Vigili: un caso creato ad arte per colpire il lavoro pubblico

Cara Redazione de "La Città Futura", questa lettera è il frutto della riflessione iniziata da lavoratori della Polizia municipale de L'Aquila sulla vicenda del "Capodanno romano".


Vigili: un caso creato ad arte per colpire il lavoro pubblico

La solidarietà di un Vigile urbano de L’Aquila ai colleghi romani in lotta.

Cara Redazione de "La Città Futura", questa lettera è il frutto della riflessione iniziata da lavoratori della Polizia municipale de L'Aquila sulla vicenda del "Capodanno romano".

Da subito non ci ha convinto lo straordinario accanimento mediatico contro i Vigili urbani di Roma, ulteriormente ingigantito fino a comprendere tutto il lavoro pubblico italiano, meritevole di vedersi somministrato il "Jobs Act" per guarire dal proprio diffuso "fannullonismo". Abbiamo impiegato qualche giorno a superare una sorta di stordimento emotivo e di isolamento psicologico verso gli altri lavoratori e i cittadini utenti, tanto era grande la notizia gridata. Poi si è deciso di non subire più passivamente gli eventi, perchè nella nostra esperienza quotidiana osserviamo un servizio pubblico garantito dall'impegno personale dei colleghi, nonostante i pesanti vuoti d'organico, il crescere delle funzioni e della flessibilità, le mortificazioni economiche e morali. Siamo quindi andati a cercare  la verità dei fatti, che appare talmente straordinaria da dover diventare una possente e convincente controinformazione, capace di far riflettere lavoratori e cittadini. Emerge chiaro lo scenario di una partita decisiva per l'intero lavoro pubblico, che nelle intenzioni del governo dovrebbe chiudere l'attacco a 360° teso a rendere servile tutto il lavoro dipendente italiano.

In questo scontro ciascuno è costretto a schierarsi, a Roma come a L'Aquila: o qui o là. Questo è il nostro contributo per non far chiudere il cerchio, agiremo nei prossimi giorni nei nostri luoghi di lavoro anche a livello sindacale. Ciò vuol essere anche un segno di solidarietà attiva verso i Vigili urbani romani, conosciuti ed apprezzati a L'Aquila nei lunghi duri mesi seguiti al terremoto del 6 Aprile 2009. Ecco i nostri appunti, che con un po’ di fatica abbiamo messo insieme. Anche per questo capodanno, come per i precedenti e come avviene in tantissime città, l'amministrazione e la dirigenza fanno affidamento a Roma sul lavoro straordinario di molte centinaia di Vigili urbani che, oltre al proprio turno giornaliero, avrebbero accettato di proseguire il lavoro per far fronte ad un servizio rapportato a 600.000 persone interessate agli eventi di fine anno.

Le prime domande: ma l'importanza del lavoro pubblico emerge solo il 31 dicembre?Si può realmente parlare di situazione straordinaria per eventi che si ripetono abbastanza regolarmente negli anni?

Comunque sia, qui  già inizia la lunga serie di notizie nascoste, che subito prosegue. Si nasconde il lavoro straordinario di massa. Non si dice che comunque questo fine anno è molto diverso dagli altri perché i ventiquattromila lavoratori capitolini sono da tempo impegnati in una dura vertenza sindacale contro la giunta su salario accessorio, condizioni di lavoro, flessibilità, contrattazione, qualità del lavoro pubblico. Si tace sul fatto che, dopo il riuscito sciopero generale di giugno, il 1 agosto la giunta approva unilateralmente e contro le organizzazioni sindacali un "contratto" decentrato che peggiora i termini della condizione lavorativa e lega una parte rilevante del salario finora percepito ad una forte flessibilità che arriva fino allo stravolgimento legale dei turni con un preavviso di sole 48 ore. Si tiene all'oscuro la pubblica opinione sul fatto che il 23 dicembre 2014, falliti vari tentativi di accordo, i lavoratori della Polizia municipale comunicano di non aderire al servizio straordinario per capodanno. Il tempo c'è per trovare soluzioni accettabili e condivise.

Invece, in attuazione della decisione unilaterale del 1 agosto 2014, alle ore 14.00 del 29 dicembre vengono comunicati i nominativi, estratti a sorte, dei Vigili urbani obbligati a cambiare subito l'orario di lavoro: così, il 50% di chi lavora il 31 dicembre è ricollocato d'ufficio nella fascia oraria 16.48/24.00 ed il 50% di chi lavora a capodanno è ricollocato d'ufficio nella fascia oraria 00.00/06.00. Ciò accade senza alcuna cura per le situazioni personali e familiari di un periodo così particolare dell'anno. E perché non dire che le assemblee sindacali convocate per il 31 dicembre 2014 ed il 1 gennaio 2015 vengono vietate dalla Commissione di Garanzia per gli Scioperi, obbligando le organizzazioni sindacali a cancellarle per non esporre i lavoratori a provvedimenti disciplinari e penali? Questo è lo svolgimento dei fatti sui quali riflettere insieme. A noi risulta, ad esempio, che a Bologna nella notte di capodanno erano presenti tutti i sessantasei Vigili urbani previsti in servizio, riteniamo in un diverso quadro di rispetto della dignità di chi lavora.

Ma l'eccellente quotidianità delle polizie municipali (basta vedere i progetti-obiettivi premiati dall'ANCI nazionale a Milano la scorso 8 novembre) e dei lavoratori pubblici italiani viene colpevolmente sfumata, per tentare di far quadrare finalmente il cerchio: il cittadino-utente impoverito ed esasperato che individua nell'operatore pubblico il primo avversario. Noi all'opposto dobbiamo ricostruire una rinnovata unità tra questi soggetti in carne ed ossa. Pensiamo e diciamo a tutti noi che questa crisi capitalistica è incompatibile con la salvaguardia dello stato sociale e dei  servizi pubblici conquistati e conosciuti dalle ultime generazioni. L'azione sindacale non può quindi avere tempi lunghi ed incertezze, deve essere capace di raccogliere tutta la frustrazione e le difficoltà dei lavoratori organizzandole in un vasto ed unitario movimento conflittuale, forte nel pensiero e nel programma rivendicativo.

Nel ringraziare per l'ospitalità, auguriamo buon lavoro al nuovo giornale.

Franco Federici, RSU Comune L'Aquila e componente il Direttivo provinciale Cgil Funzione Pubblica.

P.S. : per una ragione si è quasi sempre utilizzato il termine "Vigile urbano" al posto del più recente "Polizia municipale": è con il primo che si è cercato di colpire negativamente l'immaginario ed il vissuto dei cittadini, è con il primo che ci piace impegnarci nella lotta per una lunga storia di diritti che non vogliamo venga oggi dispersa.

18/01/2015 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Franco Federici

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“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

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