Sta  proseguendo attivamente in molte città, con continui aggiornamenti  in tempo reale visibili in rete sulla pagina facebook del comitato  coordinatore italiano NON UNA DI MENO, il lavoro creativo e capillare  delle donne per l’organizzazione dello sciopero scandito da  migliaia di eventi   per la Giornata Internazionale delle donne 2017.   I temi dello Sciopero Globale e i programmi dei territori e delle  singole città saranno illustrati ai Media durante centinaia di  Conferenze Stampa che si svolgeranno in contemporanea nella giornata  del 2 marzo 2017. 
  Nel sito https://nonunadimeno.wordpress.com.  si può trovare il vademecum dello sciopero che sarà il frutto di un  impegno divenuto collettivo e sempre più virale tra le donne nel  corso del mese di febbraio grazie ai social e alle piattaforme on  line attivate con lo scopo di portare all’attenzione di tutte e  tutti nel Paese, e soprattutto delle Istituzioni e dei Media i temi  sintetizzati  nella piattaforma politica  emersa dall’assemblea  nazionale delle donne promossa da NON UNA DI MENO a Bologna il 4 e 5  febbraio scorsi e che dopo lo sciopero avrà tra i suoi obiettivi  prioritari la scrittura del Piano  femminista contro la violenza alle  donne. 
Gli 8 punti per l’8 Marzo scritti da 2000 donne riunite da tutta Italia non sono certo esaustivi, ma ben sintetizzano il dibattito, le preoccupazioni e le proposte delle donne oggi: una elaborazione che avviene quotidianamente e da decenni all’interno delle associazioni storiche del movimento delle donne nel nostro Paese, nelle reti e nei centri antiviolenza, come nelle realtà neonate del femminismo contemporaneo e nei rinati collettivi e gruppi di attiviste, spesso collegate in reti internazionali, fatte di studentesse universitarie, ricercatrici e docenti, blogger e web journalist, sindacaliste, attiviste su facebook e in Twitter: una marea di donne che esprimono il rifiuto della violenza di genere in tutte le sue forme: discriminazione, oppressione, sfruttamento, sessismo, razzismo, omo e transfobia.
Con  migliaia di scioperi reali o simbolici le donne quest’anno l’8  marzo incroceranno le braccia interrompendo ogni attività produttiva e  riproduttiva: la violenza maschile contro le donne non si combatte in  forma securitaria con l’inasprimento delle pene‒come  l’ergastolo per gli autori dei femminicidi in discussione alla  Camera‒ma  con una trasformazione radicale della società.
Per questo  tantissime sciopereranno o si riuniranno in assemblee sindacali che  affronteranno anche il tema del diritto al welfare riproduttivo e dei  linguaggi e  comportamenti discriminatori nei luoghi del lavoro, e  tante donne scenderanno in strada ancora una volta in tutte le città  con cortei, assemblee nello spazio pubblico, convegni, spettacoli e  manifestazioni creative.
Le  donne sciopereranno per affermare la loro forza. 
Già  da un mese hanno coinvolto con la loro richiesta i Sindacati, e  quelli di base hanno aderito allo sciopero di 24 Ore Non  un’ora meno di sciopero.   Anche nel comparto scuola c’è stata la proclamazione dello  sciopero generale per l’8 marzo, con regolare circolare  del Miur che ne ha dato notizia e disposizioni relative alle scuole pubbliche  e la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Funzione Pubblica ha  reso noto lo sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e  private per l’intera giornata. E allora vediamoli questi 8 Punti  per l’8 Marzo e ascoltiamo cosa dicono le donne.
