In ricordo di Maurice Sinet

Conosciuto con lo pseudonimo di Siné è stato un giornalista, disegnatore e autore satirico.


In ricordo di Maurice Sinet

Conosciuto con lo pseudonimo di Siné (Parigi, 31 dicembre 1928 – Parigi, 5 maggio 2016) è stato un giornalista, disegnatore e autore satirico. Noto per lo stile irriverente e provocatorio del suo humour, ha suscitato molte critiche e polemiche. Tra i suoi soggetti preferiti la religione, la politica, il costume e la cultura.

di Guido Capizzi

È morto a Parigi Maurice Sinet, aveva 87 anni. Iniziò la carriera come vignettista negli anni Cinquanta, lavorando per i principali giornali francesi. Prima, da giovane, aveva studiato disegno e arti grafiche, e si guadagnava da vivere come cantante di cabaret. Il suo primo disegno venne pubblicato nel 1952.

Siné ha ricevuto il “Prix de l'Humour Noir” nel 1955. Diventò vignettista politico per “L’Express” e si caratterizzò subito per il suo forte anti-colonialismo che gli provocò polemiche durante la guerra d'Algeria. Fu citato in giudizio numerose volte e venne difeso da Jacques Vergès, avvocato del Fronte di Liberazione algerino.

Nel 1962, lasciato “L'Express” pubblicò “Siné Massacre” dove, accanto all’anti-colonialismo, si riconoscevano anche anti-capitalismo, anti-clericalismo e anarchismo. Nel maggio 1968, insieme a Jean-Jacques Pauvert, Siné lanciò “L'Enragé”, una rivista satirica di breve durata associata agli eventi della rivolta del maggio 1968 in Francia.

Nel 1982 Siné rilasciò un'intervista alla radio dichiarando il suo antisemitismo senza paura di ammetterlo. In seguito chiese scusa per i suoi commenti.

Nel luglio 2008, la colonna di Siné sulla rivista “Charlie Hebdo” conteneva un commento sulla imminente conversione del figlio Jean del presidente francese Nicolas Sarkozy all'ebraismo in modo che potesse sposare l’ereditiera ebraica Jessica Sebaoun-Darty: "Avrà un lungo cammino nella vita, questo ragazzo". Siné venne licenziato dalla redazione per anti-semitismo, scatenando un duro appassionato dibattito.

A fine agosto 2008 annuncia la nascita di “Siné Hebdo”, riprendendo il nome del suo ex settimanale. L'anno dopo la rivista è in edicola il mercoledì contemporaneamente a “Charlie Hebdo”. Nel 2010 termina le pubblicazioni per lasciare il posto al mensile “Siné mensuel”, sempre meno legato all'attualità politica e più alla cultura e al costume.

Le vignette di Siné sono state raccolte in “Complaintes sans paroles”, “Portée de chat”, “Les Papes”.

Emblematico l’ultimo pezzo di Siné scritto prima dell’intervento chirurgico che lo ha portato alla morte: “E mi scoccia seriamente. Recentemente, avrete notato che non ho nuotato nella gioia di vivere in un ottimismo dionisiaco… Credo sia prossima la mia scomparsa, sento la morte costantemente annidata e dondola intorno a me come un maiale al tartufo. Il mio morale, d’acciaio al solito, sembra in gran parte ora in vitello morbido! È terribilmente noioso non pensare ossessivamente alla morte che si avvicina, al tuo futuro funerale e al dolore della tua famiglia! Penso anche a tutti i figli di puttana che staranno fregandosi le mani e mi infastidisce di morire prima di loro! Per fortuna ci siete voi, ammiratori incondizionati, adulatori pazzi ... non si può immaginare come i vostri messaggi mi fanno del bene, un vero e proprio balsamo per miracolo! E banzai comunque!”.

Agli amici cui ha indirizzato in anteprima il messaggio ha concluso scrivendo: “Continuate la lotta!”.

Ha detto il segretario del PCF Pierre Laurent: “Siné, un amico, un compagno che ci lascia, ricordo bene quando l'"occhio di Siné" animava rubriche settimanali della “Humanité Dimanche”. Sapeva sempre da quale parte della barricata fosse e perché stava combattendo”.

13/05/2016 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Guido Capizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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