Le rotatorie spartitraffico

Agli incroci se ne vedono sempre più numerose. In vari Paesi sono anche sito per statue e altre forme artistiche


Le rotatorie spartitraffico Credits: bresciaoggi.it

Milano. Quanto tempo ci dobbiamo mettere per almeno apprezzare questi cantieri in mezzo agli incroci messi lì per realizzare una nuova rotonda che viene sulla strada appena dopo un’altra e poco prima di una terza? Intorno, a cornice che affaccia sulla strada che ne incrocia un’altra, case spesso rozze soprattutto quando sono sotto le nuvole. Meglio lasciar perdere, questa parte di mondo sarà tra poco alle spalle. Eppoi, perché voltarci a guardare la strada con il cantiere? Tutto avvizzisce, una strada è una strada, si transitava e si incrociava una fila di semafori. Adesso devi ruotare attorno alla rotonda. E’ assurdo, come suggerisce la ragione, scrivere di rotonde spartitraffico? Già, ma c’è metafora: stanno costruendo un governo e ci si avventa come il pensionato che sbircia il lavoro dei muratori intenti a costruire la rotatoria e c’è un mescolio di passioni.      

C’è chi ricorda che un tempo era usanza segnalare con una vecchia quercia o un masso di pietra il centro del villaggio o la strada che conduceva alla città. Oggi, in giro per il mondo, trovi una rotatoria con nel mezzo un'opera d'arte. Ci sono città e paesi che pagano molto le creazioni artistiche che si diffondono nel mezzo delle rotatorie.

Un palcoscenico per opere d'arte da fare ammirare a quelli che transitano in auto, in moto, sui bus? Sarà anche per questo, una installazione artisticheggiante è meglio di scheletrici alberelli o terra per far crescere erba. Tante volte gli elementi decorativi da strada sono numerosi e appariscenti. Se volessimo contarli ne perderemmo il conto, così quante di queste opere vi siano esattamente non si sa.

Qualcuno si domanda anche se l'arte possa distrarre i conducenti, ma pare che le sculture non creino al momento problemi. Tutt'al più potrebbero essere causa di rallentamento del traffico mentre chi transita cerca di vedere quale oggetto insolito sta in mezzo al flusso dei veicoli.

La prima rotatoria venne costruita a New York nel 1905 perché, a causa di un aumento del traffico, la città chiedeva una circolazione più sicura. Poi toccò a Parigi e i francesi sono orgogliosi della loro arte delle rotatorie: nel Paese ci sono almeno 500mila opere di questo tipo. Insomma s’è creato un modello artistico nuovo, un po’ come i boschi verticali, abbiamo le rotonde frutto d’orgoglio per i loro realizzatori.

In Francia,  Svizzera, Germania, Italia, tanto per rimanere in Europa, sono centinaia di migliaia i pendolari, i turisti e i camionisti che attraversano ogni giorno i Paesi e diventano testimoni dell'arte delle rotatorie. In Svizzera hanno fatto anche un concorso è la prima edizione l’ha vinta "Incontro", creata dall'artista greco Costas Varotsos. E’ sita a Bützberg, nel cantone di Berna. A  maggio di quest’anno l'immagine di una rotatoria  rappresentante un giradischi, costruita a Lyss, sempre nel cantone di Berna è diventata in pochi giorni virale sui social network per il suo design semplice e intelligente.

Quindi potrebbe non piacere a tutti, ma l'arte di decorare una rotatoria sembra in fase di radicamento un po’ ovunque. È un biglietto da visita per i piccoli comuni orgogliosi di attirare turisti. E’ una opportunità per chi volesse dilettarsi nell’arte da strada. D’altronde che mondo sarebbe se la realtà, questa realtà che ci circonda, fosse anche la verità? Voler salvare il mondo da questa realtà e con nuovi modi di espressione, amare il mondo come potrebbe essere, non riconoscere la realtà, ecco: la rotatoria è davvero una metafora.

31/08/2019 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
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L'Autore

Guido Capizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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