Un appello per fermare il genocidio in Palestina

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Un appello per fermare il genocidio in Palestina

Un grande fronte di massa e di popolo a fianco del popolo palestinese! Fermiamo dalle piazze e con la lotta il genocidio di Israele!

L’orrore scientemente disseminato da Netanyahu a Gaza è il più grande e disumano di tutta la storia successiva alla Seconda guerra mondiale. È genocidio, e chi ancora lo nega si fa complice dell’utilizzo cinico, da parte di Israele, dell’orrendo Olocausto nazista al fine di proseguire il proprio Olocausto contro il popolo palestinese.

La Nakba, l’Esodo, la Catastrofe  del popolo palestinese sotto i fucili sionisti è proseguita ogni giorno sino ad ora, senza interruzioni: a Gaza, in Cisgiordania, in ogni Territorio palestinese gli eserciti sionisti sostenuti dagli Usa e, da tempo, dall’Unione europea, hanno versato tutto il sangue palestinese possibile, hanno portato ad ogni palestinese, ad ogni famiglia, ad ogni uomo, donna, bambino della Palestina sofferenze indicibili, che raramente i popoli del mondo hanno subito così a lungo, per decenni e decenni. Quasi gli interi territori palestinesi sono stati occupati dalla barbarie sionista. E l’attuale genocidio di Gaza altro non è che il prolungamento del Terrore che sin dagli anni ’40 Tel Aviv ha imposto sulla Palestina.

Attraverso i fiumi di sangue palestinese versato, i governi e gli eserciti di Israele hanno finito per indossare le stesse divise brune dei carnefici che condussero l’Olocausto.

In quest’ultima fase di guerra, massacri e distruzione, Israele ha deliberatamente assassinato a Gaza circa 60 mila palestinesi, di cui oltre 20mila bambini, con circa 140mila feriti, mutilati. Ma molte agenzie internazionali parlano ormai, unanimemente, di circa 120mila morti palestinesi, se si considerano tutte le vittime delle malattie, della povertà estrema, dell’esodo di massa senza più tetto e pane che ha provocata la guerra sionista, una guerra di sterminio che ha fatto sì che quasi l’intera popolazione di Gaza (1,9 milioni di persone su 2,2 milioni) abbia dovuto abbandonare la propria casa per ammassarsi in aree ristrette, prive di riparo, senza alimenti e senza acqua, nel freddo e nel fango, con gran parte delle strutture ospedaliere distrutte,  con l’assassinio di centinaia di operatori sanitari e di medici, in buona parte legati all’Organizzazione Mondiale della Sanità: una crisi umanitaria di proporzioni catastrofiche.

E se tutta la lunga fase che va dall’invasione sionista sino ad aprile/maggio 2025 è stato, per il popolo palestinese gazawi, un inferno quotidiano, da fine maggio 2025 sino ad oggi i sionisti hanno deciso di gettare l’ultima maschera e di agire alla luce del sole come assassini seriali, affinando, e praticando, la strategia della Soluzione Finale contro il popolo palestinese.

Nel maggio 2025 il governo di Israele, con l’appoggio statunitense e, sul territorio di Gaza, dei contractor privati nordamericani, strappa dalle mani dell’Onu la gestione della distribuzione del cibo, dell’acqua e dei farmaci e di ogni altro aiuto giunto dal mondo per il popolo palestinese ormai in totale diaspora, affidando ad una stessa organizzazione sionista (la Gaza Humanitarian Foundation, Ghf) la distribuzione degli aiuti umanitari e, con questo gesto golpista, Tel Aviv, apre una nuova fase del suo inferno di guerra.

La “distribuzione” dei beni per la sopravvivenza, per la Ghf, diviene la fucilazione sul posto dei palestinesi in fila per un sacchetto di farina: un “tiro al piccione” spesso avvenuto tra le risa degli assassini. Forse solo ad Auschwitz, a Dachau, l’umanità ha toccato un tale fondo d’orrore e di buio della civiltà.

Dal primo giugno 2025 sino ad ora, fine luglio 2025, dalla prima “strage delle file”, a Rafah, passando per la strage al Campo di Nuseirat, i miliziani sionisti della Ghf hanno ammazzato, lungo le file, circa mille palestinesi, di cui circa 300 bambini.

