La Cina e i 30 anni di relazioni con le repubbliche dell’Asia centrale

Il 25 gennaio, il presidente cinese Xi Jinping ha tenuto un discorso per celebrare i trent’anni di relazioni diplomatiche tra la Repubblica Popolare Cinese e le cinque repubbliche dell’Asia centrale nate dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica.


La Cina e i 30 anni di relazioni con le repubbliche dell’Asia centrale

Circa un mese dopo la fine dell’Unione Sovietica, il 25 gennaio 1992, la Repubblica Popolare Cinese stabiliva le relazioni diplomatiche bilaterali con le cinque repubbliche dell’Asia centrale nate dalla dissoluzione dell’Urss: Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Per celebrare i trent’anni da questo importante avvenimento, il presidente Xi Jinping ha tenuto un discorso in un vertice virtuale con i leader dei cinque paesi interessati.

La rilevanza data a questo avvenimento dai media ufficiali cinesi non deve sorprendere, infatti la Repubblica Popolare condivide oltre 3.300 chilometri di confine con il Kazakistan, il Kirghizistan e il Tagikistan, e ha rilevanti interessi in tutte le cinque repubbliche, che rappresentano un importante tassello della Belt and Road Initiative, la cosiddetta nuova Via della Seta. Del resto, fu proprio in occasione di una visita ufficiale in Kazakistan che il presidente cinese lanciò questo progetto, nel 2013.

Il significato simbolico di questo vertice va letto anche alla luce dei recenti fatti avvenuti in Kazakistan, dove è stato sedato un tentativo di rovesciare il governo in carica, al quale la Cina non ha fatto mancare il proprio sostegno. Non è un caso che Xi Jinping si sia a lungo soffermato proprio sul caso kazako all’interno del suo discorso, sottolineando come la Cina si opponga “fermamente ai tentativi di forze esterne di fomentare rivoluzioni colorate in Asia centrale”, un chiaro riferimento a quanto accaduto nella più grande delle cinque repubbliche. 

“Non molto tempo fa, il Kazakistan ha sperimentato alcuni sviluppi drammatici, che hanno portato a pesanti vittime e danni alla proprietà” ha detto il presidente cinese. “Come amico e vicino, la Cina ha fermamente sostenuto il Kazakistan nel suo sforzo di mantenere la stabilità e fermare la violenza, e continuerà a sostenere e aiutare il Kazakistan al meglio delle nostre capacità. La Cina crede che sotto la forte guida del presidente Qasym-Jomart Toqaev, le persone coraggiose, industriose e buone del Kazakistan alla fine abbracceranno un futuro migliore nel loro sviluppo nazionale” ha aggiunto.

Un altro punto caldo riguarda invece l’Afghanistan, la cui situazione preoccupa tanto la Cina quanto i paesi dell’Asia centrale. La fuga degli Stati Uniti da questo paese devastato da decenni di guerre ha instaurato un fattore di destabilizzazione in una regione, dove c’è grande terreno fertile per l’estremismo religioso, che secondo alcuni elementi sarebbe stato coinvolto anche nelle proteste in Kazakistan. Anche la Cina teme una situazione di questo tipo nelle sue regioni occidentali, in particolare nella provincia dello Xinjiang, dove il governo di Pechino ha portato a termine un importante lavoro di deradicalizzazione della popolazione musulmana. Per questo motivo, i sei paesi collaboreranno strettamente per combattere le tre forze del terrorismo, del separatismo e dell’estremismo.

“L’Afghanistan è il nostro comune vicino e partner” ha ricordato il presidente Xi Jinping. “Un Afghanistan pacifico e stabile che goda di sviluppo e prosperità è nell’interesse comune dei nostri sei paesi. La Cina sostiene l’Afghanistan nella creazione di una struttura politica aperta e inclusiva attraverso il dialogo e la consultazione e invita la comunità internazionale ad accelerare la fornitura di assistenza umanitaria al paese. Incoraggiamo e sosteniamo l’Afghanistan a compiere una rottura netta con il terrorismo e speriamo che vivrà in amicizia con i paesi vicini.”

Dal canto loro, i paesi della regione hanno sempre mostrato sostegno alla posizione della Cina su argomenti di interesse centrale, come gli affari relativi alla regione dello Xinjiang e alla regione amministrativa speciale di Hong Kong, ricambiando in questo modo il sostegno diplomatico ottenuto da parte di Pechino.

Il partenariato tra la Cina e le cinque repubbliche ex sovietiche ha portato anche a risultati importanti per quanto riguarda il campo economico. Infatti, il commercio tra la Cina e l’Asia centrale è aumentato di oltre cento volte negli ultimi trent’anni, e gli investimenti diretti cinesi nella regione hanno superato i 14 miliardi di dollari. Nell’ambito della Belt and Road Initiative, la Cina è attualmente protagonista di numerosi grandi progetti che coinvolgono trasporti, agricoltura, conservazione dell’acqua, energia elettrica, tessile, macchinari, produzione e altri campi. Tra questi grandi progetti, meritano di essere citati il gasdotto Cina-Asia centrale, il gasdotto Cina-Kazakistan, l’autostrada Cina-Kirghizistan-Uzbekistan e quella Cina-Tagikistan. Attualmente, la Cina rappresenta il primo partner commerciale e la principale fonte di investimenti per tutti i cinque paesi interessati. 

Oltre ai progetti già ultimati, altri sono attualmente in corso di realizzazione. In Kirghizistan, la China Road & Bridge Corporation e l’autorità municipale per la costruzione di infrastrutture della capitale Biškek hanno firmato un contratto commerciale per il progetto di miglioramento della rete stradale locale il 17 settembre 2020: il progetto prevede il restauro e la ricostruzione di 60 strade esistenti, per una lunghezza complessiva di 70,7 chilometri. Un’altra impresa cinese molto attiva nella regione è la Power Construction Corporation of China, che opera in Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan sin dal 1999. Il 30 ottobre 2018, questa compagnia ha firmato un contratto con una società locale per la realizzazione di pale eoliche in Kazakistan, per quello che è considerato il più grande progetto di energia eolica dell’Asia centrale.

La cooperazione tra la Cina e le repubbliche dell’Asia centrale si è intensificata anche nel corso della pandemia di Covid-19, con la Cina che ha fornito vaccini e assistenza medica ai suoi partner. In occasione del vertice del 25 gennaio, Xi Jinping ha annunciato un ulteriore aiuto di 50 milioni di dosi di vaccini contro il Covid-19 ai paesi della regione, nonché piani per aumentare la produzione congiunta e il trasferimento di tecnologia per quanto riguarda vaccini e medicinali. 

La grande attività diplomatica ed economica della Cina in questa regione nevralgica del mondo si scontra naturalmente con gli interessi degli Stati Uniti, che, sin dalla fine dell’Urss, hanno tentato di sostituirsi alla Russia come potenza più influente della regione. Addirittura, dopo il ritiro delle truppe dall’Afghanistan, il presidente Joe Biden ha proposto di schierare quegli uomini in altri paesi dell’Asia centrale, idea che però è stata rifiutata e che di certo non avrebbe potuto ottenere alcun effetto se non quello di inasprire le tensioni con Cina e Russia. Allo stesso tempo, tale situazione non fa altro che rafforzare le relazioni sino-russe, con Mosca e Pechino che collaborano strettamente per mantenere la stabilità di una regione nella quale entrambe hanno interessi cruciali.



28/01/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Giulio Chinappi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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