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Il diritto all’abitare in Costituzione

Una proposta di legge di iniziativa popolare promossa da un gruppo di giovani vuole inserire il diritto all’abitare all’interno della nostra Costituzione, “un passo decisivo per la creazione di una società più equa, giusta e solidale, in cui ogni individuo possa godere di una vita dignitosa.”


Il diritto all’abitare in Costituzione

Inserire il diritto all’abitare all’interno della nostra Costituzione. È questa l’idea di un gruppo di giovani che hanno pensato di promuovere una legge costituzionale di iniziativa popolare, il cui testo è stato già depositato in Cassazione, mentre da poco è pure partita la mobilitazione nazionale per raccogliere le 50mila firme necessarie affinché la proposta possa poi essere presentata al Parlamento per la sua approvazione. Secondo i promotori dell’iniziativa [1] l’inserimento di tale diritto in Costituzione “rappresenterebbe un passo decisivo per la creazione di una società più equa, giusta e solidale, in cui ogni individuo possa godere di una vita dignitosa” e l’accesso a un’abitazione adeguata “come bene primario e diritto della persona”. La pandemia da Covid-19 ci ha fatto capire che la casa è molto più di un luogo fisico, potendo essere insieme tante cose: ufficio, scuola, spazio sociale… ed allora “garantire una casa sicura, dignitosa, e accessibile è il primo passo per garantire il pieno benessere della persona. Senza una casa, non possiamo immaginare una vita”, come si legge nella proposta. La casa, poi, per la cultura italiana rappresenta ancora un valore sociale importante, anche se negli ultimi anni si è ridotta in maniera significativa la possibilità di riuscire ad accedere a un’abitazione, tant’è che oggi quasi un quarto della popolazione italiana non risulta essere proprietario di una casa, mentre la politica ha smesso di promuovere azioni di intervento a favore dell’abitazione, riducendo gli investimenti in edilizia pubblica e popolare. Dall’altra parte il boom della sindrome da Airbnb, con il conseguente aumento del numero degli immobili destinati a casa vacanza o b&b, ha provocato una riduzione drastica delle case presenti sul mercato da destinare alla vendita o agli affitti tradizionali e un’impennata dei prezzi, senza dimenticare l’aumento della povertà sociale in Italia, anche a causa di stipendi e salari rimasti al palo di fronte alla corsa al rialzo dei prezzi e al ricorso sempre maggiore al precariato nel mondo del lavoro, con l’effetto di rendere impossibile anche ai lavoratori a tempo indeterminato e stipendio fisso l’accesso ad un mutuo per l’acquisto di una casa a costi accettabili. Questa proposta di legge costituzionale, allora, puntando ad inserire il diritto all'abitare in Costituzione concepisce la casa non solo come un bene di proprietà in mano ai privati, ma anche come un servizio pubblico, servizio che attualmente lo Stato non garantisce più, lasciando da soli i comuni a fronteggiare l'emergenza abitativa con le loro ormai magre risorse. La proposta di legge di iniziativa popolare può essere quindi un punto di partenza per una nuova politica abitativa, che metta al centro i bisogni delle persone e garantisca a tutti il diritto ad avere un tetto.

