Osservatorio sul mondo che cambia: Gaza, Ucraina, clima. La guerra che consuma il futuro

Dai bombardamenti su Gaza alla lenta avanzata russa in Ucraina, passando per il riarmo globale che sottrae risorse al clima e alla pace: una crisi multipla che logora il presente e ipoteca il domani.


Nella nuova puntata dell’Osservatorio sul mondo che cambia, il professor Orazio Di Mauro offre una lettura critica dei principali fronti di crisi globale, connettendo il conflitto a Gaza, la guerra in Ucraina e i cambiamenti climatici, aggravati dalle spese militari crescenti. La discussione si apre sul ruolo strategico degli Stati Uniti, impegnati a bilanciare l’invio di armi tra Israele e Ucraina, secondo una logica che privilegia gli interessi geopolitici sul rispetto dei diritti umani. Di Mauro denuncia la narrazione dominante e mostra come Israele stia cercando di svuotare Gaza più che occuparla, ricorrendo all’uso di mercenari e limitando la diffusione delle informazioni, mentre la resistenza palestinese, pur indebolita, continua a colpire. Ampio spazio è dedicato all’analisi politica interna israeliana, con Netanyahu sempre più isolato, pronto a negoziare un’uscita personale dal potere in cambio dell’immunità. Di Mauro sottolinea come l’82% della popolazione israeliana supporti soluzioni radicali e come la leadership sia ormai imprigionata da una retorica senza sbocchi. Intanto, Hezbollah in Libano si rafforza come attore statale, nonostante un’evidente perdita d’iniziativa dal punto di vista militare. Sul piano globale, emerge una nuova gerarchia delle priorità americane: per Trump, la Cina è l’obiettivo principale, e tutto il resto viene subordinato, persino la guerra in Ucraina. I missili, semplicemente, non bastano per tutti. E mentre l’Europa si illude di poter acquistare armamenti inesistenti, le risorse militari si consumano e il clima peggiora. Diritti d'autore foto ANDREW LEESON/AFP or licensors

05/07/2025 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Redazione

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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