo economico ma anche dalla politica e peraltro sono state sempre rispettate dai commentatori e politologi, quindi non si spiega perché quest’anno debba essere respinta. 

L’indagine del Sole 24Ore presenta la classifica delle aree delle province maggiormente vivibili e presenta quindi il grado del livello della Qualità della vita che ha varie caratteristiche che vengono ponderate in base a 90 parametri che vengono stimati. Quest’anno per la prima volta Udine è risultata prima, seguita da Bologna e da Trento. Foggia è stata ultima, 107° posto, e il Sud si trova negli ultimi posti insieme a 9  province del Centro Nord. 

I media hanno sempre dato notizia delle reazioni e quest’anno quelle del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha fatto registrare delle dichiarazioni innovative rispetto a quelle che di solito siamo abituati a leggere per questo tipo di evento. Il sindaco ha dichiarato che l’indagine in questione non ha considerato “sul fronte delle presenze turistiche o dell’offerta culturale dove siamo a titolo permanente tra le capitali europee più ambite ed apprezzate”.

Premesso che il sindaco di Napoli - che, sia chiaro, ha un curriculum di tutto rispetto in quanto è Sindaco di Napoli dal 18 ottobre 2021, ma è un docente di Tecnica delle Costruzioni all'Università Federico II di Napoli della quale è stato Rettore ed è stato presidente del CRUI e Ministro dell'Università e della Ricerca scientifica nel Governo Conte II - ha un’esperienza politica notevole e le dichiarazioni rilasciate sull’indagine del Sole 24Ore del 2023 aprono una fase nuova relativamente all’analisi della Qualità della vita in città. In sostanza il sindaco ha affermato che, poiché a Napoli c’è turismo e un’ottima offerta culturale, si potrebbero anche ombreggiare e non tenere in considerazione le caratteristiche negative che hanno declinato in terzultima posizione la Qualità della vita nella città di Napoli.

Intanto è da dire, a scanso di equivoci, Napoli è sede di beni culturali materiali e di documentazioni storiche nell’insieme notevoli, quindi, a livello di offerta culturale ha una sua posizione a livello internazionale anche come luogo di produzione culturale, ma questa prestigiosa posizione che ricaduta ha sulla città e sui cittadini come fruizione dei fenomeni culturali di cui parla? Non è un interrogativo astratto, semplicemente perché in generale le offerte culturali che si presentano a Napoli spesso non sono gratuite e sono costose. Come il sindaco di Napoli ha dichiarato più volte il reddito pro-capite della provincia di Napoli è molto basso in relazione a quello delle altre città soprattutto del nord che hanno una densità abitativa similare. Al riguardo recentemente lo Svimez, impegnato  a monitorare continuamente l’economia nel sud  nel suo rapporto 2023 ha certificato le condizioni complicate del sud Italia proprio in funzione del lavoro povero e quindi del reddito pro-capite che sta facendo aumentare il divario tra il sud e il resto del paese. Nel comunicato che ha diffuso ha dichiarato:

“L’accelerazione dell’inflazione del 2022 ha eroso soprattutto il potere d’acquisto delle fasce più deboli della popolazione. Sono state colpite con maggiore intensità le famiglie a basso reddito, prevalentemente concentrate nelle regioni del Mezzogiorno. Nel 2022 l’inflazione ha eroso 2,9 punti del reddito disponibile delle famiglie meridionali, oltre il doppio del dato relativo al Centro-Nord (-1,2 punti)”.

