Sicurezza
Perché  scendi in fondo a quel pozzo?
Ti  lasci prendere per mano
e  corri incontro all’abisso
senza  pensare a ciò che lasci quaggiù.
E  se lo fai è nell’ultimo attimo,
quando  ti si apre il cielo intorno
appena  prima di piombarti addosso il suo schianto.
Ma  allora cos’è? Rassegnazione?
Una  vita troppo pesante da portare?
Abbandono  a una fatalità
che  ti accompagna con gli occhi
ipnotici  di Medusa?
 
Perché  sali quelle scale
se  sai che lassù nessun Paradiso
ti  attende? E nessun paracadute
ti  potrà salvare
se  una stanca ebbrezza
ti  inviterà a sfidare la vita.
La  tua vita, quella vita
che  non ha ombre e sosia
cui  appellarsi, la sola che tieni
fra  le mani, che difendi
coi  denti e con le unghie,
ma  per la quale basta un attimo
ed  è per sempre smarrita.
 
Così,  se ti diranno
di  piantare un chiodo
a  legare due assi
tu  piantane quattro;
se  ti diranno: scendi!
tu  guardali negli occhi
e  rispondi loro:
tu  ti caleresti negli Inferi
senza  una corda a cui legarti?
senza  una maschera
cui  appoggiare il respiro?
 
Lo  so: hanno scritto cose orribili,
cose  che rendono schiavo il lavoro
ma  anche solo un tuo sguardo
vale  mille volte più delle catene
con  cui vorrebbero negarti la voce
e  quelle pagine sono solo catrame
sparso  per strada.
Hanno  anche scritto
che  la tua vita è sacra,
già  era inciso nei testi
dettati  dal Cielo, e da lì fu mutuato
nelle  loro leggi.
Non  sentirti perciò in colpa
se  si rompe un bicchiere
se  una zolla non si frantuma,
un  tuo capello vale assai più
di  quel coccio di vetro
di  quella manciata di terra.
 
Che  non sia perciò la terra a pesarti
sul  cuore per una sola dimenticanza
per  un sì che reclamava mille no.
Vi  sono occhi che a casa ti aspettano
Ed  essi gridano: NO!
Implorano:  ATTENTO!
Passatevi  allora quella voce
e  gridate in coro quel NO
forse  allora questa non sarà stata inutile.
 18/01/2018
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