Ciò che raccontano in questi giorni i palestinesi di Gaza non appartiene più all’umano, ma alla bestialità nazifascista: “Moriamo di fame e di sete - ci narrano attraverso i resoconti della stampa internazionale - “vaghiamo come zombie tra le case distrutte, tra la polvere e le macerie, la lunga privazione del cibo e dell’acqua ci ottunde i pensieri, giriamo senza meta e senza capire più nulla, sappiamo che andando a fare le file dalla Ghf rischiamo la morte, di essere impallinati come la cacciagione, ma la fame e la sete sono così terribilmente forti che andiamo lo stesso, consapevolmente, a morire”.

I popoli, i lavoratori, gli studenti dell’intero pianeta hanno alzato la testa e portato nelle piazze di ogni continente e di ogni città la gloriosa bandiera palestinese.

Ma è la cosiddetta “comunità internazionale” a tacere, a rendersi ancora complice del genocidio israeliano.

I firmatari di quest’Appello credono nella forza delle mobilitazioni popolari e chiedono a tutti coloro che hanno consapevolezza del genocidio palestinese in atto di unirsi, in un’unica lotta, in un unico fronte popolare e di massa.    

Per una lotta, una mobilitazione unitaria e di lunga durata che possa organizzarsi attorno ad un’idea-forza:

chiedere che, sulla scorta del Capitolo VII della propria Carta, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu intervenga a Gaza giuridicamente, togliendo, dunque, ad Israele il potere su Gaza e militarmente, attraverso l’invio dei Caschi Blu, al fine di imporre il cessate il fuoco e avviare una fase di pace attraverso la quale il popolo palestinese gazawi possa riprendere in mano il proprio destino e decidere la ricostruzione ed il futuro del proprio Paese. E tutto ciò assieme alla lotta di Resistenza e di Liberazione dell’intero popolo palestinese, col quale siamo totalmente a fianco.

Non siamo sognatori: sappiamo che ottenere questo risultato, l’intervento giuridico e militare dell’Onu, non sarà certamente facile.

Ma pur non essendo sognatori, confidiamo tuttavia nella forza delle idee e l’idea-forza dell’intervento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a Gaza – assieme alla lotta di Resistenza del popolo palestinese- può unire e favorire la messa in campo di una vasta mobilitazione popolare unitaria.

Sarà poi il Consiglio dell’Onu a rispondere, assumendosi le proprie responsabilità storiche, alla denuncia popolare.

Noi avremmo fatto il nostro dovere a fianco del popolo palestinese! Avremmo mobilitato e fatto crescere una coscienza di massa a favore di questo popolo martoriato e che vincerà!

Primi promotori

Fosco Giannini

Già Senatore della Repubblica e Coordinatore Nazionale del Movimento per la Rinascita Comunista

Salvatore Catello

Responsabile Nazionale Resistenza Popolare

Augustin Breda

del Comitato Centrale Fiom Cgil e a nome delle RSU della Elettrolux di Susegana (Treviso)

Giuseppe Redondo

Operaio, delegato FIOM-CGIL Stellantis Europe di Atessa (Chieti)

Alessandro Belardinelli

Operaio, delegato FIOM-CGIL Beko Europe ex Whirlpool di Fabriano

Andrea Grilli

Operaio logistica, delegato FILT-CGIL, provincia di Ancona

Angelo d’Orsi

Già Ordinario di Storia del pensiero politico Università di Torino; fondatore e direttore di “Historia Magistra” e di “Gramsciana”

Alberto Bradanini

Già Ambasciatore a Theran e a Pechino. Presidente del Centro Studi sulla Cina Contemporanea

Luca Cangemi

Docente di storia e filosofia, saggista, due volte eletto alla Camera dei deputati

Comitato Sanitari per Gaza

Alex Zanotelli

Missionario comboniano

Giorgio Cremaschi

Sindacalista

Don Vitaliano Della Sala

Parroco a Mercogliano (Avellino)

Fulvio Grimaldi

Giornalista, inviato di guerra, documentarista

Francesco Galofaro

Docente di semiotica Università IULM di Milano

Luigi Basile

Giornalista de “Il Mattino” di Napoli; direttore di “Futura Società”

Alexander Hobel

Direttore di “Marxismo Oggi” on-line

Bruno Steri

Direttore di Ragioni & Conflitti

Marco Pondrelli

Direttore “MarxVentuno” on-line

Fabrizio Marchi

Direttore de “L’Interferenza”

