Il presente della memoria

Pubblichiamo questa vignetta di Fabio Manni, sapendo che potrà generare un dibattito. Anzi, da un lato, sarebbe auspicabile che ciò accada.


Il presente della memoria

Perché le celebrazioni per la #GiornatadellaMemoria, crediamo, devono essere necessariamente qualcosa che spinga le persone a riflettere, altrimenti rischiano di trasformarsi in un rituale dovuto ma lontano dalle coscienze, come tutto ciò che si commemora ma che non si sente sulla propria pelle. Nulla più della Shoa e di quel progetto freddo, calcolato, di sterminio può rappresentare l’oblio di cui l’essere umano può essere capace quando è imbarbarito dall’odio, dal servilismo verso i potenti, dalle logiche della mors tua vita mea, dalla barbarie più estrema incarnata dai fascismi che le classi dominanti di allora contribuirono fortemente ad affermare al potere, forse ignorando di cosa i nazifascisti potessero essere capaci, forse no. Milioni di ebrei, ma anche di omosessuali, rom, oppositori politici, disabili, persero la vita con modalità indicibili. È giusto che tutta questa Storia sia compresa e rammentata, è giusto che si abbia ben chiaro perché tutto questo è accaduto. Ma, appunto per questo, appunto per cogliere il senso profondo che il 27 gennaio deve rappresentare ossia il “mai più tale orrore”, è altrettanto giusto e doveroso non chiudere gli occhi verso l’orrore dell’oggi. Sapere riconoscere quali sono le logiche che ieri portarono alla Shoa e oggi uccidono ancora, forse anche di più, ma che ci vengono presentate col belletto dell'“esportazione della democrazia” oppure altre motivazioni simili. I popoli soffrono ancora, i palestinesi sono uno fra i tanti. Le persone muoiono ancora, uccise per la loro pelle o provenienza, per la loro povertà, per le loro idee o per preferenze sessualità, uccise dalla loro non subalternità al sistema capitalista che vive solo se sfrutta e stermina. Ricordiamo quindi, oggi, la strage immonda cui assistiamo tutti i giorni. Oggi l’orrore non tornerà nelle stesse forme che ha assunto ieri: dobbiamo essere capaci di cogliere e comprendere dove sono i nuovi olocausti, dobbiamo denunciare i responsabili, punire i crimini. Combattere l’imperialismo. Questo, secondo noi, il monito di quei milioni di morti nei lager.

29/01/2021 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.

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L'Autore

Redazione

La città futura

“Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci

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