Lavoratori AEC in piazza sotto l'Assessorato alle politiche sociali

Il comitato romano degli assistenti educativi e culturali protesta per non aver potuto prestare il proprio servizio ai bambini disabili delle scuole della capitale e per non aver ancora ricevuto la cassa integrazione


Giovedì 21 maggio una decina di assistenti educativi e culturali promotori di un Comitato si sotto ritrovati sotto l'Assessorato alle politiche sociali del comune di Roma per protestare dopo due mesi senza stipendio e senza cassa integrazione. Che la rabbia non si trasformi in frustrazione!

Pur potendo e dovendo lavorare per garantire l’inclusione scolastica dei bambini disabili anche durante la pandemia con la didattica a distanza, gli assistenti educativi e culturali del Comune di Roma, dipendenti da cooperative cui i municipi appaltano il servizio, sono rimasti a casa e come tanti lavoratori ancora aspettano la cassa integrazione. Questa faccenda ha dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, che l'esternalizzazione del servizio ha fallito ed è ora di procedere concretamente verso l'internalizzazione.

24/05/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Angelo Caputo

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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