A fianco di Cuba

Cuba è in questi giorni oggetto di una scientifica diffamazione, con un copione che conosciamo fin troppo bene. Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo e al governo cubano, e chiediamo ancora una volta la fine del bloqueo imperialista che sta strangolando l’isola.


A fianco di Cuba

Fin dalla vittoria della Rivoluzione nel 1959, Cuba è stata sistematicamente oggetto di aggressione da parte degli Stati Uniti d’America, con attacchi terroristici che si sono protratti ben oltre la fine della Guerra Fredda. Inoltre, Cuba è da sessant’anni vittima di un criminale embargo che strozza la sua economia, rafforzato negli ultimi anni dalla legge Helms e Burton del “democratico” Clinton e in seguito dall’amministrazione Trump. In ogni caso, nonostante le restrizioni e la perenne aggressione internazionale, Cuba è rimasta sempre un baluardo di diritti e giustizia sociale. Non vanno dimenticati, infatti, i grandi meriti del paese nel fronteggiare una situazione internazionale molto sfavorevole, aggravata da cataclismi e pandemia, quali lo sviluppo di due vaccini pubblici, il contenimento dei contagi, gli aiuti umanitari ad altri paesi in difficoltà etc.

Da alcuni giorni l’imperialismo occidentale sta nuovamente affilando le sue armi, mascherate da sostegno ai valori “democratici”, per destabilizzare l’isola. Secondo la stampa e la politica internazionali, masse di manifestanti, chiedendo la libertà, si starebbero scagliando contro il terribile regime, bollato arbitrariamente come dittatura, che da ormai 60 anni affamerebbe l’isola. Ma quanto c’è di vero? Molto poco probabilmente, ma questa campagna diffamatoria, che nasconde il fatto che il sostegno della popolazione cubana nei confronti del governo legittimo sia ancora forte, permette di porre in luce l’atteggiamento criminale del blocco imperialista ed in primo luogo di Usa e Ue. Ecco allora partire un hashtag dall’esterno dell’isola che inneggia, come sempre accade nei tentativi di controrivoluzione colorata, alla supposta libertà contro la dittatura che non rispetta i diritti umani, Ong di Miami con contatti col governo Usa che si muovono per fomentare manifestazioni, gruppi armati scendere in strada forzando una risposta da parte dello Stato cubano e la stampa internazionale urlare alla repressione di un legittimo dissenso. Un copione letto tante volte che ancora si ripete.

Noi del collettivo politico La Città Futura esprimiamo convintamente la nostra solidarietà nei confronti del governo cubano e della Rivoluzione e chiediamo la fine immediata dell’embargo e dell’aggressione internazionale contro l’isola. Abbasso il bloqueo e l’imperialismo occidentale!

16/07/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Collettivo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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