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Il 4 ottobre scorso ci ha lasciati il compagno Salvatore D’Albergo dopo una lunga malattia. Fino all’ultimo momento è rimasto lucido nello svelare gli inganni dell’ideologia dominante e nel contribuire a difendere il punto di vista del lavoro, il punto di vista della democrazia e del
comunismo. Più che mille parole di ricordo vale per noi pubblicare il suo ultimo appello pubblico “Per la difesa integrale e l’autentico significato dell’art. 18”. Ci resta come un testamento, ma anche come una consegna: continuare a diffonderlo e farlo “vivere” anche dopo la sua morte.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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