Nella nuova puntata dell’Osservatorio sul mondo che cambia, il professor Orazio Di Mauro esplora il panorama geopolitico globale, segnato da tensioni irrisolte e trattative incerte. In Ucraina, i negoziati tra Russia e Occidente restano deboli e frammentari: si scambiano prigionieri e corpi senza che emerga una reale prospettiva di pace. Mosca ribadisce che ogni conquista sul campo alimenterà nuove rivendicazioni territoriali. Nel frattempo, in Medio Oriente, gli Huthi trovano una tregua con Washington ma proseguono la loro offensiva contro Israele, che prosegue implacabile la distruzione di Gaza, suscitando accuse sempre più gravi di pulizia etnica. L’India, nonostante le sue ambizioni di grande potenza, si mostra fragile: il conflitto latente nel Kashmir si riaccende con nuovi attacchi, e la pressione cresce. A est, la Cina rafforza militarmente il Pakistan, con un chiaro intento antiamericano. Il mondo sembra muoversi verso una nuova polarizzazione, dove tregue tattiche convivono con guerre aperte e ambizioni imperiali.
“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”