Controstoria della filosofia I lezione: l’Ellenismo

Controstoria della filosofia in una prospettiva marxista, III ciclo: Ellenismo e tardoantico, in nove incontri dal 7 settembre (h.18-20,15) da tenersi in presenza a Roma, via Goito 35/b (videoconferenza simultanea per i membri dell’Unigramsci e in differita su youtube)


Controstoria della filosofia I lezione: l’Ellenismo

 Mercoledì 7 settembre alle ore 18 riprendono i corsi dell'Università popolare A. Gramsci. Il primo corso (di filosofia), tenuto dal prof. Renato Caputo, è intitolato Controstoria della filosofia da un punto di vista marxista, terzo ciclo: dall’Ellenismo al tardoantico. Per una introduzione al corso in cui si chiariscono le motivazioni che hanno portato alla scelta del tema del corso clicca qui. Di seguito potete leggere una versione sintetica dei temi che saranno affrontati e discussi nel primo incontro, il quale avrà luogo nel Circolo culturale Cento fiori via Goito 35/b - Roma, metro stazione Termini, e in videoconferenza per i membri dell’Unigramsci o per chi ne farà espressa richiesta. Il video del corso sarà disponibile nei giorni successivi sul canale youtube dell’Università popolare Antonio Gramsci, sulla pagina facebook e sul sito.

1. Introduzione generale: storica ed economico-sociale

Introduzione storica

Dopo la sconfitta di Atene da parte di Sparta a Egospotami (405 a. C.), che chiude la Guerra del Peloponneso (431-404 a. C.), il mondo greco entra in crisi, anche perché nessuna polis, se non brevemente Tebe, riesce a unificare sotto la propria egemonia il mondo ellenico. Di questa situazione approfittano le potenze esterne, evocate dagli stessi greci in lotta fra loro. Sparta per vincere Atene ha chiesto aiuto ai Persiani, che ne approfittano per tentare di intromettersi nella vita interna delle poleis. Ancora più pesanti sono le ingerenze della Macedonia, che sotto il re Filippo aveva rafforzato il potere monarchico e a partire dalla seconda metà del IV secolo interviene in Grecia. In questa situazione il mondo greco si spacca ancora, in quanto molti vedono con favore questo intervento poiché Filippo è di ceppo ellenico e può realizzare l’unità delle polis greche. Altri, come Demostene, invece mettono in luce la minaccia per l’autonomia delle poleis. Tuttavia, la lega delle poleis, costituita per fronteggiare Filippo, è sconfitta dalla falange macedone nella battaglia di Cheronea del 338 a.C. A Filippo succede poi Alessandro Magno, il più grande condottiero e conquistatore dell’antichità (si spinge fino all’India), che ha favorito la diffusione della cultura greca e la contaminazione fra la cultura ellenica e la cultura orientale.

Caratteristiche generali dell’Ellenismo

L’età ellenistica va dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) alla battaglia di Azio del 31 a.C., con cui i romani conquistano l’ultimo regno ellenistico: l’Egitto. L’ellenismo è caratterizzato dall’unificazione del mondo antico nel segno della lingua e cultura greca (poi rielaborata da Roma fra il II secolo a.C. e il II d.C. e infine dal cristianesimo fra il III e il V d.C.) e dalla simbiosi della cultura greca con quella orientale. Dopo la morte di Alessandro Magno il suo impero è diviso in tre regni ellenistici: la Macedonia, l’Egitto e l’Asia.

L’ellenismo dal punto di vista politico

Dal punto di vista politico l’ellenismo è caratterizzato dall’universalismo, necessario al governo di grandi strutture interetniche e multiculturali. Se l’universalismo consente di superare il particolarismo delle città-Stato greche, tuttavia non è in grado di ricomprendere al proprio interno gli elementi di democrazia e le libertà di cui godevano i cittadini delle poleis. Anche le poleis formalmente sopravvivono e sono onorate nel mondo ellenistico, ma la loro autonomia è ormai considerata il ricordo di un glorioso passato.

Dal cittadino pubblico al suddito privato

Al posto delle poleis greche vi sono ora monarchie assolute e orientaleggianti con dei sovrani considerati come semi-dei. Religione e politica tendono a fondersi nella figura del re che si presenta come un essere provvidenziale che governa per il bene dei propri sudditi. Il sovrano impersona lo Stato e non è attorniato da un’aristocrazia, ma governa attraverso un’estesa burocrazia. La sua forza risiede nel controllo di un esercito di mercenari. Il “cittadino” protagonista della vita pubblica greca diviene il “suddito”, che vive in un ambito sempre più privato.

