Coronavirus e limitazione dei diritti costituzionali

La pericolosità dell’utilizzo dei decreti ministeriali per limitare le libertà costituzionali e concentrare i poteri in capo al potere esecutivo. Ne parliamo con Alessandra Algostino, docente di Diritto costituzionale all’Università di Torino e militante No Tav.


Come molti sanno è oggi vivo un dibattito sui vari aspetti delle misure prese dal governo Conte per fronteggiare la pandemia da Coronavirus che sembra in fase di contenimento. Si è molto discusso sulla ragionevolezza, sull’appropriatezza, sulla stessa costituzionalità di queste misure. Alcune norme derogatorie, come l’attuale impossibilità di scioperare, non sono strettamente proporzionali e ragionevoli rispetto allo scopo perseguito, ovvero la tutela della salute.

Di questo discuteremo con la costituzionalista Alessandra Algostino chiedendole anche se auspica che queste misure emergenziali siano al più presto ridimensionate e del tutto cancellate con il ritorno alla normalità; anche perché – ci sembra – che molte di esse, come per esempio il telelavoro, indeboliranno ulteriormente la forza contrattuale dei lavoratori di fronte ai loro datori di lavoro, subordinando sempre più il lavoro salariato e soprattutto facendo saltare la distinzione tra tempo di lavoro e tempo privato.

17/05/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

Condividi

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

Newsletter

Iscrivi alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato sulle notizie.

Contattaci: