scissione (quando una crisi si fa occasione)

Il ruolo, nella crisi, del tipico personaggio politico opportunista e degli intellettuali che lo incensano. Un film già visto, purtroppo, molte volte.


scissione (quando una crisi si fa occasione)
è fatale
con cadenza regolare
appena una crisi si fa occasione
che s’alzi un personaggio
un politico a tutti noto
che, bontà sua, s’è accorto 
che il potere che fin ora ha goduto
per conto di quel popolo
che votandolo l’ha eletto
è stato mal gestito
per un progetto politico svalutato
per un dissenso interno mal vissuto
per cui preso da furore etico
ma per necessità non meno pratico
insieme a compagnoni dell’orrore
politico quotidiano illuminati
all’ultimo momento
si cimenta in una riparazione
peraltro già vista già sentita nel tempo:
la scissione dal partito
furbizia ora di contare pur nulla contando
per l’essere ago d’una bilancia di spartizione del potere
in nome di noi popolo
nel nome del quale ci s’insozza
e tutto si commette
e ci sarà sempre un pubblicista tutto fare
un direttore avvertito di giornale
un politologo sapiente
che apprezzerà l’intuito politico geniale
ma a noi gente
aspettando un nuovo fascismo
non ci resta che attoniti stare a guardare?

(Castelvetro di Modena, 18 settembre 2019)

16/07/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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