L’apparente contraddizione delle relazioni tra Vietnam e Repubblica di Corea

Le relazioni tra Vietnam e Repubblica di Corea sono floride dal punto di vista economico, ma su di esse pesa il contenzioso circa la verità storica sui massacri effettuati dai sudcoreani in Vietnam. Una contraddizione solo apparente.


L’apparente contraddizione delle relazioni tra Vietnam e Repubblica di Corea

La Repubblica Socialista del Vietnam e la Repubblica di Corea hanno ufficialmente stabilito le relazioni diplomatiche il 22 dicembre 1992, dopo lunghi decenni nei quali i due Paesi avevano avuto relazioni tutt’altro che amichevoli. Nel corso della Guerra Fredda, i due governi erano legati rispettivamente all’Unione Sovietica e agli Stati Uniti, rendendo impossibile qualsiasi tipo di rapporto. Come abbiamo sottolineato in un nostro precedente articolo, il governo sudcoreano prese parte alla guerra del Vietnam con l’invio di oltre 312.000 soldati tra il 1964 e il 1973.

Lo scorso 7 febbraio, un tribunale sudcoreano ha riconosciuto per la prima volta le responsabilità del proprio esercito, resosi autore di massacri di civili ed altri crimini di guerra in Vietnam. In quell’occasione, il tribunale ha imposto al governo della Repubblica di Corea il pagamento dell’equivalente di quasi 24.000 dollari ad una donna vietnamita, Nguyễn Thị Thanh, la cui famiglia venne sterminata dalle truppe sudcoreane. Una sentenza storica, visto che gli organi ufficiali della Repubblica di Corea non hanno mai riconosciuto la storicità dei massacri.

Nonostante la sentenza, il governo di Seoul continua a fare resistenza contro l’emergere della verità storica, tanto che il ministero della Difesa, attualmente guidato da Lee Jong-sup, ha fatto appello contro la decisione del tribunale. In risposta, la vice portavoce del ministero degli Esteri vietnamita, Phạm Thu Hằng, ha chiesto alla Repubblica di Corea di rispettare le verità storiche: "La posizione del Vietnam è quella di mettere da parte il passato e guardare al futuro, ma questo non significa negare le verità storiche", ha detto Hằng. "Siamo spiacenti che il governo sudcoreano abbia deciso di presentare ricorso contro la sentenza del tribunale. Nello spirito della nostra partnership strategica globale, il Vietnam chiede alla Repubblica di Corea di riconoscere e rispettare giustamente la storia, promuovendo al contempo azioni pratiche ed efficaci per risolvere le conseguenze della guerra".

In effetti, il fatto che tra Vietnam e Repubblica di Corea esista un contenzioso storico così importante potrebbe rappresentare un grave limite alle relazioni diplomatiche e commerciali. Casi simili in altre regioni del mondo hanno portato alla rottura delle relazioni diplomatiche o a relazioni molto tese fra Paesi, anche decenni dopo lo svolgersi dei fatti. Tuttavia, la politica estera vietnamita, come si evince dalle parole di Phạm Thu Hằng, si incentra sulla costruzione di relazioni positive con tutti i Paesi, compresi quelli che si sono resi complici di gravi crimini sul suolo vietnamita, a partire dagli Stati Uniti.

Lo spirito che anima le relazioni tra Vietnam e Repubblica di Corea è stato ben riassunto dall’ex presidente Trần Đức Lương, in carica tra il 1997 ed il 2006, in un’intervista rilasciata nel 2004: “Con la tradizione di tolleranza, umanità, pace e amicizia, la politica del Vietnam nell'affrontare i problemi lasciati dalla storia è mettere da parte il passato, guardare al futuro e cooperare per uno sviluppo condiviso. La Repubblica di Corea condivide a sua volta la consapevolezza che una cooperazione sincera ed efficace con il Vietnam nell'affrontare le conseguenze della guerra è una questione di moralità e un modo pratico per superare le difficoltà del passato. Apprezziamo molto il fatto che il governo della Repubblica di Corea, le organizzazioni di massa e gli individui abbiano svolto molte attività mirate e abbiano dato contributi concreti per aiutare gli sforzi di ricostruzione e sviluppo del Vietnam. In poco più di 10 anni dall'instaurazione delle relazioni diplomatiche, il Vietnam e la Repubblica di Corea sono diventati partner importanti l'uno dell'altro. I due Paesi condividono somiglianze culturali e storiche così come quella della costruzione nazionale basata sulla creatività del popolo”.

Sulla base di queste premesse, nel 2009 i due Paesi hanno stipulato la partnership strategica globale, che ha portato importanti risultati economici da ambo le parti. Secondo l’obiettivo di entrambi i governi, il commercio bilaterale dovrebbe superare per la prima volta i 100 miliardi di dollari nell’anno in corso, e successivamente continuare a crescere fino al traguardo dei 150 miliardi entro il 2030. Questo è stato ribadito lo scorso 10 marzo, in un incontro svoltosi a Hà Nội fra i due vice primi ministri, il vietnamita Lê Minh Khái e il sudcoreano Choo Kyung-ho.

In quest’occasione, le due parti hanno discusso e raggiunto un consenso sui contenuti della cooperazione nei settori del commercio, dell'energia e delle infrastrutture, della cooperazione allo sviluppo, dell'informatica e degli investimenti, della sanità e del lavoro. Inoltre, hanno concordato di affrontare le difficoltà incontrate dalle imprese in entrambi i Paesi e attirare maggiori investimenti coreani nei settori prioritari per il Vietnam.

Al momento, la Repubblica di Corea rappresenta il principale investitore straniero in Vietnam con un capitale registrato combinato di 81,3 miliardi di dollari, inoltre è al secondo posto nella cooperazione allo sviluppo (3,75 miliardi di dollari), nel turismo e nella cooperazione del lavoro, e si colloca al terzo posto nella cooperazione commerciale, con un valore commerciale bidirezionale che ha raggiunto gli 86,4 miliardi di dollari l'anno scorso.

 

Note:

[1]https://www.lacittafutura.it/esteri/la-corea-del-sud-ammette-i-suoi-crimini-in-vietnam

17/03/2023 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Giulio Chinappi

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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