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La crisi, questa sconosciuta – Parte VI
La crisi, questa sconosciuta - Parte V
Per alcuni decenni del secondo dopoguerra, la teoria e le politiche keynesiane avevano conquistato una certa egemonia in ambito accademico e politico. Tuttavia l'accumulazione di capitale e l'avanzata della classe lavoratrice degli anni 60 e 70 del secolo scorso avevano determinato una caduta del saggio del profitto. L'imperativo perciò divenne restaurare il dominio del capitale e ripristinarne la profittabilità.
Il corpo e la reificazione: il non detto che emerge, dal mio punto di vista
In passato, le minoranze e gli esseri più deboli sono stati gli interlocutori ideali del femminismo che ha perseguito una politica di inclusione che consentisse però alle diversità di continuare a vivere all’interno del sociale e del politico, e non ad essere assimilate fino a sparire. La ricchezza delle diversità è ciò che deve essere salvaguardato e valorizzato, ed è quello che è in gioco quando si lotta per la propria affermazione di persona
Grecia: prove di lotta di classe europea?
La necessità per un sindacato, un collettivo, un’associazione e qualsiasi altra forma organizzata di lavoratori di incardinare le cosiddette politiche di austerity nel proprio quadro analitico, è ormai questione fin troppo ovvia. Così come ovvia appare la necessità di liberare tali analisi dalla cappa economicistica che può strangolarla.
La crisi, questa sconosciuta - Parte III
Terza parte dell’escursione a tappe tra le lacune dell’economia politica. Marx e le cause della crisi.
La crisi, questa sconosciuta - parte II
L'attacco più radicale e coerente ai negazionisti proviene da Marx il quale ha dimostrato sia la possibilità della crisi, confutando la legge degli sbocchi, sia le cause che rendono concreta ed effettuale questa astratta possibilità.
Quale agricoltura per il bene comune?
Abbiamo la fortuna di poter leggere oggi il più avanzato studio condotto sul confronto fra produttività dell’agricoltura biologica e di quella convenzionale. È una ricerca1 portata avanti dai ricercatori della University of California e pubblicata su «Proceedings of the Royal Society B.» nel numero di dicembre 2014, dunque appena due mesi fa. Si tratta di una meta-analisi, cioè un’analisi statistica dei risultati ottenuti da studi già effettuati, che mira così a raggiungere un grado di attendibilità che, basato su un campione di casi superiore, sia più elevato di quello attribuibile a ciascuno dei singoli studi considerati. Il numero degli studi esaminati è stato di 115, ovvero un numero indubbiamente elevato.
La crisi, questa sconosciuta
Escursione a tappe tra le lacune dell’economia politica. Prima parte, i negazionisti: questa crisi mondiale del capitalismo non ci sarebbe dovuta essere.
L’importanza di chiamarsi Marx
Sta per terminare anche il 2014, l’ennesimo anno che le autorità di ogni tipo ci avevano descritto come quello della ripresa, del cambiamento “del verso”, e invece – passati ormai ben sette lunghi anni dall’emersione della crisi del 2008 – ci si ritrova nuovamente a fare i conti con una disoccupazione sempre più galoppante, e una povertà che inizia ad annidarsi stabilmente nelle case di quella che una volta si definiva aristocrazia proletaria e che da qualche decennio ha assunto poi il nomignolo più chic – e molto più impreciso – di middle class, classe media.