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Viviamo tempi difficili: gli assetti economici mondiali che hanno contraddistinto gli ultimi decenni sembrano entrare in crisi. Alla crisi economica si affianca quella politica, e le attuali classi dirigenti – perlopiù allineate, se non sottomesse, alle logiche imperialiste – non paiono in grado di risolvere positivamente le contraddizioni; piuttosto, è la barbarie della guerra lo scenario che sempre più si afferma a ogni latitudine.
Riceviamo e rilanciamo questo appello contro la guerra, il genocidio e le politiche dell’Europa. Condividiamo che la piazza del 5 aprile lanci un movimento di massa.
Invitiamo il Sindacato a non prestarsi a quest’ambigua manipolazione che andrebbe a totale svantaggio dei lavoratori e delle lavoratrici che rappresenta.
Un esame accurato della proposta della CGIL di riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario e, in generale, delle possibili modalità di tale riduzione.
Pubblichiamo questo significativo appello per una Costituente della Sinistra promosso dal professor Angelo D’Orsi e invitiamo i nostri lettori a diffonderlo e a intervenire nel merito vista la centralità della tematica nella fase che viviamo.
La personalità e la parabola politica di Giosuè Carducci è emblematica del complesso rapporto tra intellettuale e movimento politico, continuamente oscillante tra esigenze di autonomia e necessità organiche di un'organizzazione strutturata. Se l'individualismo lirico rischia di sfociare in posizioni idealistiche, l'intellettuale organico può essere schiacciato da meccaniche che ne cancellano l'autonomia.
Amadeo Bordiga, fondatore del PCd’I, fu un importante leader comunista che si confrontò con Lenin e Stalin da pari a pari.
L’ispirazione ordinovista del partito come parte della classe operaia e non sovrapposto a essa e di un partito e uno Stato non dominanti sopra la società bensì fondati sui poteri dal basso della base e del sociale, che continuerà a operare nel profondo in Gramsci e con Togliatti, Longo e Berlinguer.
Cronaca di una crisi annunciata. I veri motivi della contesa. I soldi in gioco sono tanti e vengono al pettine i nodi delle incertezze del governo Conte in tema di welfare e lavoro.
Lo Stato imperialista ha la necessità di perpetrare se stesso, il blocco sociale e i rapporti di produzione su cui si fonda, i suoi apparati repressivi e le alleanze militari interimperialiste che garantiscono i profitti, i privilegi e il potere di una esigua minoranza di sfruttatori.
Il generico programma politico delle Sardine crea più problemi all’attuale governo che all’opposizione sovranista
Le danze della prossima campagna elettorale saranno accompagnate da un unico coro, in falsetto, che canterà le lodi di un’altra Europa: L’Europa dei popoli! Ma è realmente possibile riformare l’UE o addirittura lottare per una costituzione?