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I contesti socio-economici creano barriere, steccati, recinti materiali o mentali all’interno dei quali vengono confinate persone considerate non utili secondo la logica produttivista: disabili in senso stretto, malati cronici, anziani non autosufficienti, persone marginali o vittime di devianza sociale e in generale qualsiasi individuo soffra di disturbi psico-fisiologici o di difficoltà di inserimento nei diversi ambiti di relazione, educativi o lavorativi. Il fatto che le politiche sociali, previdenziali e del lavoro, i sistemi educativi, i servizi sanitari possano produrre e perpetuare condizioni di disabilità non viene mai preso in considerazione, analizzato, messo sotto processo.

Domenica, 19 Aprile 2020 03:59

Noi disabili siamo gli invisibili

La pandemia colpisce maggiormente i più deboli e mette in luce le carenze del nostro sistema sanitario che prima si fingeva di non vedere. I disabili sono fra i più colpiti.

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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