L’ellenismo dal punto di vista economico e sociale

Dal punto di vista economico e sociale l’ellenismo è caratterizzato dall’ampliarsi dei commerci dal mediterraneo verso l’oriente. Le metropoli ellenistiche hanno carattere cosmopolita anche per l’aumento del numero degli schiavi, oramai di tutte le razze e nazionalità. Così il processo produttivo poggia più che mai sullo schiavismo.

Contraddizioni sociali dell’ellenismo

Ciò comporta l’impoverimento dei ceti dei liberi lavoratori (contadini, artigiani, commercianti), sempre più in difficoltà nel reggere la concorrenza dei grandi produttori che utilizzano il lavoro servile. Sorgono nuovi ricchi (grandi mercanti, appaltatori e speculatori), ma aumenta la polarizzazione sociale e il conflitto fra ceti sociali differenti. Aumenta anche la corruzione e il malcostume pubblico e la frattura fra individuo e collettività, in quanto l’individuo è sempre più spinto a estraniarsi dalla vita politica e dalla vita pubblica e a ripiegare nella sfera del privato.

2. La cultura dell’ellenismo

Anche la cultura del mondo ellenistico tende a rispecchiare la società, o meglio la frattura fra individuo e società. Perciò le due strade che si presentano all’intellettuale dell’epoca sono: il ripiegarsi sul proprio animo e sui temi etico-esistenziali, come faranno i filosofi greci, oppure dedicarsi a ricerche specializzate, come faranno i dotti alessandrini, grazie anche ai notevoli mezzi economici elargiti dal sovrano. L’esempio più significativo di ciò è la biblioteca di Alessandria d’Egitto, che contiene ben 700.000 volumi.

Il grande sviluppo delle scienze particolari

Assistiamo così a un grande sviluppo delle discipline particolari (con Euclide per quanto concerne le scienze matematiche, Archimede per quanto riguarda la fisica, Aristarco di Samo per l’astronomia). Assistiamo inoltre a uno sviluppo del genere delle “vite”, ossia delle biografie di personaggi illustri, e della “dossografia”, ossia della raccolta di opinioni su uomini importanti, da cui nasce la prima rudimentale storia della filosofia; uno dei pochi esempi rimasti, anche se tardo (III sec. d.C.), è Vita e dottrine dei filosofi greci di Diogene Laerzio.

L’autonomizzarsi e lo specializzarsi delle scienze

Tuttavia questo grande sviluppo delle scienze particolari comporta anche il venir meno dell’unitarietà del sapere, come era nell’enciclopedia delle scienze di Aristotele. Assistiamo così a un processo di autonomizzazione e specializzazione delle scienze, che non sono comprese all’interno di un sistema filosofico complessivo. Vi è quindi una separazione tra filosofia e scienza, anche se quest’ultima non è priva di uno sfondo filosofico, non sul piano dei contenuti (in cui pesa la perdita di una visione globale e unitaria del mondo), ma soprattutto nelle strutture logico-concettuali e metodologiche.

Il disprezzo del lavoro manuale produce la separazione fra scienza e tecnica

Assistiamo anche alla separazione fra scienza e tecnica, in quanto della scienza si sviluppa solo l’aspetto teorico e si trascura quello pratico-applicativo. I motivi di ciò sono da ricercare nella struttura schiavistica della società, non stimolata a inventare strumenti di lavoro. Così come in tutte le società schiavistiche si sviluppa anche nell’ellenismo un aspetto psicologico-sociale che porta a disprezzare il lavoro manuale, ritenuto appropriato solo a uomini inferiori.

La separazione fra scienza e società

Vi è infine da ricordare la separazione fra scienza e società, per cui nella società ellenistica il dotto non parla alla polis e al popolo, ma agli altri dotti; la ricerca scientifica diviene pura; l’intellettuale alessandrino vive in una dimensione essenzialmente individualista.

Il declino di Alessandria e del pensiero scientifico

L’estendersi della conquista romana fin sull’altra sponda del Mediterraneo porta gradualmente anche alla decadenza della cultura scientifica, di cui l’Egitto, e Alessandria in particolare con la sua Biblioteca e il suo Museo, era il centro principale.

