Cultura

Due poesie per raccontare di una terra martoriata da una guerra infinita e ingiusta e della resistenza della sua gente che, tra sangue e macerie, non smette di amarla.
Nel momento in cui se ne producono le condizioni oggettive occorre considerare la rivoluzione come un’arte.
Tareq aveva lo sguardo perso, si guardava intorno, voleva una spiegazione alla morte, era un giorno di festa, non c’era la guerra…
Grandezza e limiti del marxismo programmaticamente controcorrente di Domenico Losurdo.
Appuntamento estivo con le “poesie di classe” di Giuseppe Vecchi.
Quasi 300 film in dieci giorni, più di 155mila spettatori, per un festival sempre più internazionale.
Perché gli Stati uniti d’Europa, in regime capitalistico, sono impossibili o reazionari e la necessità della rottura rivoluzionaria.
Un luogo per riflettere grazie all’opera di un grande scultore del Novecento europeo.

La sacrosanta critica all’utopismo e alla fuga dalla storia del mito delle origini porta Losurdo a considerare irrealizzabili gli stessi principi del comunismo.

Paolo e Vittorio Taviani esordiscono dietro la macchina da presa nel 1954 realizzando una serie di documentari a sfondo sociale.
Il revisionismo è la forma più sottile di egemonia della borghesia sulle classi subalterne.
Dall’1 all’11 agosto la 71ª edizione della rassegna di cinematografia.
Appuntamento estivo con le “poesie di classe” di Giuseppe Vecchi.
Losurdo non si arrocca in un’attitudine resistenziale ma passa al contrattacco elaborando una controstoria del pensiero della destra reazionaria, della tradizione liberal-liberista e del marxismo.
Intervista a Filippo Cannizzo, uno degli ideatori del Primo festival della filosofia di Ceccano in Ciociaria con al centro il tema della fragilità.
Per lo studio della fisica della particelle a Ginevra un LHC più grande.

Dalla distinzione fra guerra imperialista e guerra rivoluzionaria, alla critica agli Stati uniti d’Europa.

Grandezza e limiti storici della visione del mondo del più grande storico delle idee marxista contemporaneo.
Da 40 anni tre serate con autori da tutto il mondo riempiono piazza della Riforma.
A pochi giorni dalla scomparsa, ripercorriamo l’opera di questo originale pensatore marxista.
È il fine stesso della lotta rivoluzionaria a imporre gli strumenti necessari per la sua realizzazione.

Un omaggio al compagno Domenico Losurdo, il cui insegnamento è più che mai attuale.

In un contesto di valorizzazione della Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Como in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Como Centro Città propone la mostra “Giuseppe Terragni per i bambini: l’Asilo Sant’Elia”, aperta al pubblico fino al 4 novembre.
La rivoluzione come processo storico e la dialettica fra condizioni oggettive e soggettive della sua realizzazione.
La rivoluzione d’ottobre, essendo stata progettata in funzione della rivoluzione in occidente, può considerarsi fallita?
Occorre vivificare la disciplina e l’organizzazione con lo spirito rivoluzionario, dei Consigli, se non si vuole che Partito e Sindacato restino strumenti dell’egemonia borghese sulla società civile.

Il digitale rivoluziona l’informazione ed altera la verità delle notizie. Per il giornalismo qualcosa è definitivamente cambiato.

Con la crisi economica e del movimento operaio il realismo sociale britannico non rinuncia alla propria missione ma si adatta ai tempi, assumendo toni più intimi e familiari.
Perché una Rivoluzione, a partire da quella di Ottobre, non può essere confusa con un putsch.
Conversazione con Rolf Hecker: i 200 anni di Karl Marx, il significato del suo lavoro oggi e lo stato attuale della seconda edizione completa delle opere di Marx ed Engels (MEGA).
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La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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