Articoli filtrati per data: Venerdì, 05 Dicembre 2014
La Direzione del Partito della Rifondazione Comunista ha avviato un importante dibattito, licenziando un documento sulla prospettiva dell’unità della sinistra e del partito. Condivido il senso e la lettera del documento. Queste note sono un modesto contributo alla discussione. E sono centrate sulla questione del futuro del partito.
Cerco qui di spiegare sinteticamente perché non condivido la proposta di un “nuovo soggetto politico della sinistra e dei democratici” (per usare la formulazione di Marco Revelli). Tengo presente la bozza di appello dello stesso Revelli, il contributo di Ramon Mantovani recentemente diffuso in rete e l’intervento conclusivo di Paolo Ferrero alla riunione dei segretari di circolo del centro Italia.
La vicenda della fasciomafia romana dimostra – una volta di più – la diversità dei comunisti che a quel letamaio si sono sempre opposti coerentemente, e spesso da soli.
I servizi sociali e i lavoratori che vi operano rischiano di diventare le vittime innocenti della campagna mediatica su “Mafia Capitale”.
La fase storica del dopo ’89 pone fine alla tendenza alla composizione pacifica delle controversie internazionali (“pace”) ed alla regolazione normativa condivisa dei rapporti tra gli Stati (“diritto internazionale”).
Non può essere lasciata impunita la cinica strumentalizzazione con cui, mentendo, si cerca di presentare la corruzione come un male endemico senza connotati, neutro come una calamità naturale, che riguarda tutti indistintamente.
Una campagna mediatica ossessiva presenta la soppressione delle Province come un “risparmio”. È tutto falso: quello che si è abolito (con una legge ordinaria!) è solo il diritto dei cittadini a eleggere i loro rappresentanti.