Er Fisolofo a l’ostaria

Er Fisolofo a l’ostaria 


Er Fisolofo a l’ostaria

di Eudaimon 

Quer Fisolofo de fama monniale,
l’utore de la Fenomenologgia
che cebbe li natali in Todeschìa,
imbastì sta metàfa gnente male: 

- La Fisolofia, circolanno in tonno,
è come na ciovetta ch’arza l’ale
ar vèspero, in sur finì der giorno;
sicchè vordì ch’er senzo razzionale 

de le cose bojacce de sto monno
se pò scropì sortanto ner finale,
quanno che sò già ite a lo sprofonno! – 

Pe comprenne mejo, pischelletti mia,
er senzo arcàno de sto predicozzo,
penzate che mo semo a l’ostaria: 

- Sto vino è bbono, oppuro sa de zzozzo? -
Posso sapello, e senza dì bucìa,
solo dopo ch’è sceso ar gargarozzo! 

28/08/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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Eudaimon

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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