Andrea Catone

Direttore di “MarxVentuno” cartaceo 

Rolando Giai-Levra

Direttore di “Gramsci Oggi”

“Pelagie Mediterranee”, Movimento Politico di Lampedusa

Collettivo Art.32 – Sanità pubblica Universale

Marco Papacci

Presidente Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

Giustino Scotto d’Aniello

Sociologo, esperto politiche abitative, attivista per il diritto alla casa (“Ma quale casa”), già segretario regionale PCI Piemonte

Marlène Micheloni

Sociologa

Gianni Favaro

Associazione Culturale “Interstampa”

Alberto Fazolo 

Saggista, giornalista, attivista antimperialista

Franco Bartolomei

Risorgimento Socialista

Giorgio Gattei

Già docente di Storia dell’analisi economica Università di Bologna

Ascanio Bernardeschi

ANPI Volterra, Pisa

El Daire Roshdi

Medico in Italia; del movimento filopalestinese in Giordania

Stefania Vassura

USB – P.I.

Barbara Pucci

Funzionaria statale

Francesco Fustaneo

Giornalista. Esperto di geopolitica e analista della politica internazionale della Tunisia

Alessandra Ciattini

Saggista, già docente di Antropologia all’Università “La Sapienza” di Roma

Alessandro Valentini

Giornalista, saggista, già dirigente del movimento comunista italiano

Giorgio Brera

Esperto di questioni energetiche, Milano

 Mara Toffolo Rossit

Presidente Comitato Politico Regionale PCI Veneto e del Comitato Centrale del PCI

Alessandro Belfiore

No Guerra No Nato

Orazio Di Mauro

Esperto e studioso di questioni politico-militari, in special modo relative al XX e XXI Secolo. Catania

Candida Caramanica

Insegnante, attivista antimperialista, Roma

Alessandro Pascale

Saggista, storico del movimento operaio

Marino Severini

“Voce” e chitarra de “La Gang”

Tommaso Aramini

Regista, produttore, ricercatore

Diego Siragusa

Saggista, scrittore, esperto di questione del Medio Oriente

Daniele Burgio

RSU - USB Comune di Milano

Massimo Leoni

Saggista

Roberto Sidoli

Storico

Giorgio Raccichini

Docente di Storia e Letteratura, Fermo

Daniela Filonzi

Storica attivista filo-palestinese di Jesi, Ancona

Annita Benassi

Attivista antimperialista (Roma); iscritta e militante del Partito Comunista Portoghese

Nunzia Augeri

Saggista, storica della Resistenza italiana ed europea

Marco Amagliani

Associazione Culturale “L’Isola che non c’è”; del Comitato Centrale del PCI

Leonardo Sinigaglia

Saggista, del movimento “Contronarrazione” 

Laura Baldelli

Docente di Storia e Letteratura; militante ANPI Ancona

Michelangelo Tripodi

Presidente Nazionale Movimento per la Rinascita Comunista; già Assessore Regionale Calabria

Giambattista Cadoppi

Storico, studioso della storia e dello sviluppo della Repubblica Popolare Cinese

Alessandro Volponi

Docente di filosofia, Presidente del Centro Studi Nazionale “Domenico Losurdo”

Davide Pinardi

Docente Università di Milano; regista e scrittore

Associazione Culturale Punto Russo “Terracini”

Marinella Mondaini

Filologa, saggista, traduttrice in Italia della grande poesia russa

Lucia Mango

Consulente Rspp (Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione Aziende Metalmeccaniche)

Giusy Montanini

Dirigente sindacale e del “Comitato Antirazzista e Antifascista 5 luglio, Fermo”

Gilberto Trombetta

Giornalista

Matteo Luca Andriola

Insegnante precario; saggista e storico

Maurizio Belligoni

Già primario di psichiatria Ospedale di Senigallia, Ancona

Domenico Moro

Economista e sociologo

Davide Rossi

Saggista; del Centro Studi “Anna Seghers”, Milano

Piero Bevilacqua

Già docente di Storia Contemporanea a “La Sapienza” di Roma; collaboratore de “il Manifesto”

Paolo Crocchiolo

Infettivologo, già funzionario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità

Paola Volponi

Medico, Fermo

Elisa Manfrino

Traduttrice

Magda Bava

Scenografa e decoratrice

Chiara Ortolani 

Ingegnere, Roma

Marcello Vitale 

Docente universitario, Roma

08/08/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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Fosco Giannini

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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