Osservatorio sul mondo che cambia: Israele vs Iran, davvero finita la guerra dei 12 giorni?

Nella nuova puntata dell’Osservatorio sul mondo che cambia, il professor Orazio Di Mauro analizza l’attacco israeliano all’Iran e i complessi sviluppi che ne sono seguiti.


L’operazione aerea del 13 giugno, sostenuta dall’Occidente, ha colpito pesantemente l’aviazione iraniana, cogliendo Teheran impreparata e generando un’ondata di shock iniziale. La risposta iraniana, tuttavia, non si è fatta attendere: dopo meno di due giorni, missili lanciati su Tel Aviv e Haifa hanno messo alla prova la tenuta dell’Iron Dome, rivelandone vulnerabilità strutturali. Si ipotizza che l’intervento degli Stati Uniti sia servito più a inscenare un’uscita onorevole per Israele che a fermare il conflitto. Si discute anche di un possibile colloquio tra Trump e Putin volto a contenere l’escalation. Israele, di fronte alla minaccia di esaurimento delle difese antimissile, avrebbe accarezzato l’idea di ricorrere all’arma atomica, spingendo gli USA a intervenire. Nel frattempo, l’Iran avrebbe già avviato rifornimenti militari dalla Cina e mantenuto una capacità offensiva significativa. La puntata tocca anche le fratture interne a Israele, la discriminazione subita dagli arabi israeliani durante i bombardamenti, e la fine della missione UNIFIL in Libano. Il Prof. Di Mauro mette in discussione la tenuta della NATO, soprattutto alla luce delle posizioni di Trump sull’articolo 5. Sul piano globale, l’esperto osserva come nessun esercito fosse realmente pronto al combattimento nel 2022, eccezion fatta per la Russia, che nel frattempo ha ricostruito le proprie forze. L’attacco a Fordow, evitato, e il mancato cambio di regime in Iran riportano al centro la lezione della storia: ogni guerra, per quanto preparata, prende sempre una strada imprevedibile.

28/06/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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