Il diritto all'abitazione, conosciuto anche come diritto alla casa, oppure diritto all'alloggio, è il diritto economico, sociale e culturale ad un adeguato alloggio e riparo. La proposta di legge di iniziativa popolare, composta di appena tre semplici articoli, vuole modificare gli articoli 44, 47 e 117 della Costituzione, ponendo a carico della Repubblica il dovere di garantire l’accesso all’abitazione quale bene primario e mezzo necessario per assicurare alla persona l’esercizio effettivo dei diritti e una vita libera e dignitosa, estendendo la tutela dei risparmiatori all’accesso non solo alla proprietà ma anche al godimento dell’abitazione, rafforzando il potere dello Stato aggiungendo tra le materie di competenza esclusiva la definizione delle norme generali in materia di politiche abitative ed assegnando invece alla competenza concorrente quelle in materia di programmi di edilizia residenziale pubblica. Un intervento importante, quindi, quello voluto dai promotori di questa iniziativa di legge popolare, perché oggi il diritto all’abitare non è sancito espressamente nella nostra Costituzione, a differenza di quanto accade invece in altre carte fondamentali europee [2], anche se indirettamente fanno riferimento ad esso l'articolo 3, comma 2, quando sottolinea l'impegno della Repubblica a “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”, l’articolo 14 (“il domicilio è inviolabile”) e l'articolo 47, nella parte in cui afferma che la Repubblica “favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione”, diritto riconosciuto però in via interpretativa dai massimi organi giurisdizionali italiani, quali la Corte costituzionale [3] e la Corte di cassazione [4], in diverse sentenze. In campo internazionale richiamano il diritto all’abitare vari testi normativi, quali la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo [5] ed il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali [6], anche se essi non contengono obblighi vincolanti né sanzioni per gli Stati aderenti, rimanendo pertanto solo delle enunciazioni di principio o obiettivi programmatici, per cui ogni Stato aderente si potrà sentire libero di impegnarsi come e quando potrà per realizzarli, mentre un impegno più significativo per gli Stati aderenti deriva invece dalla Carta Sociale Europea [7]. A livello nazionale ci sono però varie norme che prendono in considerazione l’abitazione, come l’articolo 614 del codice penale, che punisce la violazione di domicilio, o l’articolo 540 del codice civile, che attribuisce al coniuge superstite il diritto di abitare l’immobile che era la residenza familiare nel caso in cui muoia l’altro coniuge titolare dell’immobile, oppure l’articolo 76 D.P.R. 602/1973, che rende impignorabile la prima casa se è l’unico immobile non di lusso e corrispondente alla residenza anagrafica, ma solo per debiti verso lo Stato (se si hanno anche altri immobili il debito non deve superare i 120mila euro), o ancora il d.l. 7/2007, che prevede la possibilità di estinzione anticipata del mutuo che sia stato fatto per l’acquisto o la ristrutturazione della propria casa di abitazione senza dovere pagare penali, cercando così di venire incontro a potenziali esigenze dei cittadini. Inoltre, è vero che la giurisprudenza costituzionale ha affermato che non esiste un vero e proprio diritto per i meno abbienti di chiedere ed ottenere finanziamenti statali o aiuti per l’acquisto o la locazione di una casa di abitazione [8], ma lo Stato è intervenuto in passato e interviene ancora oggi con azioni volte a favorire il diritto di tutti ad avere una casa, come i finanziamenti per l’edilizia sovvenzionata, cioè contributi diretti dello Stato per realizzare abitazioni da dare in locazione a persone in condizioni economiche disagiate (le c.d. case popolari), l’edilizia convenzionata, con l’obiettivo di fare acquistare una casa a prezzo calmierato ad alcune categorie di persone che necessitano di un sostegno economico, o l’edilizia agevolata, che mira a costruire alloggi che saranno usati come prima casa, il bonus giovani prima casa per gli under 36, il bonus prima casa e il bonus ristrutturazioni, con una detrazione fiscale del 50%, l’ecobonus, per gli interventi di riqualificazione energetica degli immobili, il sismabonus, per favorire gli interventi per rendere gli immobili resistenti agli eventi sismici, il bonus facciate, che finanzia le detrazioni di imposta per ristrutturazione delle facciate di edifici, il superbonus edilizio al 110%.

Note:

[1] Hanno finora aderito alla campagna: Pd, M5s, Avs, Iv, +Europa, Possibile, Sunia, Acli, Volt, Gd, Pds, Udu, Link, Ugs, Unione Inquilini, Sicet, Spin Time Labs, Baobab Experience, Adi, Radicali (Milano, Venezia, Verona, Torino, Rimini, Sardegna, Marche), Gev, Tocca a Noi, Koinè Journal, Move Roma, Fgci Marche, Arci Toscana, Casa del Popolo Scafati, Vuoti a Rendere Torino, Forum Disuguaglianze e diversità, Associata, Inoltre Alternativa Progressista, Rete Numeri Pari.

[2] La Costituzione portoghese lo prevede all’articolo 65, quella spagnola all’articolo 47. 

[3] Sentenze n. 252/1983 ("indubbiamente l'abitazione costituisce, per la sua fondamentale importanza nella vita dell'individuo, un bene primario che deve essere adeguatamente e concretamente tutelato dalla legge"), n. 49/1987 ("è doveroso da parte della collettività intera impedire che delle persone possano rimanere prive di abitazione"), n. 217/1988 ("il diritto all'abitazione rientra, infatti, fra i requisiti essenziali caratterizzanti la socialità cui si conforma lo Stato democratico voluto dalla Costituzione"), n. 119/1999 ("il diritto a una abitazione dignitosa rientra, innegabilmente, fra i diritti fondamentali della persona").

[4] Cass. pen., sez. II, n. 46054/21, che ha riconosciuto lo status di necessità come scriminante della condotta penale di occupazione abusiva di un immobile conseguente al pericolo di danno grave alla persona; Id., sez. III, n. 34607/21, per la quale l’attuazione dell’ordine di demolizione di un’abitazione deve tenere conto del diritto all’abitazione; Id., n. 423/20, che ricorda come il giudice che attua l’ordine di demolizione di un immobile abusivo adibito ad abituale abitazione deve rispettare il principio di proporzionalità; Id., n. 24177/16, che ha affermato che le assegnazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica sono volte a garantire il godimento del diritto fondamentale all’abitazione; Id., civ., sez. II, n. 36907/22, per la quale l’immobile destinato a edilizia popolare non può essere usucapito.

[5] Art. 25: “Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione…”

[6] Art. 11: “Gli Stati Parti del presente Patto riconoscono il diritto di ogni individuo ad un livello di vita adeguato per sé e per la sua famiglia, che includa alimentazione, vestiario, ed alloggio adeguati…”

[7] Art. 31: “Per garantire l’effettivo esercizio del diritto all’abitazione, le Parti s’impegnano a prendere misure destinate: 1. a favorire l’accesso ad un’abitazione di livello sufficiente; 2. a prevenire e ridurre lo status di "senza tetto" in vista di eliminarlo gradualmente; 3. a rendere il costo dell’abitazione accessibile alle persone che non dispongono di risorse sufficienti.”

[8] Sentenze n. 423/2004, 118/2006, 137/2007.

10/05/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Ciro Cardinale
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