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A diversi mesi dall’entrata in vigore dell’ennesima riforma del mercato del lavoro, i dati mostrano chiaramente la mistificazione dei proclami governativi. L’occupazione non cresce affatto, si trasformano soltanto i contratti che mantengono sostanzialmente invariata la precarietà dei rapporti di lavoro, in ossequio ai desiderata del padronato nazionale e della sua strategia di uscita capitalistica della crisi.

Grazie al Jobs act ora i padroni possono svolgere senza paura di essere denunciati la loro attività prediletta e cioè controllare, istante per istante, la posizione e il rendimento del lavoratore. E’ possibile “per ragioni di sicurezza” entrare nei suoi strumenti di lavoro che siano essi tablet, pc, smartphone per verificarne la produttività e la fedeltà.

La resistibile riduzione del proletariato a plebe moderna attraverso una “buona scuola” volta alla formazione di una forza lavoro flessibile e soggetta al modello dei lavoretti imposto dal Jobs act. A tale inquietante scenario – reso sempre più realistico dalla passività e dalla inconsapevolezza dei subalterni – sarà possibile reagire nel momento in cui anche gli odierni umiliati e offesi comprenderanno che ognuno non può che essere l’artefice del proprio destino.

Renzi, Boschi, Madia, Poletti, Delrio rappresentano il trasformismo delle classi dirigenti nostrane e portano a compimento il processo di dissoluzione della prospettiva di un’alternativa di sistema al capitalismo. 

Venerdì, 15 Maggio 2015 23:50

Dati Istat. Il Jobs Act non crea posti di lavoro

Matteo Renzi, commentando i dati Inps, dice una bufala e una verità. L’Inps diffondendo i dati periodici dell’Osservatorio sul precariato, fa notare che “nel primo trimestre 2015 aumentano, rispetto al corrispondente periodo del 2014, le assunzioni a tempo indeterminato (+91.277), mentre diminuiscono i contratti a termine (-32.117)” e il presidente del Consiglio maschera i nuovi rapporti di lavoro come se fosse nuova occupazione

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Sabato, 09 Maggio 2015 22:02

Migrazione e lavoro

Molte considerazioni politiche, e più o meno emotive, sono state già effettuate a favore o contro l’esodo di masse disgraziate verso i paesi “ricchi” dell’Europa. Il numero dei morti scandalizza più delle cause e delle sofferenze di queste morti, e nella conta – spesso impossibile – dei cadaveri, si evidenziano le paure, con reazioni difensive del “diritto” al privilegio del vivere “civile” o, all’opposto, le forme della solidarietà dell’accoglienza umana. 

Venerdì, 01 Maggio 2015 22:49

Democrazia e Jobs Act

Il cosiddetto "cambiamento" riformista del governo Renzi, è l’ultimo risultato in ordine di tempo di controriforme antisociali per la centralizzazione del potere, e l’annullamento dell’autonomia di eventuali forme rappresentative delle masse lavoratrici anche in futuro.

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PISA (acronimo per Programme for International Student Assessment) è un’indagine internazionale promossa dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) con periodicità triennale, per accertare competenze giudicate essenziali nei quindicenni scolarizzati. L’attenzione non si focalizza tanto sulla padronanza di specifici contenuti curricolari, quanto piuttosto sulla capacità degli studenti di utilizzare competenze acquisite durante gli anni di scuola

Martedì, 17 Marzo 2015 23:05

La scuola al tempo della democrazia limitata

Il Governo Renzi ci fa rimpiangere quei governi bighelloni, parassiti, che non provocavano danni irreparabili all’impianto sociale e agli equilibri istituzionali. Questo governo, invece, si sta contraddistinguendo per l’organica distruzione dell’impianto sociale e costituzionale, più di quanto abbia fatto il “pionieristico” Berlusconi.

Giovedì, 05 Marzo 2015 15:29

L'economia dello scongiuro

I media, Renzi e il suo ministro del lavoro Poletti si attaccano allo 0,1 per cento in meno di disoccupazione registrato tra la fine del 2014 e l'inizio del nuovo anno, ma non commentano l'aumento del debito pubblico sino alla soglia del 132,1 per cento e il calo dello 0,4 del Pil. Anche Marchionne si avventura a preventivare più assunzioni a Melfi, tanto per ora non deve pagare. Nella rinuncia a qualsiasi politica industriale si opta per l'ottimismo forsennato, sperando che questo serva a far riprendere gli investimenti.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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