A Napoli e in provincia il reddito pro-capite non solo è insufficiente in relazione agli standard ordinari a livello nazionale, ma tende a diminuire, come dice Svimez, quello che è il potere di acquisto dei salari, stipendi e pensioni e in pratica non consente di fruire dell’offerta culturale della quale parla il sindaco, anche se il cittadino napoletano viene continuamente investito dai media locali e nazionali relativamente a questa, tanto che soltanto grazie alla pubblicità degli eventi ha una informazione di questi eventi stessi. Trasformare le informazioni sugli eventi culturali in conoscenze degli stessi non è facile assicuro, ma è possibile e avviene. Certo conoscere non è fruire dell’evento culturale. Attenzione, si tenga conto che anche se siamo in un paese che ha sì un’ottima Costituzione, che assicura una serie di diritti a vari livelli, nella fase incorso l’Italia ha un governo di destra, estremista e autoritario, che è impegnato a realizzare riforme di svuotamento delle funzioni del parlamento, come quella del premierato, e con la legge dell’autonomia differenziata cambierà il livello dei diritti a livello nazionale, e sarà un disastro per l’Italia e soprattutto per il sud. A tutto ciò però si deve reagire e la fruizione dell’offerta culturale napoletana, secondo me, gioca un ruolo importante e può diventare da un orizzonte non quasi astratto una spiaggia di riferimento culturale, a condizione che sia soprattutto critica e di lotta, poiché non può essere la produzione culturale soltanto una fruizione della borghesia partenopea. Ciò è possibile a patto però che vengano capitalizzate in primis le proprie conoscenze sulla storia della città di Napoli, che è un riferimento importante, e nell’insieme vengano analizzate le informazioni mediatiche. La cultura o è per tutti o è un’altra cosa.     

È noto che l’offerta culturale a Napoli non è mirata alla fruizione da parte dei cittadini, e meno che mai ai cittadini dell’Italia. Ciò sarebbe troppo costoso. È mirata esclusivamente per il mercato culturale nazionale e internazionale. Tutto l’insieme, turismo e offerta culturale, al quale si riferisce il sindaco è posizionato agli antipodi rispetto all’indagine pubblicata dal Sole 24Ore, la quale è mirata, a livello statistico, soltanto sulla Qualità della vita dei territori delle province italiane. L’offerta culturale, della quale parla il sindaco, supporta nella città di Napoli anche flussi di turismo, come ci viene raccontato dai media ogni giorno con ottimi servizi e con dettagli su mostre e spettacoli, ma questi processi di economia locale classificati come turistici comunque sono esclusivamente per le classi medio-alte e quindi stanno lontani dalla sfera del sociale in quanto sono da essa autonomi e non alleggeriscono problematiche come ad esempio i bisogni abitativi e alimentari e di occupazione. Queste due problematiche provocano, sistematicamente, un progressivo distacco di ampie fasce di cittadini dalle istituzioni; tanto che alle ultime elezioni politiche del 25 settembre del 2022 un po’ più della metà degli aventi diritto al voto non sono andati a votare, con un tasso di non partecipazione al voto obiettivamente oltre la media nazionale.

Non andare a votare provoca, nella pratica corrente, che la partecipazione alla politica, se va bene, è a intermittenza . Ciò favorisce, oltre a vuoti di opinioni sui fatti concreti della politica nazionale, un insieme di interpretazioni errate che si si manifestano in affermazioni tipo “Destra e Sinistra sono la stessa cosa” oppure “l’Antifascismo non ha motivo di essere in quanto non c’è più il fascismo”. In pratica quando il reddito pro-capite, tanto caro al sindaco di Napoli, è obiettivamente insufficiente per i bisogni primari ci si informa, quando capita, soltanto attraverso i telegiornali e con il passa parola, quando è attivo nell’ambiente di riferimento, e non si colgono appieno le raffinatezze, a volte drammatiche, degli eventi della politica.

Le dichiarazioni del sindaco di Napoli, che riguardano soltanto il turismo e l’offerta culturale, sono legati a processi economici oppure no? Investono la sfera del sociale della città?  