L’incendio della biblioteca di Alessandria

Lo sviluppo del pensiero scientifico, avviato intorno al 300 a. C., è interrotto bruscamente nell’anno 145 a. C., anno in cui il Museo è danneggiato a causa della guerra civile e in cui una grave rottura tra il re d’Egitto e gli intellettuali greci costringe questi ultimi ad abbandonare Alessandria. Inizia quindi un inesorabile periodo di decadenza. Nel 48 a.C., durante la campagna di Cesare in Egitto, la biblioteca è incendiata, con la perdita di moltissimi volumi. Nel 30 a.C. con la conquista di Ottaviano, l’Egitto diviene una provincia romana. Alessandria perde di importanza e gli intellettuali rimasti si limitano a ruminare la cultura del passato. Fra tanti epigoni spiccano però nel II d.C. secolo due grandi scienziati: Tolomeo e Galeno.

3. La Filosofia ellenistica

Anche in età ellenistica e per tutta l’età romana Atene rimane la roccaforte della filosofia, che rispecchia le esigenze dei tempi, e cioè di fronte all’insicurezza e alla fuga nel privato alla filosofia si chiede una parola di saggezza e serenità per sapere indirizzare la vita quotidiana degli individui. I temi filosofici dominanti sono ora quelli esistenziali, riguardanti il destino individuale (la felicità, il dolore, la morte, il piacere, la virtù). Ciò è dovuto anche a una spoliticizzazione del discorso filosofico. Le scuole filosofiche perdono la loro funzione politica per divenire comunità di dotti ed eruditi. La scuola diviene essenzialmente un luogo di appartenenza, di identità culturale e amicizia, che non mette più in discussione l’ambito politico.

La funzione consolatoria ed esistenziale della filosofia ellenista

La filosofia è ora sovente intesa come terapia mentale ed esistenziale, ha un compito consolatorio, come la religione si propone di condurre gli uomini alla salvezza personale, (dalle stolte credenze per gli stoici; dalle superstizioni per gli epicurei; dalle dottrine dei dogmatici per gli scettici). Nella filosofia dominano ora i temi etici, anche se i modelli di vita indicati dai filosofi del tempo non sono accessibili ai più, in quanto hanno carattere aristocratico.

Il multiculturalismo e l’affermarsi dell’individuale

D’altra parte all’universo particolaristico della polis si sostituisce la totalità di un mondo abitato da diverse etnie, culture e razze. Al cittadino che si rivolge alla polis, si sostituisce ora il suddito che agisce dentro un assetto istituzionale gerarchizzato, gestito burocraticamente e dominato dalla volontà del sovrano. Nell’ambito politico-culturale viene in primo piano la dimensione del singolo, del privato, una dimensione individualista che si muove in una cornice di valori di riferimento che non sono più quelli del microcosmo della polis.

Orientalismo e cosmopolitismo

Fiorisce l’orientalismo, in relazione a questa ricerca della via della salvezza, e il cosmopolitismo dovuto a una società multietnica e multiculturale, ma anche all’affermarsi nel singolo di un’attitudine all’individualismo apolitico. D’altra parte la filosofia si fa così latrice di un messaggio universale, non rivolto ai soli cittadini della polis, ma ai cittadini del mondo.

I limiti della filosofia ellenistica

Inoltre, la separazione dalla scienza porta la filosofia a trascurare i temi teoretici, in quanto la conoscenza del reale è demandata alle scienze particolari. Infine nelle scuole filosofiche ellenistiche finisce sovente per prevalere un’attitudine dogmatica con il culto dei capiscuola e settaria proprio a causa dell’evasione dal vissuto sociale.

Le principali scuole ellenistiche sono:

1. l’Epicureismo, che si sviluppa in Grecia dal 307 a.C. alla fine del quarto secolo ed è poi ripreso a Roma da Lucrezio nel I secolo a.C;

2. lo Stoicismo, che deriva il suo nome da un portico dipinto (stoà), si sviluppa in Grecia tra il 300 a.C. e l’inizio del terzo secolo a.C. ed è poi ripreso a Roma da Seneca e Marco Aurelio nel I e II secolo d. C;

3. lo scetticismo da Skèpsis (ricerca) fiorito tra il IV e il III secolo a. C., con una ripresa a Roma con Sesto Empirico fra il IV e III secolo d. C. Lo scetticismo non è una vera e propria scuola, in quanto si tratta di un indirizzo seguito da più scuole filosofiche;

4. vi è poi l’Accademia platonica, che si avvicina allo scetticismo;

5. occorre ricordare, infine, il cinismo, un indirizzo socratico.

03/09/2022 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Renato Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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