Scioperiamo  perché la  risposta alla violenza è l’autonomia delle donne
Scioperiamo  contro la trasformazione dei Centri Antiviolenza in servizi  socio-assistenziali. I centri sono nati dai saperi delle donne e devono rimanere spazi laici e autonomi di donne, luoghi  femministi che attivano processi di trasformazione culturale per  modificare le dinamiche strutturali da cui nascono la violenza  maschile sulle donne e la violenza di genere. Rifiutiamo il  cosiddetto Codice  Rosa nella sua applicazione istituzionale e ogni intervento di tipo  repressivo ed  emergenziale. Pretendiamo che nell’elaborazione di ogni iniziativa  di contrasto alla violenza vengano coinvolti attivamente i centri  antiviolenza.
 Senza  effettività dei diritti non c’è giustizia né libertà per le  donne
Scioperiamo  perché vogliamo la piena applicazione della Convenzione  di Istanbul contro ogni forma di violenza maschile contro le donne, da  quella psicologica a quella perpetrata sul web e sui social  media, fino alle  molestie sessuali sui luoghi di lavoro. Chiediamo corsi  di formazione obbligatori nei luoghi di lavoro sulla violenza e le  molestie a sfondo sessuale, sessismo e mobbing, che coinvolgano tutto  il personale.  Pretendiamo  che le donne abbiano rapidamente accesso alla Giustizia, con misure  di protezione immediata per tutte, con e senza figli, cittadine o  straniere presenti in Italia. Vogliamo l’affidamento esclusivo  alla madre quando il padre usa violenza. Vogliamo operatori e  operatrici del Diritto formati, perché le donne non debbano  conoscere durante il processo e il percorso di uscita dalla violenza  una seconda vittimizzazione da parte delle Istituzioni. 
Uscire dalla violenza è spesso per la donna una lotta impari: e allora durante il percorso per uscire dalla violenza sono indispensabili strumenti già in atto in altri Paesi come la Spagna, quali la sospensione o il reintegro obbligatorio nel contratto di lavoro, il trasferimento agevolato, il diritto alla flessibilità di orario, il divieto di licenziamento, il diritto alla sospensione della tassazione per le lavoratrici autonome e una corsia preferenziale per accedere alla casa popolare.
  Sui  nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi
Scioperiamo  perché vogliamo un diritto all’aborto libero, sicuro e gratuito e  l’abolizione dell’obiezione di coscienza. Scioperiamo contro la  violenza ostetrica, per il pieno accesso alla Ru486 con aborto  farmacologico fino a a 63 giorni e in regime di day-hospital.  Scioperiamo contro lo stigma dell’aborto e rifiutiamo le sanzioni  per le donne che abortiscono fuori dalle procedure previste per legge  a causa dell’alto tasso di sanitari obiettori negli ospedali  italiani: perché ognuna possa esercitare la sua capacità di  autodeterminarsi. Per ridurre  il numero di interruzioni si dovrebbe fare una seria educazione  sessuale nelle scuole, si dovrebbe garantire l’accesso libero e  gratuito alla contraccezione, inclusa quella di emergenza, cioè la  pillola del giorno dopo, si dovrebbero potenziare e non smantellare i  consultori.
  Vogliamo  sul piano culturale superare l’approccio alla realtà della  relazione sessuale secondo lo schema dell’obbligo eterosessuale e  del binarismo di genere. Chiediamo più formazione e autoformazione  su contraccezione e malattie sessualmente trasmissibili, consultori  aperti a esigenze e desideri delle donne e di tutte le soggettività  LGBTQI, indipendentemente da condizioni materiali-fisiche, età e  passaporto.
 Se  le nostre vite non valgono, scioperiamo!
Scioperiamo  per rivendicare un vero diritto di autodeterminazione e sostegno alle  donne con disabilità, un reddito di autodeterminazione, per uscire  da relazioni violente, per resistere al ricatto della precarietà,  perché non accettiamo che ogni momento della nostra vita sia messo  “al lavoro”. Siamo  stanche di subire un’organizzazione del lavoro che impone a  moltissime donne in Italia orari certi di poche ore e turni  massacranti con gli straordinari, che le condanna a stipendi miseri  guadagnati tra violenze verbali e ricatti, in tante aziende della  globalizzazione postcapitalistica, che lavorano anche per le  Istituzioni, con la voucherizzazione del lavoro, seguendo la logica  degli appalti al massimo ribasso che, mentre svalorizzano le nostre  vite, regalano lauti guadagni alle multinazionali.