Certo Destra e Sinistra possono apparire come la stessa cosa, ma è però infantilismo politico. Come ogni comunità, quella napoletana non fa eccezione rispetto alla società italiana che è di fatto organizzata in classi di reddito e non solo. Al riguardo, la borghesia napoletana ha caratteristiche proprie, in quanto non si confonde mai con le classi con reddito basso o quasi zero. Per la borghesia napoletana, ovviamente, conta primariamente che i politici debbano essere soltanto servitori e basta, altrimenti poi non vengono votati. I politici assicurano sempre l’attivismo dei teatri, dei locali alla moda: i cinema, caffè e discoteche. In pratica debbono produrre continuamente eventi mondani e conclamare sempre che la moda è un diritto, anche se per pochi. Tutti gli altri problemi sociopolitici come sanità, istruzione per tutti, semplicemente non esistono e l’economia che fa profitti deve essere sempre e solamente privata. Quella pubblica e locale deve essere subordinata sempre a quella privata.

Quale inclusione sarà possibile a Napoli è un interrogativo complesso e non ha interessato i media della trasmissione Report (Rai3 di Sigfrido Ranucci), di domenica 12 novembre 2023, con il servizio “Periferie d’autore” di Bernardo Iovene con le collaborazioni di Lidia Galeazzo e di Greta Orsi. Il servizio ha dato, sia chiaro, non risposte definitive ma informazioni importanti su come verranno spesi alcune centinaia di milioni di euro dai fondi del PNRR per riqualificare le periferie italiane. Per Napoli ci sono dei progetti da realizzare per la riqualificazione urbanistica di alcuni quartieri. Ad esempio verranno demolite le ultime vele di Scampia e le note stecche del Bronx di San Giovanni a Teduccio, nonché i bipiani di amianto di Ponticelli, che saranno abbattuti per costruire nuovi quartieri con i finanziamenti del PNRR. Come si vede dal video, registrato, oltre a Napoli, anche a Venezia e a Roma, Bernardo Iovene ha girato in ognuno di questi quartieri per documentare le condizioni di vita. E proprio per Napoli sembra di guardare sequenze girate in qualche sperduto paese dell’Africa. Entrando nel merito dei singoli progetti, che oltre all’intervento edilizio prevedono programmi di inclusione attraverso la creazione di servizi e spazi per le attività commerciali, si nota che ci sono molte analogie, come evidenziato dal video, con i progetti di oltre 40 anni fa che da Scampia (Napoli) a Corviale (un complesso residenziale riferito al Piano di Zona n. 61 situato nella periferia Sud-Ovest di Roma all'interno del GRA tra Via Portuense e Via della Casetta Mattei) non hanno funzionato. Ci si chiede se funzioneranno questi progetti. Al momento non lo sappiamo. Quindi il sindaco di Napoli si dovrebbe occupare di queste problematiche e non di ombreggiare a livello mediatico l’indagine del Sole 24Ore.

È chiaro che l’attenzione del sindaco sul turismo e la cultura a Napoli ha come obiettivo nascosto di rilanciare questi settori che vengono finanziati con fondi pubblici ma nell’insieme debbono essere sempre subordinati ai processi di economia privata. Non a caso è proprio per questi due settori che, mentre gli investimenti in parte cospicua sono pubblici, i profitti sono quasi sempre soltanto privati. Certo l’indagine del Sole 24Ore, come abbiamo visto, ha altri obiettivi, ma poiché attraversa i media e produce reazioni, quest’anno sono stati attivati nuovi processi politici mascherati come opinioni in libertà. Il messaggio del sindaco di Napoli sembra quasi affermare che: in una città quando c’è turismo e offerta culturale non importa nulla che ci siano disoccupati e precari, che i servizi siano insufficienti e l’inclusione sia a livello zero. Legati al turismo e alla cultura ci sono la moda e la movida e sono queste le cose più importanti in una città, in quanto assicurano sangue al capitalismo corrente.               

Spero davvero che il sindaco di Napoli cambi idea su quanto ha dichiarato in relazione all’indagine del Sole 24Ore sulla Qualità della vita e si attivi maggiormente ad aiutare l’inclusione dei non pochissimi cittadini disoccupati, precari e senzatetto.

15/12/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Felice di Maro

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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