Elezioni in Francia, poco meno di un disastro

Macron trionfa nell'indifferenza e nell'astensione.


Elezioni in Francia, poco meno di un disastro Credits: https://www.flickr.com/photos/125816678@N05/ - Il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron

Dopo il ballottaggio presidenziale, la domanda era se il movimento La Republique En Marche di Macron, nato da appena due anni, fosse in grado di affrontare le elezioni legislative con i collegi uninominali, dove contano la diffusione della struttura e la popolarità dei singoli candidati. La risposta è stata una vittoria a valanga.Una valanga nell’indifferenza, solo il 49,71% degli elettori ha votato, l’affluenza più bassa della storia della Quinta Repubblica.

Macron verso la maggioranza assoluta

Il sistema maggioritario a doppio turno permette di trasformare maggioranze relative in maggioranze assolute. Molto assolute.En Marche, insieme agli alleati centristi del Movimento Democratico, con il 32,3% dei voti potrebbe ottenere dopo i ballottaggi un numero di seggi da 415 a 455, sui 577 totali dell’Assemblea Nazionale. La più grande astensione della Quinta Repubblica consegnerà al presidente Macron la più grande maggioranza parlamentare della Quinta Repubblica.

Con un terzo dei voti espressi dalla metà degli aventi diritto al voto, Macron potrebbe avere una maggioranza autonoma per riformare la Costituzione. Per le riforme costituzionali, l’Assemblea e il Senato lavorano insieme, ed è necessaria una maggioranza di due terzi. Il Senato è eletto dai parlamentari, dai consiglieri regionali e di dipartimento, e dai rappresentanti dei consigli comunali. Le prossime elezioni, che rinnoveranno metà del Senato, si terranno a Settembre. Già una sessantina di senatori hanno dichiarato il sostegno a Macron. La maggioranza congiunta di due terzi è quindi una possibilità concreta.

Melenchon e i comunisti

Alle scorse legislative il Front de Gauche aveva ottenuto un risultato sottotono rispetto alle presidenziali. 6,9% dei voti e 10 deputati a cui poi si sono aggiunti 5 deputati alleati di movimenti locali. Dopo il notevole 19,6% ottenuto da Melenchon alle presidenziali, La France Insoumise e il Partito Comunista Francese non sono riusciti a trovare un accordo generale. A parte alcune desistenze decise all’ultimo minuto, i due tronconi della sinistra hanno presentato candidati contrapposti nella maggioranza dei territori. Il PCF ha ottenuto il 2,7% dei voti, La France Insoumise l’11. La somma dei gruppi trotzkisti non supera l’1%.

Vanno ai ballottaggi 12 candidati comunisti e 67 Insoumise. I comunisti andranno contro i macroniani in 10 circoscrizioni e contro il Front National in 2. Gli Insoumise andranno contro 64 macroniani, contro due socialisti e contro un candidato del Front National. Non c’è da illudersi che il secondo turno possa andare particolarmente meglio del primo turno. PCF e Insoumise hanno immediatamente dichiarato di sostenere i rispettivi candidati, Melenchon ha anche annunciato di sostenere alcuni candidati socialisti che si sono opposti alla riforma del lavoro. I candidati LFI-PCF possono verosimilmente vincere 12 ballottaggi. Con questi risultati, la formazione di un gruppo parlamentare richiede nuovi alleati.

Il PCF ha incolpato la scelta di Melenchon di porre condizioni estremamente stringenti per la presentazione di candidati comuni. Di fatto era richiesta l’adesione dei candidati a La France Insoumise. In ogni caso, non è detto che i voti del PCF e dei candidati Insoumise siano interamente sommabili e il dato tremendamente basso dall'affluenza ricorda che quando non c'è partecipazione, le forze di sinistra perdono importanza, qualunque sia la forma in cui si presentano.

Repubblicani e socialisti

L’ascesa di Macron danneggia i due attori tradizionali della Quinta Repubblica. Tutta la destra gaullista scende dal 34,7% al 21,6%, con 317 candidati ai ballottaggi, può sperare di vincere da 70 a 110 seggi. I Repubblicani, per quanto sconfitti, possono continuare a dire di essere vivi e saranno il primo gruppo di opposizione. La sinistra moderata tracolla dal 39,9% al 9,5%. In particolare il Partito Socialista dal 29,3% al 7,4%. Con 88 candidati ai ballottaggi, l’area potrebbe arrivare al massimo a una trentina di seggi.

Le Pen

Infine il Front National. Marine Le Pen sperava di prendere di ottenere per la prima volta un gruppo parlamentare per il FN. In termini percentuali il FN è rimasto bloccato allo stesso 13,2% di cinque anni fa. Dei 119 candidati ai ballottaggi, potrebbero essere eletti da 3 o 5 deputati di estrema destra. Va detto che per Le Pen è un risultato notevole aver ottenuto la prima posizione in venti circoscrizioni. Se c’è una sorpresa possibile al secondo turno, purtroppo, è quella di più deputati per Marine Le Pen.

17/06/2017 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.
Credits: https://www.flickr.com/photos/125816678@N05/ - Il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron

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L'Autore

Paolo Rizzi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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