  Riconoscendo  il peso della dipendenza economica e della precarietà come causa  della maggiore vulnerabilità per le donne alla violenza, chiediamo  un salario minimo europeo, perché non siamo più disposte ad  accettare salari da fame, né che un’altra donna, spesso migrante,  sia messa al lavoro nelle case e nel lavoro di cura in cambio di  sotto-salari e assenza di tutele; pretendiamo un welfare per  tutte e tutti organizzato a partire dai bisogni delle donne, che ci  liberi dall’obbligo di lavorare sempre di più e più intensamente  per riprodurre le nostre vite.
 Vogliamo  essere libere di muoverci e di restare.
Siamo  contro ogni frontiera: permesso, asilo, diritti, cittadinanza e ius  soli
 Scioperiamo  contro la violenza delle frontiere, dei Centri di detenzione, delle  deportazioni che ostacolano la libertà delle migranti, contro il  razzismo istituzionale che sostiene la divisione sessuale del  lavoro. Sosteniamo  le lotte delle migranti e di tutte le soggettività lgbtqi contro la  gestione e il sistema securitario dell’accoglienza! Vogliamo  un permesso di soggiorno per le donne incondizionato e non subalterno  e quindi svincolato da lavoro, studio e famiglia. 
Garanzia di asilo per tutte le migranti che hanno subito violenza e prioritariamente la cittadinanza per chiunque nasce o cresce in questo Paese e per tutte le migranti e i migranti che ci vivono e lavorano da anni.
 Vogliamo  distruggere la cultura della violenza attraverso la formazione
Scioperiamo  affinché l’educazione alle differenze sia praticata dall’asilo  nido all’università, per rendere la scuola pubblica un nodo  cruciale per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le  donne e tutte le forme di violenza di genere. Non ci interessa una  generica promozione delle pari opportunità, ma coltivare un sapere  critico verso le relazioni di potere fra i generi e verso i modelli  stereotipati di femminilità e maschilità. Scioperiamo contro il  sistema educativo della “Buona  Scuola” (legge  107) che distrugge la possibilità che la scuola sia un laboratorio  di cittadinanza capace di educare persone libere, felici e  autodeterminate.
  Vogliamo  fare spazio ai femminismi
Scioperiamo  perché la violenza e il sessismo sono elementi strutturali della  società che non risparmiano neanche i nostri spazi e collettività.  Scioperiamo per costruire spazi politici e fisici transfemministi e  antisessisti nei territori, in cui praticare resistenza e  autogestione, spazi liberi dalle gerarchie di potere, dalla divisione  sessuata del lavoro, dalle molestie. 
 Costruiamo  una cultura del consenso, in cui la gestione degli episodi di  sessismo non sia responsabilità solo di alcune ma di tutt*,  sperimentiamo modalità transfemministe di socialità, cura e  relazione. Scioperiamo perché il femminismo non sia più un tema  specifico, ma diventi una lettura complessiva dell’esistente.
 Rifiutiamo  i linguaggi sessisti e misogini
Scioperiamo  contro l’immaginario mediatico misogino, sessista, razzista, che  discrimina lesbiche, gay e trans. Rovesciamo la rappresentazione  delle donne che subiscono violenza come vittime compiacenti e passive  e la rappresentazione dei nostri corpi come oggetti. Agiamo  con ogni media e in ogni media per comunicare le nostre parole, i  nostri volti, i nostri corpi ribelli, non stereotipati e ricchi di  inauditi desideri.
Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo. #NonUnaDiMeno #LottoMarzo
 
			 
													 
			 		 
		    
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                                                                     
                         
                                                                 
                        